Benvenuti nel nostro blog, siamo impegnati al fianco delle imprese per affrontare le tante problematiche insieme.

sabato 26 aprile 2014

Sul SISTRI “Bene esclusione piccole imprese. Adesso procedere verso il superamento dell’attuale sistema”


Esprimiamo grande soddisfazione per l’esclusione delle piccole imprese dal Sistri, da noi a lungo richiesta e ora finalmente ottenuta. Il decreto firmato dal Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti cancella l’assurda equiparazione negli adempimenti sui rifiuti tra un piccolo artigiano o commerciante e un’impresa di maggiori dimensioni. Adesso, però, occorre proseguire verso il superamento dell’attuale sistema di tracciabilità, che complica inutilmente l’attività delle imprese, in particolar modo quelle del trasporto e della gestione dei rifiuti.
Così, in una nota, le cinque associazioni che compongono Rete Imprese Italia commentano il decreto ministeriale che prevede l'obbligo di adesione al Sistri solo per le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che abbiano più di 10 dipendenti.
L’esclusione delle imprese di piccola dimensione dal sistema era un atto atteso, visto che lo stesso Ministero aveva riconosciuto la validità delle nostre ragioni. Il ministro Galletti ha saputo mantenere con coerenza l’impegno assunto con le rappresentanze delle Pmi. Tuttavia – continua la nota di R.E TE Imprese Italia - non basta a far mutare il nostro giudizio profondamente negativo sulle attuali disposizioni del Sistri, tra cui l’interoperabilità, che hanno dimostrato troppe criticità ed inefficienze. Il sistema è scarsamente trasparente, ed è causa di pesanti e onerosi adempimenti per le imprese. Per questo auspichiamo nel prossimo incontro di poter affrontare una volta per tutte la questione Sistri nella sua interezza, a cominciare dall’esclusione anche per i piccoli trasportatori e i piccoli gestori.
In particolare, il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, sottolinea il coraggio e la sensibilità mostrati dal Ministro dell’Ambiente Galletti che, proprio con Confartigianato, si era impegnato ad escludere artigiani e piccole imprese dall’applicazione di un sistema inutilmente complesso ed oneroso. “Ora – aggiunge Merletti – è necessario ‘rottamare’ definitivamente il Sistri che, in questi anni, a 300.000 imprese italiane è costato 250 milioni a fronte di un sistema che non ha mai funzionato”.
Roma, 24 aprile 2014

venerdì 18 aprile 2014

Dl lavoro, Rete Imprese Italia: “Non sprechiamo l’opportunità di semplificare il mercato del lavoro e favorire nuove assunzioni”


Il Decreto sul lavoro rischia di essere un’occasione sprecata se saranno confermati gli emendamenti approvati oggi, che non rappresentano certo il ‘nuovo corso’ auspicato. In particolare, la sanzione che prevede la trasformazione in contratti a tempo indeterminato dei contratti a termine eccedenti al 20%, addirittura dalla prima stipulazione, è anzi la riconferma delle logiche che hanno caratterizzato in questo Paese tutte le norme penalizzanti per le assunzioni.
Così, in una nota, le associazioni che compongono Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) commentano gli emendamenti al decreto sul lavoro approvati oggi in Commissione Lavoro della Camera.
In un Paese con un tasso di disoccupazione record è controproducente continuare a ingessare ogni tentativo di stimolare assunzioni con contratti a termine, cioè con contratti di lavoro subordinato garantiti dalla legge e dalla contrattazione. Anche le disposizioni sul diritto di precedenza vanno in questa direzione.
Inoltre le nuove norme, tese a disciplinare il periodo transitorio, produrranno  l’effetto di riaprire tutti i tavoli contrattuali prima della normale scadenza dei ccnl, con il rischio di avviare lunghe e complesse vertenze sindacali che danneggeranno le imprese e la creazione di nuova occupazione.
Sull’apprendistato, è stata reintrodotta la percentuale di conferma, misura che non incentiva e non semplifica le assunzioni.
Viene da chiedersi se in Italia si vuole davvero che le imprese possano finalmente assumere senza dover sottostare sempre e comunque al rischio di sanzioni e contenziosi, visto quanto accade ogni qualvolta si tenti di semplificare il mercato del lavoro.
 Roma, 17 aprile 2014

mercoledì 16 aprile 2014

Il Parlamento Ue approva nuove norme su ‘made in’ Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti: “Passo decisivo per difendere la manifattura italiana rappresentata da 596.000 imprese”


“Un passo decisivo per la tutela dell’origine dei nostri prodotti e per valorizzare il patrimonio manifatturiero italiano rappresentato da 596.230 imprese con 16.274.335 addetti, di cui il 47,2% in microimprese sotto i 9 addetti, il 58,1% in micro e piccole imprese fino a 20 addetti e il 67,9% in piccole imprese sotto i 50 addetti”.
Così il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti commenta l’approvazione, da parte del Parlamento europeo, riunito in seduta plenaria, dell’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti. In pratica, si definiscono nuove disposizioni in materia di ‘made in’ per garantire la piena tracciabilità del prodotto, come già avviene nei principali Paesi aderenti al WTO (ad es. USA, Giappone, Canada e Corea).
In base alle disposizioni approvate oggi a Bruxelles, tutti i prodotti dovranno quindi presentare il marchio ‘made in’ sulla propria etichetta per essere immessi nel mercato.
Il Presidente Merletti, che fa rilevare l’impegno del Vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani per garantire l’indicazione dell’origine dei prodotti e il sostegno da parte degli Europarlamentari italiani, sottolinea che le disposizioni votate oggi colgono molteplici obiettivi: valorizzare il patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, difendere il diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, combattere il fenomeno della contraffazione”.
“Confartigianato – aggiunge Merletti - si batte da sempre per una chiara e inequivocabile identificazione dell'origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca il Made in Italy e i consumatori sono disposti a pagare un premium price pur di avere un prodotto fatto in Italia, a regola d'arte”.
“Ora manca la tappa finale. Confidiamo – conclude il Presidente di Confartigianato – che il prossimo Governo Ue a Presidenza italiana si impegni per completare rapidamente l’iter dell’approvazione definitiva. Il Governo Renzi ha nelle proprie mani la responsabilità di difendere e valorizzare il ‘modello Italia’.  Ci auguriamo che finalmente, dopo anni di battaglie, la difesa del ‘made in’ possa trovare piena attuazione. L'Italia, insieme con la Germania è, tra i G20, il Paese europeo con il maggiore valore aggiunto manifatturiero al mondo, insieme a Cina, Corea del Sud e Giappone. Questo nostro record va difeso senza esitazioni”.
Roma, 15 aprile 2014

martedì 15 aprile 2014

MELA CESYNT: L’innovativo software di analisi mutui, leasing e anatocismo per commercialisti


L’era degli interminabili calcoli su Excel per i commercialisti è giunta al termine. Cesynt Advanced Solutions, società leader in consulenza bancaria, ha sviluppato un esclusivo software per commercialisti ed  esperti contabili in grado di effettuare calcoli automatici in pochi clic per l’analisi mutui, leasing ed interessi anatocistici. Il software si chiama MELA ed è interamente fruibile online come una web application su computer, tablet e persino smartphone.
L’anatocismo, ovvero l’applicazione di tassi usurari su mutui e finanziamenti, è uno degli argomenti più scottanti del momento con cui molti commercialisti e consulenti tecnici di ufficio o di parte si trovano a fare i conti  - nel vero senso della parola – poiché sempre più correntisti vogliono sapere se sono stati vittime di tassi usurari da parte delle banche. MELA Cesynt permette ad ogni professionista di settore di avere una risposta in pochi passaggi ed anche di stampare una perizia di parte completa e personalizzabile da presentare in giudizio in caso di anomalie bancarie dimostrate.
MELA rappresenta un’innovazione assoluta nel settore in quanto è la prima volta che viene ideato un software in grado di effettuare calcoli automatici, analisi dettagliate e di stampare le perizie econometriche senza passare per decine di fogli Excel. L'applicativo MELA Cesynt, inoltre, non si limita ad elaborare analisi bancarie su mutui, leasing e finanziamenti, ma permette anche di salvare tutti i calcoli in un archivio storico che il professionista può consultare e riutilizzare anche in seguito.
Dal lancio di MELA, avvenuto agli inizi del 2014, sono stati tantissimi i commercialisti e gli esperti contabili che lo hanno provato e si sono ritenuti pienamente soddisfatti, tanto che si possono trovare recensioni positive sia sul sito ufficiale Mela Cesynt che in portali online di informazione di settore.

L’iscrizione è gratuita e permette di provare il software con 100 crediti omaggio. Ad ogni operazione, infatti, corrisponde un numero di crediti necessario per svolgere il calcolo e ci sono a disposizione diversi pacchetti crediti a partire da 45 euro. Trovate maggiori informazioni sui crediti MELA qui. 

mercoledì 9 aprile 2014

RETE IMPRESE ITALIA: “DAL GOVERNO SVOLTA POSITIVA, MA SUL CUNEO FISCALE SI POTEVA FARE DI PIU’. REALIZZARE TEMPESTIVAMENTE LE MISURE PER LA CRESCITA”


“Il Def rappresenta una svolta positiva perché parte – finalmente – dal taglio delle spese. La decisione di applicare il rigore tagliando alcuni capitoli della spesa pubblica per affrontare i due grandi punti critici dell’Italia, una crescita modesta e una disoccupazione a livelli preoccupanti, deve diventare l’inizio di una svolta forte e duratura nel tempo. Rimane però il rammarico di un intervento molto limitato sul cuneo fiscale”.
Così le cinque associazioni che formano Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) commentano l’approvazione del Documento di Economia e Finanza da parte del Consiglio dei ministri.
“Rete Imprese Italia è convinta che anche attraverso il dialogo con le parti sociali si possano individuare nuove misure e strumenti in grado di rilanciare con maggior forza l’economia. Il Governo ha indicato un percorso utile ad uscire dalla palude della crisi, ma pensiamo che occorra mettere in campo maggiori risorse per permettere alle imprese di recuperare competitività e realizzare nuova occupazione. Indubbiamente l’utilizzo della leva fiscale per sostenere i redditi più bassi è un primo segnale che può determinare effetti positivi sui consumi interni colpiti duramente dalla lunga crisi, anche se rimane un gravissimo errore aver escluso da tale misura i lavoratori autonomi e i titolari di reddito d’impresa. Tuttavia occorre agire anche sul fronte della riduzione dell’Irap che grava sulle piccole imprese, con l’innalzamento della franchigia. Così come vanno ridotti i costi dell’energia a carico dei piccoli imprenditori, oggi penalizzati da una iniqua distribuzione degli oneri in bolletta a vantaggio delle grandi imprese energivore. Vanno accolte positivamente alcune misure a favore delle imprese, a partire dal pagamento dei debiti da parte della Pubblica Amministrazione, ma devono essere rapidamente risolte le difficoltà burocratiche nei meccanismi di certificazione dei crediti pregressi e vanno fatte rispettare le norme, in vigore dal 2013, che impongono i pagamenti in 30 giorni. Bisogna anche evitare che l’intervento sul sistema bancario produca ulteriori restrizioni del credito in una fase che rimane molto difficile. Rete Imprese Italia auspica che le misure del Def finalizzate allo sviluppo vengano realizzate tempestivamente, nell’interesse del Paese ed anche per ricreare quella fiducia che manca ormai da troppo tempo”.

Roma, 9 aprile 2014

martedì 8 aprile 2014

CAMERE DI COMMERCIO, RETE IMPRESE ITALIA: “SISTEMA UTILE ALLE IMPRESE, ABOLIZIONE SAREBBE UN GRAVE ERRORE: ELIMINARE OBBLIGHI INUTILI, NON STRUMENTI CHE FUNZIONANO”



“Le Camere di Commercio costituiscono uno strumento importante ed essenziale che in questi anni ha sempre accompagnato e sostenuto le imprese italiane, dal credito ai processi di aggregazione, innovazione e internazionalizzazione, ed ha svolto un ruolo prezioso nella lunga crisi attraversata dalla nostra economia. Il sistema camerale si può e si deve riformare, con l’obiettivo di raggiungere una maggiore efficienza. Tuttavia, la sua eliminazione sarebbe un grave errore: le funzioni che le Camere svolgono attualmente verrebbero infatti disperse tra numerosi enti, con il rischio di accumulare ulteriori inefficienze e complessità burocratiche”.
Così le cinque associazioni che compongono Rete Imprese Italia (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) commentano la ventilata soppressione delle Camere di Commercio. 
“Non confondiamo le funzioni con i soggetti. Le imprese, in particolare quelle di piccola dimensione, hanno necessità di disporre di funzioni di certificazione dei soggetti economici che oggi sono svolte dal Registro delle imprese presso le Camere di commercio e che da questo database derivano. Così come hanno necessità di disporre di funzioni di promozione per l'internazionalizzazione, per il sostegno al credito, per la creazione di reti, per lo sviluppo delle economie locali. Per svolgere questi compiti, se non ci fossero, dovremmo costituire delle Camere di Commercio. D'altro canto, organismi come le Camere di commercio italiane esistono in tutti i Paesi OCSE e in tutta l'Unione Europea e sono un felice connubio pubblico-privato”.
“Se vogliamo favorire la crescita economica del Paese e la sua competitività – continuano gli imprenditori - è necessario puntare ad una innovazione del sistema camerale esistente, che rappresenta una espressione di democrazia economica e un valore aggiunto per lo sviluppo e la promozione delle economie del territorio in quanto, in particolare, coinvolge le imprese di minore dimensione”. 
“Rete Imprese Italia ritiene però – concludono gli imprenditori – che una sana spending review sia auspicabile anche nel sistema camerale. Questa riforma dovrebbe intervenire su quattro punti principali: 1) razionalizzazione del numero delle Camere di Commercio; 2) riordino delle Aziende speciali controllate; 3) miglioramento del processo di governance; 4) individuazione delle funzioni di servizio prioritario per le Pmi”. 

Roma, 7 aprile 2014