Benvenuti nel nostro blog, siamo impegnati al fianco delle imprese per affrontare le tante problematiche insieme.

venerdì 17 ottobre 2014

Confartigianato apre alle piccole imprese il mercato della Corea del Sud In occasione del summit Asem firmato Protocollo d’intesa tra Pmi italiane e sud coreane

Confartigianato apre agli artigiani e alle Pmi italiane la strada di nuove opportunità in uno dei mercati asiatici più promettenti per le nostre esportazioni di merci e servizi, la Corea del Sud che, insieme a Cina, Russia, Giappone, India, rappresenta uno dei principali partner commerciali per i Paesi dell’Unione europea.
In occasione del decimo summit Asem, il vertice euro-asiatico in corso a Milano e che vede la presenza in Italia, in visita ufficiale, della Presidente della Corea del Sud, Park Geun-hye, il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti ha firmato un Protocollo d’intesa con Oh Young Ho, Presidente e Ceo di Kotra, l’Ente nazionale sud coreano che ha il compito di promuovere i rapporti economici e commerciali coreani con l’estero, con particolare attenzione alle esigenze delle piccole e medie imprese.
Obiettivo dell’intesa, promuovere scambi commerciali e rapporti di collaborazione imprenditoriale tra la Corea del Sud e le piccole imprese italiane.
“L’accordo – sottolinea il Presidente di Confartigianato Merletti – è parte delle iniziative che Confartigianato sta organizzando nell’ambito di Expo 2015 per promuovere nel mondo la qualità dei prodotti e dei servizi made in Italy. In particolare l’intesa con la Corea del Sud riveste importanza strategica per i piccoli imprenditori italiani ai quali apre spazi di partnership con un mercato dalle enormi potenzialità”.
Tra gli ambiti di collaborazione indicati nel protocollo d’intesa siglato da Confartigianato sono previsti attività di promozione commerciale e intensificazione dei rapporti tra piccole e medie imprese italiane e sud coreane, scambi di visite e missioni imprenditoriali in occasione di eventi e iniziative promozionali, attività di formazione sul modello produttivo delle Pmi italiane e su settori innovativi, identificazione di distretti produttivi e Associazioni imprenditoriali presso i quali svolgere attività di informazione e formazione di studenti e docenti coreani, definizione di settori-target, come la meccanica e l’arredo, in cui promuovere l’internalizzazione delle Pmi italiane.  

Food e turismo ‘made in Sud’ spingono la crescita di imprese Confartigianato ‘fotografa’ i primati positivi del Mezzogiorno Rapporto presentato alla Convention in corso a Matera

L’artigianato e le piccole imprese rappresentano i punti di forza del Mezzogiorno.
E’ il dato che emerge dal Rapporto presentato da Confartigianato durante la Convention “Progetto Sud 2020. Proposte e strumenti per lo sviluppo imprenditoriale nelle aree meridionali" organizzata a Matera il 16 e 17 ottobre.
Confartigianato ha fotografato i record positivi che caratterizzano le regioni del Sud e in cui ‘brillano’ i risultati conseguiti dalle piccole imprese, ‘motori’ di una crescita silenziosa ma costante.
A cominciare dal numero di aziende nate nel secondo trimestre 2014 che, nel Sud, fanno registrare un aumento dello 0,23% a fronte di un calo dello 0,14% nel Centro Nord. A guidare la crescita del numero di aziende è la Campania (+0,93%), seguita dalla Calabria (+0,65%) e dal Molise (+0,50%). Anche l’occupazione mostra segni positivi in alcune regioni meridionali: a fronte di una diminuzione degli occupati dello 0,1% registrata in Italia tra giugno 2013 e giugno 2014, il Molise mostra una crescita del 4,2% e la Basilicata del 2,5%.
Buoni risultati anche per le esportazioni che, in Puglia, nel primo semestre 2014, segnano il maggiore aumento a livello nazionale, + 9,4%, rispetto allo scorso anno. Segno positivo anche per l’Abruzzo, con il 4,4% in più di prodotti venduti all’estero nell’ultimo anno. Performances nettamente superiori rispetto all’aumento dell’1,3% dell’export nazionale e del +1,8% registrato nel Centro-Nord.
Cresce anche l’appeal turistico del nostro Mezzogiorno. Lo scorso anno il Sud ha registrato 74.852.035 presenze turistiche, un terzo delle quali provenienti dall’estero e pari al 19,7% del totale in Italia. Tra gennaio e giugno 2014, i viaggiatori stranieri che hanno visitato il Sud sono aumentati del 5,4%, mentre nel Centro-Nord la crescita di turisti esteri si è fermata al 2,6%.
Il Sud sta anche diventando un ‘laboratorio’ di nuove piccole imprese in settori trainanti: manifatturiero, alimentare, energie rinnovabili, Ict, turismo, smart city, trasporti, edilizia. In questi settori, l’artigianato nel Mezzogiorno conta 348.633 aziende, il 25,1% del totale delle imprese artigiane.
Alimentazione e turismo made in Sud hanno messo in moto la crescita di piccole aziende. Le imprese artigiane del settore alimentare sono 36.394, pari al 40,2% del totale nazionale. In aumento anche il settore dell’agriturismo, con 3.709 aziende, pari al 17,7% del totale. Quanto al turismo, le imprese artigiane meridionali coinvolte sono 65.927, vale a dire il 30,6% del totale nazionale.
In particolare, il Mezzogiorno è un ‘giacimento’ di specialità alimentari di qualità: appartengono infatti alle regioni meridionali 106 prodotti agroalimentari DOP e IGP,  pari al 40,9% del totale nazionale di questa tipologia di produzioni.
“Quelle dell’artigianato e delle piccole imprese – sottolinea Rosa Gentile, Vice Presidente di Confartigianato, delegata al Mezzogiorno, che ha presentato alla Convention il Progetto Sud 2020 - sono potenzialità che vanno aiutate ad emergere con azioni di sostegno coerenti con le peculiarità del patrimonio imprenditoriale del Mezzogiorno. La programmazione della prossima stagione dei Fondi europei 2014-2020 è una occasione da non perdere per valorizzare il ‘tesoro’ imprenditoriale del Mezzogiorno. Per far questo, dobbiamo assicurarci l’accesso ai nuovi finanziamenti promuovendo un migliore utilizzo delle risorse e degli strumenti che l’Europa ci mette a disposizione”. 

giovedì 15 maggio 2014

17 maggio: prima Giornata nazionale contro le truffe agli anziani Ministero dell’Interno, Anap Confartigianato e Forze di polizia insieme per la sicurezza


Oggi, presso la sede di Confartigianato, è stata presentata, alla presenza del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, la prima Giornata nazionale contro le truffe agli anziani che si svolgerà il 17 maggio in tutta Italia. 
La manifestazione è stata promossa da Anap, Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato, insieme con il Ministero dell’Interno, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale, con il contributo della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza.
Questa iniziativa, organizzata insieme alla Direzione Centrale della Polizia Criminale, ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione anziana sul tema della sicurezza, fornendo informazioni e consigli utili per difendersi dai malintenzionati e per prevenire i reati. 
Dalle rilevazioni del Ministero dell’Interno emerge che gli anziani vittime di reato, nell’arco temporale 2011-2013, sono in aumento. In effetti, nel 2012 le vittime di reato con età superiore a 65 anni sono aumentate dell’8% rispetto al 2011 e nel 2013 sono aumentate del 7,8% rispetto all’anno precedente. Di contro, il totale delle vittime di reato registra un aumento più modesto (+2% nel 2012 rispetto al 2011, +1,8% nel 2013 rispetto all’anno precedente).
Questi dati mostrano come gli anziani siano più esposti ai fenomeni di criminalità e,  pertanto, si è ritenuto di promuovere una mirata campagna di sensibilizzazione che fornisca alle potenziali vittime utili consigli per evitare di incorrere in situazioni di pericolo.  
Per tale motivo, è stata indetta una Giornata di sensibilizzazione e sono stati realizzati depliant e vademecum che contengono suggerimenti per le persone anziane volti a consentire loro di difendersi dai rischi di truffe, raggiri, furti e rapine. Si tratta di semplici regole di comportamento suggerite dalle Forze di polizia per evitare di finire nelle spire di malintenzionati in casa, per strada, sui mezzi di trasporto, nei luoghi pubblici, ma anche mentre utilizzano Internet. Le occasioni di potenziale pericolo sono ovunque e, per ogni circostanza, vengono indicati i ‘trucchi’ messi in atto dai malintenzionati e le ‘risposte’ di prudenza da adottare. Su tutte, l’invito a rivolgersi sempre con fiducia alle Forze di polizia (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza) per segnalare comportamenti sospetti e per denunciare situazioni di pericolo.
Il materiale informativo sarà distribuito il 17 maggio nel corso di convegni ed incontri organizzati a livello provinciale da Anap Confartigianato e che vedranno la partecipazione di rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle autorità locali e di psicologi.
La Giornata del 17 maggio segnerà l’avvio di una Campagna per la sicurezza degli anziani che vedrà costantemente impegnati Anap Confartigianato, Ministero dell’Interno, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza in un’azione comune per informare e tutelare i cittadini, soprattutto in vista dei mesi estivi durante i quali si moltiplicano i rischi per gli anziani che rimangono soli.

sabato 26 aprile 2014

Sul SISTRI “Bene esclusione piccole imprese. Adesso procedere verso il superamento dell’attuale sistema”


Esprimiamo grande soddisfazione per l’esclusione delle piccole imprese dal Sistri, da noi a lungo richiesta e ora finalmente ottenuta. Il decreto firmato dal Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti cancella l’assurda equiparazione negli adempimenti sui rifiuti tra un piccolo artigiano o commerciante e un’impresa di maggiori dimensioni. Adesso, però, occorre proseguire verso il superamento dell’attuale sistema di tracciabilità, che complica inutilmente l’attività delle imprese, in particolar modo quelle del trasporto e della gestione dei rifiuti.
Così, in una nota, le cinque associazioni che compongono Rete Imprese Italia commentano il decreto ministeriale che prevede l'obbligo di adesione al Sistri solo per le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che abbiano più di 10 dipendenti.
L’esclusione delle imprese di piccola dimensione dal sistema era un atto atteso, visto che lo stesso Ministero aveva riconosciuto la validità delle nostre ragioni. Il ministro Galletti ha saputo mantenere con coerenza l’impegno assunto con le rappresentanze delle Pmi. Tuttavia – continua la nota di R.E TE Imprese Italia - non basta a far mutare il nostro giudizio profondamente negativo sulle attuali disposizioni del Sistri, tra cui l’interoperabilità, che hanno dimostrato troppe criticità ed inefficienze. Il sistema è scarsamente trasparente, ed è causa di pesanti e onerosi adempimenti per le imprese. Per questo auspichiamo nel prossimo incontro di poter affrontare una volta per tutte la questione Sistri nella sua interezza, a cominciare dall’esclusione anche per i piccoli trasportatori e i piccoli gestori.
In particolare, il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, sottolinea il coraggio e la sensibilità mostrati dal Ministro dell’Ambiente Galletti che, proprio con Confartigianato, si era impegnato ad escludere artigiani e piccole imprese dall’applicazione di un sistema inutilmente complesso ed oneroso. “Ora – aggiunge Merletti – è necessario ‘rottamare’ definitivamente il Sistri che, in questi anni, a 300.000 imprese italiane è costato 250 milioni a fronte di un sistema che non ha mai funzionato”.
Roma, 24 aprile 2014

venerdì 18 aprile 2014

Dl lavoro, Rete Imprese Italia: “Non sprechiamo l’opportunità di semplificare il mercato del lavoro e favorire nuove assunzioni”


Il Decreto sul lavoro rischia di essere un’occasione sprecata se saranno confermati gli emendamenti approvati oggi, che non rappresentano certo il ‘nuovo corso’ auspicato. In particolare, la sanzione che prevede la trasformazione in contratti a tempo indeterminato dei contratti a termine eccedenti al 20%, addirittura dalla prima stipulazione, è anzi la riconferma delle logiche che hanno caratterizzato in questo Paese tutte le norme penalizzanti per le assunzioni.
Così, in una nota, le associazioni che compongono Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) commentano gli emendamenti al decreto sul lavoro approvati oggi in Commissione Lavoro della Camera.
In un Paese con un tasso di disoccupazione record è controproducente continuare a ingessare ogni tentativo di stimolare assunzioni con contratti a termine, cioè con contratti di lavoro subordinato garantiti dalla legge e dalla contrattazione. Anche le disposizioni sul diritto di precedenza vanno in questa direzione.
Inoltre le nuove norme, tese a disciplinare il periodo transitorio, produrranno  l’effetto di riaprire tutti i tavoli contrattuali prima della normale scadenza dei ccnl, con il rischio di avviare lunghe e complesse vertenze sindacali che danneggeranno le imprese e la creazione di nuova occupazione.
Sull’apprendistato, è stata reintrodotta la percentuale di conferma, misura che non incentiva e non semplifica le assunzioni.
Viene da chiedersi se in Italia si vuole davvero che le imprese possano finalmente assumere senza dover sottostare sempre e comunque al rischio di sanzioni e contenziosi, visto quanto accade ogni qualvolta si tenti di semplificare il mercato del lavoro.
 Roma, 17 aprile 2014

mercoledì 16 aprile 2014

Il Parlamento Ue approva nuove norme su ‘made in’ Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti: “Passo decisivo per difendere la manifattura italiana rappresentata da 596.000 imprese”


“Un passo decisivo per la tutela dell’origine dei nostri prodotti e per valorizzare il patrimonio manifatturiero italiano rappresentato da 596.230 imprese con 16.274.335 addetti, di cui il 47,2% in microimprese sotto i 9 addetti, il 58,1% in micro e piccole imprese fino a 20 addetti e il 67,9% in piccole imprese sotto i 50 addetti”.
Così il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti commenta l’approvazione, da parte del Parlamento europeo, riunito in seduta plenaria, dell’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti. In pratica, si definiscono nuove disposizioni in materia di ‘made in’ per garantire la piena tracciabilità del prodotto, come già avviene nei principali Paesi aderenti al WTO (ad es. USA, Giappone, Canada e Corea).
In base alle disposizioni approvate oggi a Bruxelles, tutti i prodotti dovranno quindi presentare il marchio ‘made in’ sulla propria etichetta per essere immessi nel mercato.
Il Presidente Merletti, che fa rilevare l’impegno del Vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani per garantire l’indicazione dell’origine dei prodotti e il sostegno da parte degli Europarlamentari italiani, sottolinea che le disposizioni votate oggi colgono molteplici obiettivi: valorizzare il patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, difendere il diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, combattere il fenomeno della contraffazione”.
“Confartigianato – aggiunge Merletti - si batte da sempre per una chiara e inequivocabile identificazione dell'origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca il Made in Italy e i consumatori sono disposti a pagare un premium price pur di avere un prodotto fatto in Italia, a regola d'arte”.
“Ora manca la tappa finale. Confidiamo – conclude il Presidente di Confartigianato – che il prossimo Governo Ue a Presidenza italiana si impegni per completare rapidamente l’iter dell’approvazione definitiva. Il Governo Renzi ha nelle proprie mani la responsabilità di difendere e valorizzare il ‘modello Italia’.  Ci auguriamo che finalmente, dopo anni di battaglie, la difesa del ‘made in’ possa trovare piena attuazione. L'Italia, insieme con la Germania è, tra i G20, il Paese europeo con il maggiore valore aggiunto manifatturiero al mondo, insieme a Cina, Corea del Sud e Giappone. Questo nostro record va difeso senza esitazioni”.
Roma, 15 aprile 2014

martedì 15 aprile 2014

MELA CESYNT: L’innovativo software di analisi mutui, leasing e anatocismo per commercialisti


L’era degli interminabili calcoli su Excel per i commercialisti è giunta al termine. Cesynt Advanced Solutions, società leader in consulenza bancaria, ha sviluppato un esclusivo software per commercialisti ed  esperti contabili in grado di effettuare calcoli automatici in pochi clic per l’analisi mutui, leasing ed interessi anatocistici. Il software si chiama MELA ed è interamente fruibile online come una web application su computer, tablet e persino smartphone.
L’anatocismo, ovvero l’applicazione di tassi usurari su mutui e finanziamenti, è uno degli argomenti più scottanti del momento con cui molti commercialisti e consulenti tecnici di ufficio o di parte si trovano a fare i conti  - nel vero senso della parola – poiché sempre più correntisti vogliono sapere se sono stati vittime di tassi usurari da parte delle banche. MELA Cesynt permette ad ogni professionista di settore di avere una risposta in pochi passaggi ed anche di stampare una perizia di parte completa e personalizzabile da presentare in giudizio in caso di anomalie bancarie dimostrate.
MELA rappresenta un’innovazione assoluta nel settore in quanto è la prima volta che viene ideato un software in grado di effettuare calcoli automatici, analisi dettagliate e di stampare le perizie econometriche senza passare per decine di fogli Excel. L'applicativo MELA Cesynt, inoltre, non si limita ad elaborare analisi bancarie su mutui, leasing e finanziamenti, ma permette anche di salvare tutti i calcoli in un archivio storico che il professionista può consultare e riutilizzare anche in seguito.
Dal lancio di MELA, avvenuto agli inizi del 2014, sono stati tantissimi i commercialisti e gli esperti contabili che lo hanno provato e si sono ritenuti pienamente soddisfatti, tanto che si possono trovare recensioni positive sia sul sito ufficiale Mela Cesynt che in portali online di informazione di settore.

L’iscrizione è gratuita e permette di provare il software con 100 crediti omaggio. Ad ogni operazione, infatti, corrisponde un numero di crediti necessario per svolgere il calcolo e ci sono a disposizione diversi pacchetti crediti a partire da 45 euro. Trovate maggiori informazioni sui crediti MELA qui. 

mercoledì 9 aprile 2014

RETE IMPRESE ITALIA: “DAL GOVERNO SVOLTA POSITIVA, MA SUL CUNEO FISCALE SI POTEVA FARE DI PIU’. REALIZZARE TEMPESTIVAMENTE LE MISURE PER LA CRESCITA”


“Il Def rappresenta una svolta positiva perché parte – finalmente – dal taglio delle spese. La decisione di applicare il rigore tagliando alcuni capitoli della spesa pubblica per affrontare i due grandi punti critici dell’Italia, una crescita modesta e una disoccupazione a livelli preoccupanti, deve diventare l’inizio di una svolta forte e duratura nel tempo. Rimane però il rammarico di un intervento molto limitato sul cuneo fiscale”.
Così le cinque associazioni che formano Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) commentano l’approvazione del Documento di Economia e Finanza da parte del Consiglio dei ministri.
“Rete Imprese Italia è convinta che anche attraverso il dialogo con le parti sociali si possano individuare nuove misure e strumenti in grado di rilanciare con maggior forza l’economia. Il Governo ha indicato un percorso utile ad uscire dalla palude della crisi, ma pensiamo che occorra mettere in campo maggiori risorse per permettere alle imprese di recuperare competitività e realizzare nuova occupazione. Indubbiamente l’utilizzo della leva fiscale per sostenere i redditi più bassi è un primo segnale che può determinare effetti positivi sui consumi interni colpiti duramente dalla lunga crisi, anche se rimane un gravissimo errore aver escluso da tale misura i lavoratori autonomi e i titolari di reddito d’impresa. Tuttavia occorre agire anche sul fronte della riduzione dell’Irap che grava sulle piccole imprese, con l’innalzamento della franchigia. Così come vanno ridotti i costi dell’energia a carico dei piccoli imprenditori, oggi penalizzati da una iniqua distribuzione degli oneri in bolletta a vantaggio delle grandi imprese energivore. Vanno accolte positivamente alcune misure a favore delle imprese, a partire dal pagamento dei debiti da parte della Pubblica Amministrazione, ma devono essere rapidamente risolte le difficoltà burocratiche nei meccanismi di certificazione dei crediti pregressi e vanno fatte rispettare le norme, in vigore dal 2013, che impongono i pagamenti in 30 giorni. Bisogna anche evitare che l’intervento sul sistema bancario produca ulteriori restrizioni del credito in una fase che rimane molto difficile. Rete Imprese Italia auspica che le misure del Def finalizzate allo sviluppo vengano realizzate tempestivamente, nell’interesse del Paese ed anche per ricreare quella fiducia che manca ormai da troppo tempo”.

Roma, 9 aprile 2014

martedì 8 aprile 2014

CAMERE DI COMMERCIO, RETE IMPRESE ITALIA: “SISTEMA UTILE ALLE IMPRESE, ABOLIZIONE SAREBBE UN GRAVE ERRORE: ELIMINARE OBBLIGHI INUTILI, NON STRUMENTI CHE FUNZIONANO”



“Le Camere di Commercio costituiscono uno strumento importante ed essenziale che in questi anni ha sempre accompagnato e sostenuto le imprese italiane, dal credito ai processi di aggregazione, innovazione e internazionalizzazione, ed ha svolto un ruolo prezioso nella lunga crisi attraversata dalla nostra economia. Il sistema camerale si può e si deve riformare, con l’obiettivo di raggiungere una maggiore efficienza. Tuttavia, la sua eliminazione sarebbe un grave errore: le funzioni che le Camere svolgono attualmente verrebbero infatti disperse tra numerosi enti, con il rischio di accumulare ulteriori inefficienze e complessità burocratiche”.
Così le cinque associazioni che compongono Rete Imprese Italia (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) commentano la ventilata soppressione delle Camere di Commercio. 
“Non confondiamo le funzioni con i soggetti. Le imprese, in particolare quelle di piccola dimensione, hanno necessità di disporre di funzioni di certificazione dei soggetti economici che oggi sono svolte dal Registro delle imprese presso le Camere di commercio e che da questo database derivano. Così come hanno necessità di disporre di funzioni di promozione per l'internazionalizzazione, per il sostegno al credito, per la creazione di reti, per lo sviluppo delle economie locali. Per svolgere questi compiti, se non ci fossero, dovremmo costituire delle Camere di Commercio. D'altro canto, organismi come le Camere di commercio italiane esistono in tutti i Paesi OCSE e in tutta l'Unione Europea e sono un felice connubio pubblico-privato”.
“Se vogliamo favorire la crescita economica del Paese e la sua competitività – continuano gli imprenditori - è necessario puntare ad una innovazione del sistema camerale esistente, che rappresenta una espressione di democrazia economica e un valore aggiunto per lo sviluppo e la promozione delle economie del territorio in quanto, in particolare, coinvolge le imprese di minore dimensione”. 
“Rete Imprese Italia ritiene però – concludono gli imprenditori – che una sana spending review sia auspicabile anche nel sistema camerale. Questa riforma dovrebbe intervenire su quattro punti principali: 1) razionalizzazione del numero delle Camere di Commercio; 2) riordino delle Aziende speciali controllate; 3) miglioramento del processo di governance; 4) individuazione delle funzioni di servizio prioritario per le Pmi”. 

Roma, 7 aprile 2014  

lunedì 24 marzo 2014

Confartigianato crea il Coordinamento Imprese del Digitale Nuovo soggetto di rappresentanza per 20.000 artigiani dell’ICT

Il Consiglio Direttivo di Confartigianato Comunicazione ha dato vita al Coordinamento Imprese del Digitale.

Obiettivo del nuovo soggetto è dare voce e rappresentanza alle oltre 20.000 imprese artigiane che lavorano nell’Innovation&Communication Technology, dalla produzione di software ai servizi, oltre al crescente numero di imprese che operano a cavallo fra mondo fisico e mondo virtuale, fra atomi e bit, a partire dalla stampa 3D.
Si tratta di attività in costante evoluzione e che occupano spazi sempre più ampi della nostra economia, oltre ad avere un ruolo pervasivo in tutti i settori industriali.
“Quello delle piccole imprese ICT – sottolinea Rinaldo Pellizzari, Presidente di Confartigianato Comunicazione – è un settore nel quale spicca la componente artigiana, espressione di abilità, personalizzazione, flessibilità nella risposta a domande sempre più complesse e sofisticate che provengono dalle imprese e dai cittadini. Rappresentare gli ‘artigiani digitali’ significa mettere a disposizione del Paese grandi competenze di innovazione spesso trascurate a favore delle grandi multinazionali e che invece possono e devono contare di più nei prossimi decisivi passaggi per la modernizzazione del Paese, dall’Agenda digitale alle smart city”. A questo proposito, il Coordinamento Imprese del Digitale di Confartigianato avvierà contatti con gli interlocutori istituzionali, a livello nazionale e locale, per fornire il proprio contributo di proposte nella costruzione e implementazione dell’Agenda digitale e delle ‘comunità intelligenti’.
Il Coordinamento offrirà occasioni di confronto e sperimentazione sull’innovazione digitale, anche con il contributo di imprese artigiane che hanno intrapreso il cammino di trasformazione in imprese digitali, pur provenendo da settori diversi. Questo, con l’obiettivo di raccogliere un patrimonio imprenditoriale eterogeneo ma ricco di risorse e competenze da mettere a disposizione dello sviluppo delle imprese artigiane e del Paese.


venerdì 21 marzo 2014

“INTERVENTI NELLA DIREZIONE GIUSTA, ACCOLTE LE RICHIESTE DELLE IMPRESE. BENE SEMPLIFICAZIONI, AIUTERANNO IL RILANCIO DELL’OCCUPAZIONE”


“Misure da tempo attese, che vanno nella direzione più volte indicata da R.E TE. Imprese Italia. I provvedimenti di semplificazione e sburocratizzazione delle procedure favoriranno certamente l’accesso al mondo del lavoro e saranno strumenti utili per far ripartire l’occupazione, in particolar modo quella dei giovani”. Così le cinque associazioni che compongono R.E TE. Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) commentano l’entrata in vigore del Decreto Legge sul lavoro, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale.

“I contratti a termine e quelli di apprendistato sono stati finalmente liberati da vincoli e anacronistici orpelli amministrativi: la semplificazione delle procedure è la strada giusta da percorrere per sbloccare le nuove assunzioni. In particolare, apprezziamo l’elevazione da 12 a 36 mesi della durata del rapporto a tempo determinato acausale, che pone finalmente fine ad una delle principali fonti di contenzioso per le imprese. Riteniamo utile che il decreto, nel fissare al 20% il limite massimo per l’utilizzo dell’istituto del tempo determinato, abbia salvaguardato l’autonomia dei CCNL a disporre misure diverse prevedendo comunque la possibilità per le imprese fino a 5 dipendenti di stipulare comunque un contratto. Accogliamo con favore anche la possibilità di proroga fino ad 8 volte entro il limite dei tre anni nell’ambito della stessa attività lavorativa.” 
“Giudizio positivo, inoltre, sulle semplificazioni apportate al contratto di apprendistato, tutte a vantaggio della formazione in azienda, che sicuramente aiuteranno il rilancio di questa tipologia contrattuale così importante per l’inserimento al lavoro dei giovani. Bene anche la smaterializzazione del Durc e lo stanziamento di ulteriori risorse su i contratti di solidarietà”.



Roma, 21 marzo 2014

Nel network di Confartigianato entra una web agency che mette a disposizione di tutte le piccole e medie imprese del territorio i nuovi servizi di digitalizzazione e promozione nell’universo online.

Si chiama UPtimization, ha sede a Bari presso lo spazio di co-working The Hub ed è composta da brindisini e tarantini con formazione ed esperienze lavorative all’estero. Alla faccia della fuga di cervelli: il team di UPtimization ha deciso di investire le competenze e conoscenze acquisite in Inghilterra, Pease leader nella digitalizzazione,  nel suo territorio di appartenenza ed offrire nuove opportunità di crescita e di sviluppo alle realtà locali e nazionali.

Aprirsi al mondo del web non significa soltanto avere un sito web che funga da vetrina con una email di contatto. Un sito web che non è ottimizzato per il web e per i motori di ricerca è come se non esistesse. UPtimization non si limita a creare siti web, ma è specializzata nell’ottimizzazione di siti web ed e-Commerce che si posizionano tra i primi risultati di Google e degli altri motori di ricerca e permettono ad ogni attività di essere trovata da chi la sta cercando.
Non finisce qui. Il punto di forza di UPtimization è la conoscenza profonda del web e delle possibilità di pubblicità su internet, su Google, sui social media e in ogni spazio possibile. Partendo da  una consulenza strategica personalizzata  ed un analisi del mercato di riferimento, si può creare un project plan mirato a raggiungere gli obiettivi desiderati utilizzando strumenti sofisticati, dai risultati tangibili e, soprattutto, misurabili.
Facciamo un esempio: avete un’azienda che produce divani in pelle e decidete di acquistare un gigantesco cartellone pubblicitario stradale con un investimento notevole. Sicuramente riuscirete a pubblicizzare il vostro brand, il eventuale slogan, la vostra sede ed un paio di prodotti che offrite. Riuscirete a farvi conoscere un po’ in giro e, nella migliori delle ipotesi, a vendere qualche divano in più, ma non saprete mai il ritorno preciso che avrete avuto su quell’investimento. Non solo: non riuscirete a catturare clienti al di fuori della vostra zona, a sviluppare un rapporto diretto con il cliente, a mettere in evidenza la vasta gamma di prodotti che offrire ed affacciarvi al mondo dell’internazionalizzazione e dell’export. Inoltre, ci sarà sempre qualcuno che, passando in macchina, avrà notato il vostro cartellone ma non sarà riuscito a segnare la vostra sede e, una volta tornato a casa avrà provato a cercarvi su Google. Se il vostro sito non è ben posizionato sul web o, ancora peggio, se non avete un sito web, quel possibile cliente diventerà automaticamente un cliente perso.
Il modello strategico di UPtimization consiste nell’integrare armoniosamente la pubblicità tradizionale con le tecniche di advertising online e di ottenere i massimi risultati con il minimo investimento. Le differenze principali, infatti, tra la pubblicità offline e quella online è che la prima prevede grossi investimenti, spesso imposti dalla aziende pubblicitarie e poco negoziabili, e non permette di misurare il ROI effettivo, quale campagna sia stata più efficiente o proficua, quale investimento non ha portato alcun risultato ecc. La pubblicità online, invece, è alla portata di tutti ed è adattabile ad ogni tipo di attività, di obiettivo e di budget. Inoltre permette di misurare al centesimo ogni investimento fatto, calcolare ROI esatti, scoprire nuove opportunità di crescita, misurare quale leva di marketing funziona meglio nel proprio settore, analizzare l’interazione dei clienti ed ottenere feedback in tempo reale e molto altro ancora.

La prima consulenza con UPtimization è gratuita. Se vuoi scoprire quali opportunità il web ha in serbo per te, contatta il team di UPtimization sul sito ufficiale www.uptimization.it o tramite l’indirizzo email info@uptimization.it

giovedì 20 marzo 2014

“L’ITALIA HA L’OCCASIONE DI CAMBIARE, DARE PIU’ SOSTEGNO ALLE IMPRESE. UN ERRORE ESCLUDERE LAVORATORI AUTONOMI DA RIDUZIONE IRPEF”

“L’Italia ha l’occasione di cambiare davvero, e le piccole e medie imprese e l’impresa diffusa possono e vogliono essere partecipi e protagoniste del cambiamento”. Lo ha dichiarato Marco Venturi, presidente di turno di R.E TE. Imprese Italia, nel corso dell’incontro con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, avvenuto oggi presso la sede del Ministero.

“Apprezziamo la volontà del Governo di superare i limiti di un’austerità eccessiva per dare maggiore impulso alla ripresa”, ha spiegato Venturi durante il colloquio con il Ministro. “Condividiamo il disegno generale delle proposte dell’Esecutivo, ma riteniamo sia stato un errore escludere dalla riduzione Irpef tanti piccoli imprenditori e lavoratori autonomi, che andrebbero sostenuti come gli altri”.
“Al Governo – ha continuato il presidente di R.E TE. Imprese Italia – chiediamo quindi ulteriori atti di realismo e coraggio, con il duplice obiettivo di rilanciare la domanda nel breve periodo e di potenziare la struttura e il sistema produttivo del Paese nel medio”.
Nel corso dell’incontro, la delegazione di R.E TE. ha consegnato al Ministro Padoan una serie di proposte per dare maggior sostegno alle imprese. Ad iniziare dalla Delega Fiscale, di cui le cinque associazioni che compongono R.E TE. (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) hanno chiesto un’attuazione rapida come primo passo di una vera e propria Riforma del Fisco.
Tra le proposte avanzate al ministro, ci sono anche l’innalzamento della franchigia Irap e il dimezzamento immediato dell’aliquota IMU sugli immobili strumentali delle imprese, con l’obiettivo di  una totale esclusione, e interventi per dare nuovo impulso al credito, attraverso il rafforzamento dei Confidi e modalità semplificate di accesso al Fondo di Garanzia per PMI, con la contestuale incentivazione delle fonti alternative al canale bancario.
Sul tema dei pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese, R.E TE. chiede lo sblocco definitivo e rapido dei debiti, istituendo meccanismi per smaltire quelli pregressi anche attraverso la compensazione diretta tra debiti e crediti ed impedire il ripetersi dell’accumulo di risorse non erogate. Inoltre – sostiene R.E TE. – è necessario rivedere il Patto di stabilità interno, nell’ottica di un superamento dei vincoli per le amministrazione virtuose.
Sul fronte di costi energetici e tracciabilità dei rifiuti, invece, le imprese chiedono, rispettivamente, sostegno per l’uso di fonti alternative e la sostituzione del Sistri con un sistema più efficiente e meno oneroso dal punto di vista degli adempimenti.
Roma, 19 marzo 2014

lunedì 17 marzo 2014

“Contro la disoccupazione giovanile, imitiamo il modello tedesco: apprendistato e alternanza scuola-lavoro”

“Liberare l’apprendistato da costi e vincoli introdotti dalla riforma Fornero, rilanciare l’alternanza scuola-lavoro, valorizzare le competenze, ‘importare’ in Italia l’esperienza tedesca del sistema di formazione ‘duale’ che consente ai giovani di conseguire un titolo di studio imparando un mestiere”.
Sono le strade per affrontare il dramma della disoccupazione giovanile e valorizzare la qualità manifatturiera made in Italy indicate dal Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti in occasione della 66° Fiera Internazionale dell'Artigianato di Monaco di Baviera che si conclude domani.
Nel corso dell’iniziativa, il Presidente Merletti ha sottolineato gli ambiti di impegno comune tra Confartigianato e l’Organizzazione tedesca dell’artigianato ZDH. “A cominciare – ha detto - dalla valorizzazione del sistema duale, diffuso nel Tirolo e in Aldo Adige, come efficace collegamento tra il mondo della scuola ed il mondo delle imprese e che può rappresentare uno strumento concreto per il rilancio della politica industriale e per ridurre sensibilmente la disoccupazione giovanile”.
A questo proposito, il leader di Confartigianato ha proposto di valorizzare il ‘Mastercraft certificate’ (diploma di maestro artigiano) come esempio di ‘buona pratica’ in Europa.
“Bisogna utilizzare l’opportunità dell’attuazione della Youth Guarantee – ha detto Merletti - per definire un sistema di orientamento e di sostegno al lavoro che, al pari degli altri Paesi europei, offra ai giovani un percorso di continuità e coerenza tra istruzione, formazione, esperienze on the job e inserimento lavorativo con contratto di apprendistato. L’apprendistato è lo strumento fondamentale per avvicinare i giovani al mondo del lavoro e per trasmettere le competenze tipiche delle attività che hanno fatto grande il made in Italy nel mondo. L’Italia deve investire su questo contratto che coniuga il sapere e il saper fare, e che ha formato generazioni di lavoratori ma è stato anche la ‘palestra’ per migliaia di giovani che hanno creato a loro volta un’impresa”.
 “L'Italia e la Germania – ha sottolineato il Presidente Merletti – sono, tra i G20, i due Paesi europei con il maggiore valore aggiunto manifatturiero al mondo, insieme a Cina, Corea del Sud e Giappone. Questo nostro record va difeso con iniziative comuni di Confartigianato e Zdh in materia di mercato del lavoro e di formazione professione per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro in generale e, in particolare, nelle imprese artigiane. Così come è importante – ha aggiunto il Presidente Merletti - individuare terreni comuni di azione per l’internazionalizzazione, per l’accesso al credito, per la semplificazione burocratica e la Better Regulation con la riduzione dei numerosi oneri amministrativi a carico delle imprese. I piccoli imprenditori hanno bisogno di regole più chiare e più semplici. Non di nuove regole”.

“Serve il ‘miracolo’ della compensazione per pagare i debiti della Pa alle imprese”

“Ha ragione il Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani  a chiedere che lo Stato italiano anticipi al 13 giugno (Sant’Antonio) il pagamento dei debiti alle imprese. Il fatto è che le piccole imprese italiane non sanno più a che Santo votarsi per vedersi riconosciuto il sacrosanto diritto ad essere pagate dalla Pubblica Amministrazione. L’unica cosa certa è che il ‘miracolo’ dei pagamenti potrebbe avvenire se si applicasse, come Confartigianato sollecita da tempo, la compensazione secca, diretta e universale tra debiti e crediti delle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione”.
Lo dichiara il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, commentando gli impegni del Governo sul pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione entro il 21 settembre (San Matteo) e la richiesta lanciata oggi dal Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani di anticipare la scadenza al 13 giugno (Sant’Antonio).
“Abbiamo sentito anche troppi annunci e promesse. Ora – sottolinea Merletti - non si può più scherzare con una situazione drammatica che, oltre alle incertezze sui debiti ancora da saldare accumulati prima del 2013, anche lo scorso anno ha visto gli imprenditori attendere in media 180 giorni per vedersi saldate le fatture dagli Enti pubblici, come ‘certificato’ dalla Corte dei Conti nel suo Rapporto sulla Finanza pubblica 2013”.
         Roma, 15 marzo 2014

martedì 11 marzo 2014

Sulle piccole imprese il cuneo fiscale pesa per 78,5 miliardi In 1 anno crollate del 33,8% le assunzioni di apprendisti nell’artigianato

Il Presidente Giorgio Merletti: “Stop a costi e vincoli che fanno perdere 1.311 occupati al giorno. No a privilegi nella riduzione del carico fiscale”

Nel 2013 l’Italia ha perso 478 mila occupati, pari a 1.311 posti di lavoro in meno al giorno, il numero dei disoccupati è aumentato di 369mila unità, pari al 13,4% in più in 1 anno, e di questi 158mila sono giovani tra 15 e 34 anni.
Il drammatico bollettino di guerra del nostro mercato del lavoro è stilato da Confartigianato che, in vista della presentazione del Job Act da parte del Governo, mette in luce anche i problemi legati all’istruzione e formazione professionale, al cuneo fiscale e agli ammortizzatori sociali.
Sull’andamento dell’occupazione pesa il costo del lavoro. Per i 4.433.093 dipendenti delle micro e piccole imprese italiane fino a 50 addetti il cuneo fiscale costa 78.502 milioni. A questo proposito, il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti avverte il Governo: “Attenzione alle scelte per ridurre il carico fiscale su cittadini e imprenditori. La coperta delle risorse a disposizione è corta: servono soluzioni equilibrate capaci di rilanciare la competitività delle nostre aziende. Non vorremmo si finisse per privilegiare alcuni settori,  lasciando scoperti milioni di imprese e loro dipendenti esposti alla concorrenza internazionale”.  
Secondo Confartigianato, la situazione occupazionale è influenzata anche dai problemi del sistema formativo: in Italia, la percentuale di under 25 che studiano e lavorano è appena del 2,8%, a fronte della media del 13,6% dei Paesi dell’Ue a 27. Confartigianato segnala, inoltre, che i diplomati degli istituti tecnici e professionali presentano una situazione occupazionale migliore rispetto a chi ha frequentato licei o ha avuto un’istruzione magistrale ed artistica. I diplomati degli Istituti tecnici, infatti, risultano occupati per oltre la metà (57,6%), con un tasso di disoccupazione pari al 22,4% ed inferiore alla media dei diplomati (26,2%), mentre quelli degli Istituti professionali risultano occupati per il 69%, l’incidenza maggiore tra i diplomati, a cui si accompagna il più basso tasso di disoccupazione, pari al 21,4%. 
Le opportunità di trovare lavoro sono ostacolate dalla crisi ma anche da interventi normativi che hanno penalizzato un contratto a valenza formativa come l’apprendistato che, nel 2013, ha consentito l’11,5% delle assunzioni effettuate dalle imprese artigiane, a fronte dell’8,7% di apprendisti assunti dal totale delle imprese. Ma la vocazione dell’artigianato ad utilizzare l’apprendistato è stata pesantemente compromessa dai maggiori costi e vincoli introdotti nel 2012 dalla riforma Fornero e dalle incertezze applicative provocate dalle tre riforme dell’apprendistato succedutesi nel triennio 2011-2013. Risultato: tra il 2012 e il 2013 le assunzioni di apprendisti nell’artigianato sono crollate del 33,8%, a fronte di una diminuzione del 16% per il totale delle imprese.
Sul fronte degli ammortizzatori sociali, Confartigianato rileva il calo, tra il 2012 e il 2013, delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni in Deroga: - 22,9%. Una diminuzione ancor più apprezzabile perché, a fine 2012, il ricorso effettivo alla CIG in deroga da parte delle imprese artigiane si traduce in un tasso di utilizzo del 23%, più che dimezzato rispetto alla media della CIG straordinaria e in deroga rilevata nel 2012 e pari al 54,56%.
“Per rilanciare l’occupazione – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, in vista dei provvedimenti annunciati dal Governo - bisogna togliere piuttosto che aggiungere e rispettare le specificità delle diverse realtà d’impresa che operano nel Paese. Basta con le continue riforme che producono soltanto incertezza tra gli imprenditori e scoraggiano le assunzioni. Non servono nuove ‘ricette’ fantasiose, soprattutto, non abbiamo bisogno di soluzioni ‘a taglia unica’. Cominciamo, invece, subito a ridurre la tassazione sul lavoro e a liberare l’apprendistato da costi e vincoli introdotti dalla riforma Fornero e che hanno impedito l’assunzione di migliaia di giovani. Continuiamo con la semplificazione delle leggi sul lavoro, affidando alla contrattazione collettiva il compito di disciplinare il dettaglio dei rapporti di lavoro. Utilizziamo l’occasione dell’attuazione della Youth Guarantee per definire un sistema di orientamento e di sostegno al lavoro che, al pari degli altri Paesi europei, offra ai giovani un percorso di continuità e coerenza tra istruzione, formazione, esperienze on the job, e inserimento lavorativo con contratto di apprendistato

mercoledì 5 marzo 2014

“SISTEMA INSOSTENIBILE DALLE IMPRESE. ATTUARE PRESTO DELEGA FISCALE PER TASSE PIÙ EQUE E STOP A BUROCRAZIA”

“Un sistema fiscale insostenibile, caratterizzato da una pressione insopportabile ed adempimenti ingestibili per numero e complessità”.
E’ l’allarme lanciato oggi dai rappresentanti di Rete Imprese Italia, ascoltati dalla Commissione Finanze in Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco.
“L’attuale sistema fiscale - scrive Rete Imprese Italia nel documento consegnato alla Commissione - è utilizzato sempre più spesso non come strumento di politica economica a favore di crescita ed equità, ma solo come fonte di maggiori entrate in cui il fattore spesa è la variabile indipendente a cui le entrate devono continuamente adeguarsi. Va capovolto il paradigma: è la spesa pubblica che deve essere riportata entro limiti che consentano una tassazione non oltre la media europea. In particolare, è fondamentale che le maggiori entrate provenienti, in primis, dal contrasto all’evasione siano totalmente destinate alla riduzione della pressione fiscale per imprese e famiglie”.
“Riteniamo, inoltre – continua Rete - che la Legge Delega rappresenti un momento di straordinaria ‘manutenzione’ dell’attuale sistema fiscale finalizzata a rendere neutra, rispetto alla forma giuridica, la tassazione dell’impresa; alla revisione, in un’ottica di semplificazione, degli attuali regimi contabili e fiscali ed alla razionalizzazione della pletora degli adempimenti fiscali, anche in relazione alla loro effettiva efficacia di contrasto all’evasione ed elusione d’imposta come pure all’introduzione di regimi premiali per le imprese più virtuose. Una rapida attuazione della Legge Delega servirà anche a migliorare il rapporto conflittuale fisco-contribuente”.
Nel documento consegnato alla Commissione, R.ETE. Imprese Italia delinea, infine, interventi immediati di riduzione delle aliquote Irpef e dell’IRAP. Nel caso dell'Irap, sia innalzando la franchigia di esenzione, sia definendo, in maniera puntuale, i soggetti esonerati dal pagamento del tributo in quanto privi di organizzazione.
Roma 5 marzo 2014

martedì 4 marzo 2014

SISTRI: “SISTEMA INEFFICIENTE, VA SUPERATO. DECRETO SEMPLIFICAZIONI PRELUDA A SOSTITUZIONE. GOVERNO RENZI PASSI DAGLI ANNUNCI AI FATTI: STOP A BUROCRAZIA”


“Prendiamo atto con soddisfazione - si legge in una nota di R.E.TE Imprese Italia sulla entrata in funzione del Sistri, il sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti pericolosi, avvenuta oggi - della sospensione delle sanzioni, della proroga della tracciabilità cartacea e, in particolare, della prospettiva, annunciata dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, di un decreto che escluda dal Sistri le imprese con meno di 10 dipendenti, che di fatto cancellerebbe l’assurda equiparazione dei rifiuti di un parrucchiere e di un piccolo commerciante con quelli di un’industria. E’ la prova che si sta cominciando a comprendere l’inadeguatezza del sistema alle esigenze delle imprese e del Paese”. 
“Non muta, quindi, il nostro giudizio profondamente negativo: il Sistri –continua la nota di R.E.TE Imprese Italia - è l’emblema della follia burocratica del nostro Paese. Il sistema ha infatti dimostrato troppe criticità, che riguardano l’interoperabilità, i malfunzionamenti tecnici e tecnologici di dispositivi e sistema, la lentezza delle procedure. Tutto ciò è costato 250 milioni di euro a 300mila imprese italiane. Riteniamo dunque assurdo e dannoso proseguire nella sua implementazione: dobbiamo al più presto sostituire il Sistri con un sistema di tracciabilità che risponda concretamente all’esigenza di una corretta gestione dei rifiuti, attraverso un modello che non gravi sulle aziende con ulteriori costi e procedure complesse ed ingestibili”.
“Il Sistri deve essere superato - aggiunge la nota - è un sistema inefficiente, scarsamente trasparente ed inadeguato, che comporta pesanti rallentamenti per le imprese e, in alcuni casi, addirittura il blocco delle attività. Per questo chiediamo al Governo di procedere rapidamente alla sua sostituzione con un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi che serva meglio allo scopo”.
“Per ‘far uscire dalla palude’ le imprese – conclude R.E.TE Imprese Italia - occorre ridurre il peso della burocrazia e del fisco. Finora però il Governo non sembra dello stesso avviso: l’avvio del Sistri e l’incremento delle aliquote TASI sono due interventi che vanno in direzione decisamente opposta alle esigenze del Paese. Si passi dagli annunci ai fatti e si proceda a una vera sburocratizzazione”. 

Roma, 3 marzo 2014 

lunedì 3 marzo 2014

Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti: “Il rilancio dell’economia italiana comincia dalle piccole imprese”

Le piccole imprese sono in pole position nella corsa del made in Italy sui mercati internazionali.
A spingere i nostri prodotti sui mercati internazionali sono infatti i settori manifatturieri con la maggiore presenza di micro e piccole imprese e che rappresentano il 26,3% del totale del nostro export manifatturiero: tra gennaio e settembre 2013 dal nostro Paese sono volati nel mondo prodotti realizzati dalle piccole imprese per un valore di 72,9 milioni di euro, con un aumento del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2012.
Lo rileva un rapporto di Confartigianato dal quale emerge che le vendite all’estero dei prodotti delle piccole imprese sono in controtendenza rispetto all’andamento complessivo delle nostre esportazioni che, nel 2013, hanno fatto registrare una diminuzione dello 0,1%.
In questa tormentata fase di recupero dell'economia italiana anche la domanda estera presenta alcune incertezze: in una stima preliminare, il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che le esportazioni extra UE dell’Italia di gennaio 2014 segneranno una flessione del 2,7% rispetto a gennaio 2013.
In questo contesto turbolento, a tenere alta la bandiera made in Italy nel mondo sono le piccole imprese soprattutto con i prodotti in pelle che mostrano un aumento del 7,1% del valore delle esportazioni. Bene anche il settore alimentare (+5,2%), gli articoli di abbigliamento (+2,8%), i prodotti in metallo e i mobili (+1,8%).
Secondo il rapporto di Confartigianato, al vertice della classifica regionale per l’aumento di esportazioni di prodotti realizzati dalle piccole imprese si colloca l’Umbria con una crescita del 13,6% a settembre 2013 rispetto ai primi nove mesi del 2012.
Secondo posto per la Toscana, che registra un incremento dell’8,6%, e terza posizione per la Provincia autonoma di Bolzano che fa segnare un +8,2%. Seguono Emilia-Romagna (+5,7%), Puglia (+5,3%), Campania (+4,7%), Friuli-Venezia Giulia (+4,1%), Veneto (+3,8%), Marche (+3,2%) e Lombardia (+3%).
A livello provinciale la migliore performance per le vendite all’estero di made in Italy proveniente dalle piccole imprese è quella di Ravenna che, tra settembre 2012 e settembre 2013, ha visto crescere le esportazioni del 43,6%.
Al secondo posto della classifica provinciale per il maggiore incremento di export si colloca Piacenza (+25,3%), seguono Arezzo (+18,4%), Salerno (11,7%), Forlì-Cesena (11%), Firenze (10,6%), Perugia (10,5%), Vercelli (8,6%), Bolzano (8,2%), Alessandria (7,8%), Macerata (6,4%), Udine (6,2%), Modena (6%), Cremona (5,5%), Fermo, Belluno e Milano (tutte tre con il +5,3%).


“La vocazione all’export – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – è uno dei tanti punti di forza dell’artigianato e delle piccole imprese che, nonostante la crisi, sanno conquistare i mercati esteri con l’alta qualità dei prodotti made in Italy e costituiscono una componente fondamentale dell’economia italiana. Con oltre 4,1 milioni di aziende, che danno lavoro a 14,2 milioni di addetti, rappresentano il 94% del totale delle imprese italiane (al netto dell’agricoltura), impiegano il 58,8% del totale degli occupati e realizzano il 62,1% del valore aggiunto. Che Italia sarebbe senza le piccole imprese? E’ ora di pensarci e di passare ad azioni concrete per liberare le piccole imprese dai troppi costi e dai troppi ostacoli che ne comprimono le potenzialità. E’ ora di cambiare. Se si vuole davvero uscire dalla crisi e rilanciare la nostra economia, bisogna iniziare a valorizzare il patrimonio produttivo delle piccole imprese italiane”.

giovedì 20 febbraio 2014

Un popolo di P.IVA in Piazza a manifestare

Le imprese sono  in attesa da troppo tempo di una ripresa che sembra non arrivare mai,  troppe ormai sono state le volte che si è gridato ed urlato che siamo oltre la crisi. Tantissime sono state le occasioni alle quali abbiamo chiesto  azioni concrete e rapide e non più promesse elettorali che svaniscono il giorno dopo.
Ognuno di noi nelle proprie Associazioni e nelle rispettive Provincie viene allarmato dai segnali che pervengono dalle troppe imprese che ogni giorno chiudono.

Era inevitabile unirsi in un grande grido che ha portato in Piazza del Popolo i 60000 imprenditori da tutta Italia animati dalle rispettive Associazioni di categoria unite oggi a Rete Imprese Italia Confartigianato, CNA, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani.
Si è capito sin da subito che sarebbe stata una grande manifestazione, in quanto ogni giorno arrivavano nel nostro ufficio testimonianze di solidarietà e voglia di partecipazione. La nostra Associazione non poteva mancare ad un appuntamento cosi importante e sentito da tanti artigiani e imprenditori , non potevamo esimerci dal grido di adunata che è sfociato in un grande bagno di folla di Partite IVA.
Uniti alle altre delegazioni della Puglia anche la Confartigianato di Brindisi si è fatta ben sentire radunando e portando in Piazza tantissimi associati.  Abbiamo condiviso gli interventi dei Presidenti  nazionali che si sono alternati sul palco e si sentiva nell’aria la rabbia del popolo degli imprenditori ogni qual volta venivano toccati gli argomenti che sono ormai sin troppo conosciuti e discussi in tutte le nostre riunioni di categoria.
Non c’è più necessità di parlare con concetti economici incomprensibili , quello che ormai si chiede a voce alta sono richieste chiare e dirette che vanno in una sola direzione, salvare le microimprese da una tassazione ormai insostenibile, da un credito sempre più scarso, da poche risorse per lo sviluppo e da una burocrazia assurda e farraginosa che strozza le imprese  e mette un tappo alla nascita e crescita di un sistema che non chiede niente a nessuno ma si autoalimenta di risorse proprie e con il duro lavoro ed il carico di responsabilità degli stessi imprenditori.
Questa iniziativa è stata promossa per esprimere il profondo disagio delle piccole imprese italiane stremate dalla crisi economica e da condizioni di contesto che comprimono le potenzialità del tessuto produttivo.
Gli imprenditori erano  in piazza a testimoniare che dal futuro delle loro aziende dipende il futuro del Paese. Al tempo stesso si è voluto  sottoporre all’attenzione della politica alcune proposte  attuabili rapidamente, che possano ripristinare un clima positivo e di maggior fiducia nel futuro  come ad esempio, fare la riforma fiscale, far ripartire le imprese e uscire dell’emergenza occupazionale, proseguire l’azione delle semplificazioni, innovare il sistema dei trasporti e della logistica, ridurre i costi energetici ma anche abolire il Sistri e favorire più facilità nell’accesso al credito.
La manifestazione  è l’occasione per dare visibilità alle micro, piccole e medie imprese, che, nonostante le difficoltà, continuano a garantire occupazione e stabilità, ma non ricevono adeguata attenzione da parte del mondo politico ed istituzionale.


venerdì 14 febbraio 2014

IL 18 FEBBRAIO A ROMA LA MOBILITAZIONE “SENZA IMPRESA NON C’È ITALIA. RIPRENDIAMOCI IL FUTURO”. PREVISTA LA PARTECIPAZIONE DI DECINE DI MIGLIAIA DI IMPRENDITORI PROVENIENTI DA TUTTO IL PAESE


Il 18 febbraio avrà luogo a Roma, a Piazza del Popolo,  “Senza Impresa non c’è Italia, Riprendiamoci il futuro”, la mobilitazione generale delle imprese promossa dalle cinque organizzazioni aderenti a Rete Imprese Italia: Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti. E’ previsto l’arrivo di decine di migliaia di imprenditori da tutta Italia, che chiederanno con forza una svolta concreta nella politica economica del Paese. Le adesioni aumentano di giorno in giorno.
Alla manifestazione interverranno, a partire dalle ore 12, i presidenti delle cinque associazioni: Marco Venturi (Portavoce di Rete Imprese Italia e Presidente di Confesercenti), Daniele Vaccarino (Cna), Giacomo Basso (Casartigiani), Carlo Sangalli (Confcommercio) e Giorgio Merletti (Confartigianato). 
La complessa situazione politica non deve infatti oscurare il disagio profondo dell’economia reale: negli ultimi cinque anni hanno chiuso circa 1.000 aziende ogni giorno, la ricchezza prodotta dal nostro Paese è diminuita del 9%, la disoccupazione è raddoppiata, passando dal 6,4% al 12,7% per un totale di 1,2 milioni di disoccupati in più. Nel frattempo, la pressione fiscale ha raggiunto il 44,3% del PIL (e resterà sopra il 44% per molto tempo) mentre quella “legale” (su ogni euro di PIL dichiarato) si aggira intorno al 54%. 
Il mondo dell’impresa diffusa, dell’artigianato e del terziario di mercato, che rappresenta il 94% del tessuto produttivo dell’Italia e ne è il principale motore contribuendo per il 62% al valore aggiunto, chiede subito un cambio di rotta e risposte concrete per uscire da una crisi che lo ha colpito duramente: l’incidenza della tassazione sui profitti ha raggiunto il 66%, il 20% in più della media europea, mentre la burocrazia costa alle PMI 30 miliardi di euro l’anno e il credito è in calo dal 2011. Rete Imprese Italia sottoporrà all’attenzione della politica alcune proposte attuabili rapidamente, che possano ripristinare un clima positivo e di maggior fiducia nel futuro. 

Roma, 14 febbraio 2014



mercoledì 5 febbraio 2014

I Carrozzieri Confartigianato: “Bene stralcio dell’art.8 su riforma Rc Auto dal Decreto Destinazione Italia”

“Esprimiamo grande soddisfazione per lo stralcio, dal Decreto legge “Destinazione Italia”, dell’articolo 8 riguardante la riforma dell’Rc Auto”.
E’ il commento del Presidente dei Carrozzieri di Confartigianato, Silvano Fogarollo, il quale sottolinea che “norme come quelle sulla riforma dell’Rc Auto, che mettono  mano ad un mercato complesso e toccano i diritti dei cittadini e l’attività di migliaia di imprenditori, hanno necessità di essere ben ponderate”.
“Apprezziamo la sensibilità dei nostri interlocutori in Parlamento. Così come esprimiamo apprezzamento nei confronti del Governo che poco fa ha deciso di stralciare l’art.8 - aggiunge il Presidente Fogarollo – hanno mostrato di comprendere le motivate ragioni, espresse tramite Confartigianato, di 14.000 imprese di carrozzeria con 60.000 addetti e la necessità di una riflessione più approfondita sulla materia”.

La scelta del Governo di stralciare dal testo del Decreto 'Destinazione Italia' le misure sulla RC Auto rappresentano un buon punto di partenza. Queste le parole di Cosimo Allegrini  Presidente del Network Centro Servizi Automotive società specializzata nel settore e  promossa da Confartgianato Brindisi.  Ora auspichiamo che il  disegno di legge  si ponga l'obiettivo di produrre un riordino complessivo del settore,  piena liberalizzazione del mercato assicurativo contro ogni forma di cartello o di oligopolio; riequilibrare il rapporto tra imprese assicurative e consumatori troppo penalizzante per i cittadini,  norme più moderne ed efficaci contro la contraffazione e le truffe,  relazioni trasparenti e non penalizzanti con le imprese del settore dell'autoriparazione.

Carrozzieri: non siamo d’accordo ma siamo pronti

In questi  mesi  stiamo   conducendo una "battaglia" in difesa di una categoria che, pur garantendo sicurezza stradale ovvero sicurezza sociale, non ha riconoscimenti. Il settore è quello delle riparazioni auto, nello specifico quello dell'autocarrozzeria.
Questo importante settore che ricomprende un cospicuo numero di imprese sulla nostra provincia , dando occupazione a numerosi  addetti, vive un momento di difficoltà importante e non certo dovuto alla congiuntura internazionale,  dice il Presidente della Categoria Carrozzieri Confartigianato Massimo Lanza.
Queste imprese hanno la necessità di un riconoscimento ufficiale del proprio lavoro che rappresenta, uno degli elementi di maggiore garanzia di sicurezza stradale.
Un'auto riparata non è una vettura che si porta in dote una anomalia, ma bensì una garanzia di sicurezza che viene rilasciata dall’azienda riparatrice in rispetto alle norme di legge.
La nostra categoria oggi più  che mai , non solo nella nostra provincia ma bensì  in tutta Italia è in mobilitazione, tante sono state le azioni di protesta profuse su tutta la penisola,  siamo in costante aggiornamento con i nostri colleghi per monitorare gli sviluppi del Decreto Legge 145/13 “ Destinazione Italia”,  che mette tutte le Carrozzerie in pericolo di chiusura .
La nostra categoria in Provincia di Brindisi ha voluto  guardare avanti , consapevole del momento e di come si stava muovendo il mercato assicurativo si è organizzata per meglio proporsi  ed essere punto di riferimento sia per gli assicurati che per  le stesse assicurazioni,  a tal proposito nasce a Brindisi il Centro Servizi Automotive rappresentato dal Presidente Cosimo Allegrini. 

Questa iniziativa è stata fortemente voluta da un gruppo di autoriparatori che hanno deciso insieme di affrontare le tante problematiche del mondo dell’autoriparazione costituendosi in Consorzio e vuole anche essere riferimento in termini di consulenza e servizi per gli utenti automobilisti assicurati.
Il  Presidente Allegrini , allarmato da tanta agitazione , forte dell’esperienza maturata in questi anni e grande conoscitore del mondo assicurativo automobilistico è stato già portavoce in passato di forti interrogazioni  e battaglie all’interno della categoria.
Oggi più che mai si evince l’esigenza di confrontarsi per far affiorare  i tanti temi caldi che circondano il nostro mondo e tante sono le domande che noi vorremmo sottoporre all’attenzione di chi ci governa.
Se da una parte siamo favorevoli e al fianco dei consumatori e noi in primis troviamo favore affinchè  le tariffe assicurative vengano riviste al ribasso, d’altra non accettiamo di essere considerati noi il fattore che incide sul prezzo pagato dagli assicurati. 
Inoltre pur essendo favorevoli ai sistemi antifrode come ad esempio la scatola nera riteniamo che questi prodotti dovrebbero portare dei reali  vantaggi  economici  in termini di risparmio   e costo finale a carico degli assicurati,  perché oggi cosi non è.

Non troviamo favore negli accordi che le compagnie assicurative propongono in convenzione , in quanto impongono tariffe orarie che non tengono in considerazione tutte le voci di costo ed adempimenti relative a una riparazione a regola d’arte e nel totale rispetto dell’ambiente e fiscale.

martedì 4 febbraio 2014

Via libera all’affitto di poltrona e cabina per acconciatori e centri estetici

Una circolare interpretativa del Ministero dello Sviluppo Economico
recepisce le sollecitazioni di Confartigianato Benessere


Fine della confusione e delle incertezze sull’affitto di poltrona per gli acconciatori e sull’affitto di cabina per i centri estetici.
A seguito delle ripetute sollecitazioni di Confartigianato Benessere, il Ministero dello Sviluppo Economico ha fatto finalmente chiarezza sulla questione del contratto di 'affitto di poltrona' e 'di cabina'.
Con una circolare interpretativa datata 31 gennaio e inviata alla Regioni, ai Comuni e alle Camere di Commercio, il Ministero segnala che “in base alla normativa nazionale l’ipotesi dell’affitto di poltrona o l’affitto di cabina è possibile tra imprese, mediante uno specifico contratto in base al quale un titolare di salone di acconciatura o di un centro estetico concede in uno una parte dell’immobile e delle attrezzature, dietro pagamento di un determinato corrispettivo”.
“La circolare – sottolinea il Presidente di Confartigianato Benessere Lino Fabbian – fornisce indicazioni nel senso da noi ripetutamente richiesto per rendere omogenee in tutta Italia le modalità di affitto di poltrona e cabina e per favorirne l’utilizzo. In questo modo i nostri imprenditori disporranno di uno strumento efficace per combattere il fenomeno dell’abusivismo e per abbattere i costi di gestione aziendale”.

lunedì 3 febbraio 2014

Confartigianato presenta al Vicepresidente della Commissione Ue Tajani il Rapporto sull’applicazione della legge contro i ‘cattivi pagatori’


La denuncia del Presidente Giorgio Merletti:
“Siamo ancora lontani dai pagamenti in 30 giorni:
la PA italiana ‘maglia nera’ nell’Ue  per i tempi più lunghi: 170 giorni
Nel 2013, per l’83% delle Pmi nessun miglioramento.
I ritardi costano alle imprese 2,1 miliardi di oneri finanziari”


Anche nel 2013, la Pubblica amministrazione italiana è stata la più lenta in Europa a pagare le imprese fornitrici di beni e servizi: con una media di 170 giorni ha superato di 109 giorni la media Ue di 61 giorni e di 140 il limite di 30 giorni imposto dal decreto legislativo n. 192/2012 sui tempi di pagamento entrato in vigore il 1° gennaio 2013 in recepimento della Direttiva 2011/7/Ue.
Un record negativo al quale si somma un altro nostro pessimo primato in Europa: l’Italia ha il maggior debito commerciale della PA verso le imprese, pari al 4% del Pil nazionale.
Lo rileva il Rapporto di Confartigianato sull’applicazione da parte della PA della Direttiva contro i ritardi di pagamento, presentato oggi a Roma dal Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti al Vice Presidente della Commissione Europea Antonio Tajani.
“Il nostro Rapporto – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, rapporteur al Vice Presidente Tajani sull’attuazione della Direttiva 2011/7/UE – dimostra che in Italia il malcostume dei ritardi di pagamento è duro a morire. I ‘cattivi pagatori’ tengono in ostaggio le imprese e rappresentano uno dei principali ostacoli alla ripresa economica. Chiediamo l’intervento della Commissione europea e del Governo italiano perché i ritardi di pagamento sono un cappio al collo degli imprenditori, ne soffocano le capacità competitive e compromettono le opportunità di rilancio dello sviluppo per il nostro Paese”.
I ritardi di pagamento degli Enti pubblici – si legge nel Rapporto di Confartigianato – sono costati alle imprese italiane 2,1 miliardi di euro di maggiori oneri finanziari. Gli imprenditori sono infatti costretti a chiedere prestiti in banca per finanziare la carenza di liquidità derivante dalle fatture non saldate.
Paradosso tutto italiano, ai ritardi nei pagamenti si aggiungono i ritardi nell’applicazione dei Decreti sblocca-debiti, varati dal Governo ad aprile e ad agosto 2013 per accelerare i pagamenti alle imprese da parte delle Pubbliche Amministrazioni: al 22 gennaio 2014, infatti, risultano pagati 21.623 milioni, pari al 79,4% dei 27.219 milioni stanziati per il 2013. Le percentuali delle somme effettivamente erogate alle imprese rispetto alle risorse stanziate sono del 94,2% per i debiti dello Stato, scendono all’81,5% per i debiti di Regioni e Province autonome e al 70,2% per quelli di Province e Comuni.
La quota dei pagamenti effettuati cala poi drasticamente per i debiti accumulati dal Servizio Sanitario Nazionale (Asl, Aziende Ospedaliere, Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, Gestione Sanitaria accentrata). Secondo il rapporto di Confartigianato, al 22 gennaio 2014 sono stati pagati 6.690 milioni, pari al 18,1% dei 36.988 milioni di debiti accumulati dal SSN nei confronti delle imprese fornitrici di beni e servizi.
I pagamenti in 30 giorni imposti dalla legge rimangono quindi un miraggio per le imprese italiane. La conferma arriva anche da un sondaggio Ispo/Confartigianato, condotto tra il 9 e il 15 gennaio 2014 su un campione di artigiani e piccoli imprenditori per misurare ‘sul campo’ il rispetto della legge sui tempi di pagamento in vigore in Italia dall’1 gennaio 2013.
Dalla rilevazione, contenuta nel Rapporto presentato oggi dalla Confederazione al Vicepresidente della Commissione Europea, emerge che, lo scorso anno, per l’86% delle piccole imprese il saldo delle fatture da parte della Pa è avvenuto ben oltre i 30 giorni imposti dalla normativa.
Complessivamente, nel 2013, l’83% dei piccoli imprenditori che hanno risposto al sondaggio non ha rilevato alcuna accelerazione nei tempi di pagamento degli Enti pubblici. Addirittura, il 12% delle imprese segnala comportamenti anomali da parte della Pa debitrice per aggirare la legge sui tempi di pagamento: ad esempio, richieste di ritardare o di riemettere le fatture, oppure la contestazione pretestuosa su beni e servizi forniti dalle imprese.
In media, i piccoli imprenditori devono aspettare 143 giorni per riscuotere i crediti dalla Pubblica Amministrazione, vale a dire 113 giorni in più rispetto al termine previsto dalla legge. Tra i settori più penalizzati vi è quello delle costruzioni: soltanto  il 7% delle imprese viene pagato entro il limite di 30 giorni.
I ritardi dei pagamenti hanno avuto pesanti conseguenze sul 37% degli artigiani e delle piccole aziende. In assenza delle risorse dovute dalla Pa, il 10% dei piccoli imprenditori ha dovuto rinunciare ad effettuare investimenti per lo sviluppo dell’impresa, l’8% è stato costretto a ritardare a sua volta i pagamenti ai propri fornitori, il 7% ha dovuto chiedere un finanziamento bancario, un altro 7% ha ridotto le riserve di liquidità d’impresa, il 6% ha ritardato il pagamento di imposte e contributi e un altro 6% ha ritardato il pagamento dello stipendio ai dipendenti. Senza contare che un quarto delle piccole imprese che nel 2013 hanno lavorato per la Pa ha subito restrizioni dalle banche proprio a causa dei ritardi di pagamento degli Enti pubblici. In particolare, gli istituti di credito hanno richiesto maggiori garanzie oppure hanno imposto un aumento del costo delle commissioni bancarie.