Benvenuti nel nostro blog, siamo impegnati al fianco delle imprese per affrontare le tante problematiche insieme.

venerdì 20 dicembre 2013

“La manovra non soddisfa le nostre attese di uno sforzo per rilanciare lo sviluppo e rimettere in moto investimenti e consumi”


“Nonostante apprezzabili interventi per le piccole imprese, questa manovra non soddisfa le nostre attese di uno sforzo coraggioso e convinto per rilanciare lo sviluppo e rimettere in moto investimenti e consumi. L’Italia ha bisogno di un cambio di passo molto più deciso, di interventi quantitativamente molto più rilevanti e di immediata efficacia”. E’ quanto si legge in un comunicato di Rete Imprese Italia. 
“Abbiamo apprezzato il fatto che la manovra abbia recepito alcune istanze provenienti dalle imprese – continua la nota – ma complessivamente ci sembra che il testo della Legge di Stabilità contenga anche una lunga fila di interventi perlopiù destinati a rimanere, per ora, sulla carta”.
“Tra i provvedimenti che vengono incontro al mondo produttivo – spiega il comunicato – rientrano la proroga delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica, il ripristino del credito d’imposta sulle accise per l’autotrasporto e la riforma dell’Albo nazionale dell’autotrasporto, la riduzione delle tariffe Inail, l'attenzione ai Confidi, la sanatoria per le sanzioni e gli interessi connessi a errori effettuati nel versamento della seconda rata Imu del 2013”.
Ben più consistente è l’elenco dei provvedimenti che lascia Rete Imprese Italia insoddisfatta. “La pressione fiscale rimane insopportabile e non emerge alcuna inversione di tendenza – sottolinea la nota – nemmeno con il cosiddetto fondo taglia-tasse”. Su questo strumento “grava l’incertezza – aggiunge il comunicato - riguardo all’effettivo ammontare di risorse disponibili per diminuire la tassazione delle imprese, alle quali potrebbero affluire soltanto poche briciole”. Nel mirino di Rete Imprese Italia finiscono anche “la confusione sulla tassazione locale, la sperequazione tra prestazioni e contributi Inail e Inps, la soluzione prevista per patrimonializzare i Confidi".
Roma, 20 dicembre 2013

giovedì 19 dicembre 2013

Lettera aperta del Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti al Presidente del Consiglio Enrico Letta

Caro Presidente del Consiglio,
        nella stagione della protesta legittima e comprensibile che si manifesta in molteplici espressioni, capaci di occupare la scena e catturare l’attenzione dei media, sento il dovere di far sentire la nostra voce che, pur avendo un timbro propositivo, è spesso inascoltata, nonostante rappresenti una platea ben più vasta di quella dei movimentisti dell’ultima ora.
         Nel nostro Paese si passa con eccessiva disinvoltura dallo scandalo dei “forchettoni“ (penso alla vergognosa greppia dei rimborsi regionali) al fenomeno dei “forconi” portatori di istanze in parte condivisibili e di sentimenti diffusi di indignazione.
        Nel contempo, i soggetti che ogni giorno provano a elaborare un progetto per il Paese e per le sue imprese si vedono penalizzati e persino umiliati da una politica disattenta e spesso sorda, con il risultato che diventiamo anche noi bersaglio di una lamentazione crescente e rischiamo di perdere la nostra credibilità.
        Ne deriva un senso di frustrazione accentuato dal rito dei riconoscimenti verbali al ruolo delle PMI, ai quali non corrispondono provvedimenti concreti ed efficaci di Governo e Parlamento: per dirla in soldoni, Presidente, a volte abbiamo l’impressione che di noi si parli bene, ma ci si occupi di altri. 
        Le norme “taglia” tariffe per l’assicurazione auto offrono lo spunto per una riflessione concreta. Sono in molti a ritenere, in queste ore, che finalmente il Governo ha avuto il coraggio di rompere il monopolio delle grandi imprese assicurative che, con il loro comportamento poco trasparente, vessano gli automobilisti a suon di tariffe ingiustificate e molto più salate di quelle europee.  Addentrandoci  invece nel provvedimento, si scopre che le norme limitano la libertà di scegliersi il proprio riparatore di fiducia e di fatto consegnano migliaia di artigiani nelle mani di quello stesso monopolista, il quale avrà la forza di dettare, a suo tornaconto,  le condizioni. 
         L’elenco di questa dicotomia tra il dire  e il fare è  purtroppo assai nutrito. Ricordiamo i reiterati annunci sulla riduzione del prezzo dell’energia per le famiglie  e per le imprese, per poi accorgerci che il sistema premia la solita industria decotta che lucra il sussidio di una esenzione di imposta caricata, invece, sulle famiglie e sulle piccole imprese. Per tacere del rilancio delle PMI e la contemporanea approvazione di norme che finanziano i grandi progetti industriali e dell’accesso al credito contraddetto, nella realtà, da provvedimenti che favoriscono e garantiscono le banche. 
        Vogliamo continuare, signor Presidente?
        Predicate che è ora di tornare a difendere la qualità delle nostre produzioni nazionali, ma omettete di adottatore il principio, conosciuto anche dai cinesi, diretto a garantire il consumatore attraverso la tracciabilità obbligatoria dei prodotti.
        Non ci siamo mai tirati indietro nel fare proposte e se ora ho deciso di scriverLe è per garantire che non smetteremo di lottare per lo sviluppo e la crescita delle imprese artigiane e delle Pmi del nostro Paese, ma anche che il “resistere, resistere, resistere” pronunciato in altri tempi e contesti, ha un limite: o meglio ha il limite della pazienza degli uomini. 

Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato

lunedì 16 dicembre 2013

I Carrozzieri di Confartigianato proclamano la mobilitazione della categoria contro l’obbligo del risarcimento ‘in forma specifica’: “Altro che calo delle tariffe, penalizza imprese e automobilisti”

“Non accettiamo di essere messi fuori mercato in nome di una presunta riduzione delle tariffe Rc auto e di una finta liberalizzazione”.
E’ quanto sostengono i Carrozzieri di Confartigianato, che sabato 14 dicembre, al termine del Consiglio Direttivo della categoria, convocato d’urgenza al Roma, hanno proclamato la mobilitazione delle imprese e hanno deciso di anticipare la manifestazione già indetta per il 29 gennaio nella Capitale.
I Carrozzieri di Confartigianato - che rappresentano 14.000 carrozzerie delle 17.000 operanti sul mercato - contestano la misura, contenuta nel ‘pacchetto’ di norme sulla riforma dell’RC auto varata ieri dal Governo, che renderebbe nei fatti obbligatoria la “forma specifica” nel risarcimento dei danni dei veicoli incidentati, vale a dire far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine di carrozzeria convenzionate con le assicurazioni e pagate direttamente da queste ultime. In questo modo si rischia di far chiudere migliaia di carrozzerie indipendenti, che non operano in convenzione con le assicurazioni, e si impedisce ai cittadini di esercitare la libera scelta di essere risarciti in denaro e di farsi riparare l’auto dall’officina di fiducia”.
“Questa norma – sottolinea l’Associazione dei Carrozzieri di Confartigianato - è l’esatto contrario delle liberalizzazioni perché, nei fatti, si indirizza tutto il mercato della riparazione verso le carrozzerie convenzionate, alle quali le Assicurazioni impongono condizioni contrattuali-capestro che le costringe a lavorare sotto costo, mettendo così a rischio anche la qualità della riparazione”.
“E’ singolare – sottolineano - che proprio nelle misure indicate dal Governo per abbassare i costi a carico delle Pmi, si nasconda un meccanismo che mette fuori mercato migliaia di piccole imprese. Con il provvedimento sulla riforma della Rc Auto si va in direzione opposta rispetto alla libera concorrenza nel settore e senza che ciò permetta di realizzare il tanto auspicato calo delle tariffe RC auto”.
“Liberalizzare – aggiungono i Carrozzieri di Confartigianato - significa ampliare l’offerta, mentre il provvedimento varato dal Governo metterebbe fuori gioco molte migliaia di carrozzerie che hanno individuato nella propria indipendenza imprenditoriale la scelta strategica di mercato. Inoltre, la norma crea un grave e palese conflitto di interesse in cui ricadono le Assicurazioni che, per legge, sono obbligate a risarcire il danno e non ad occuparsi direttamente della riparazione”.
Roma, 16 dicembre 2013

venerdì 13 dicembre 2013

I Carrozzieri contro l’obbligo del risarcimento ‘in forma specifica’: si rischia la ‘rottamazione’ per decreto

“Il Governo sembra voler andare in direzione opposta rispetto alla libera concorrenza nel settore RC auto, e senza che ciò permetta di realizzare il tanto auspicato calo delle tariffe RC auto”.
Così le Associazioni dei Carrozzieri di Confartigianato, Cna e Casartigiani - che rappresentano 14.000 carrozzerie delle 17.000 operanti sul mercato nazionale - commentano le anticipazioni di stampa sul provvedimento riguardante la riforma Rc auto che domani sarà all’esame del Consiglio dei Ministri.
Il Governo si appresta a varare un Decreto Legge che renderebbe nei fatti obbligatoria la “forma specifica” nel risarcimento dei danni dei veicoli incidentati, vale a dire far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine di carrozzeria convenzionate con le assicurazioni e pagate direttamente da queste ultime.
“Questa ipotesi – sottolineano le Associazioni dei Carrozzieri - è l’esatto contrario delle liberalizzazioni perché, nei fatti, si indirizzerebbe tutto il mercato della riparazione verso le carrozzerie convenzionate, alle quali le Assicurazioni impongono condizioni contrattuali-capestro che le costringe a lavorare sotto costo, mettendo così a rischio anche la qualità della riparazione. Inoltre si impedirebbe ai cittadini di esercitare la libera scelta di essere risarciti in denaro e di farsi riparare l’auto dall’officina di fiducia”.
“Liberalizzare – aggiungono i Carrozzieri di Confartigianato, Cna e Casartigiani - significa ampliare l’offerta, mentre il provvedimento all’esame del Governo metterebbe fuori gioco molte migliaia di carrozzerie che hanno individuato nella propria indipendenza imprenditoriale la scelta strategica di mercato. Inoltre, la norma proposta si muove in un grave e palese conflitto di interesse in cui ricadono le Assicurazioni che, per legge, sono obbligate a risarcire il danno e non ad occuparsi direttamente della riparazione. Infatti, si permetterebbe a chi deve risarcire il danno, quindi a chi paga la riparazione, di decidere dove, come e quanto pagare. In quale economia liberista chi compra un servizio decide il prezzo e le modalità di vendita?”
Le Associazioni dei Carrozzieri di Confartigianato, Cna e Casartigiani, che hanno proclamato la mobilitazione della categoria e annunciano una manifestazione a Roma il 29 gennaio, sollecitano l’eliminazione dell’obbligo di risarcimento in forma specifica dal pacchetto di norme sulla riforma dell’RC auto all’esame del Consiglio dei Ministri di domani.
“Le carrozzerie indipendenti – concludono - non possono essere rottamate per decreto in nome di una presunta riduzione delle tariffe Rc auto e di una finta liberalizzazione”.
Roma, 12 dicembre 2013

APPALTI PUBBLICI Il Governo sospende Dpr che esclude imprese qualificate da lavori specialistici Soddisfazione di Confartigianato: “Il Ministro Lupi ha recepito le nostre sollecitazioni”

Confartigianato esprime soddisfazione per l’intervento del Governo che ha recepito le gravi preoccupazioni delle imprese artigiane e delle Pmi in merito al Dpr del 30 ottobre 2013 in virtù del quale, negli appalti pubblici, i lavori specialistici possono essere eseguiti dai general contractor privi delle qualificazioni previste dalla legge.
Oggi, nel corso di un incontro al Ministero delle Infrastrutture tra i rappresentanti delle categorie e il Ministro Maurizio Lupi, il responsabile del Dicastero ha annunciato che il Governo ha presentato un emendamento che sospende l’efficacia del Dpr 30 ottobre 2013 e ristabilisce la norma del Codice appalti che obbliga i general contractor a affidare i lavori specialistici alle imprese qualificate.
“Apprezziamo l’impegno del Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – che ha accolto le nostre sollecitazioni e ha compreso i gravi effetti che l’entrata in vigore del Dpr avrebbero provocato a migliaia di artigiani e piccole imprese”.
Al provvedimento che sospende l’entrata in vigore del Dpr farà seguito l’avvio di un confronto tecnico per arrivare ad una revisione normativa della materia.
Roma, 12 dicembre 2013

lunedì 9 dicembre 2013

Settore Costruzioni: incentivi fiscali per ristrutturazioni unica luce per settore ancora in crisi

Un 2013 ancora a tinte fosche per le costruzioni: tra settembre 2012 e settembre 2013, l’occupazione nel settore è diminuita del 7,1%, con una perdita di 123.000 occupati. Un calo che, sommandosi a quelli registrati dal terzo trimestre 2008, porta ad una diminuzione complessiva di 400.000 occupati nelle costruzioni, pari al -20%.
Saldo negativo anche per le imprese artigiane dell’edilizia che, da settembre 2012 a settembre 2013, sono calate del 4,3%. A rischiarare l’orizzonte del settore arrivano però le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni.
 A rilevare l’impatto della crisi sull’edilizia e ad indicare le possibili strade per attenuare le difficoltà di imprese e lavoratori è un rapporto di Confartigianato presentato in occasione dell’Assemblea di Confartigianato Costruzioni, guidata dal Presidente Arnaldo Redaelli.
Dalla rilevazione emerge un quadro con molte ombre, costellato da segni negativi: nel 2012 il valore aggiunto del settore è diminuito del 5,8% rispetto al 2011. Ma il calo aumenta vistosamente se si estende la rilevazione al periodo pre-crisi: dal 2007 al 2012, infatti, la perdita di valore aggiunto delle costruzioni tocca il 22,2%, il calo maggiore tra i settori economici che hanno perso in media il 6,6% del valore aggiunto.
In calo anche i finanziamenti alle imprese di costruzione: tra giugno 2012 e settembre 2013 la flessione è stata del 2,8%. Credito più scarso, quindi, ma anche costoso, poiché i tassi di interesse pagati dagli imprenditori del settore si attestano al 7,48%, vale a dire 1 punto in più rispetto alla media di quelli applicati al totale delle imprese.
Contemporaneamente continua la flessione dello stock di mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni: da agosto a ottobre è diminuito dell’1%, mentre nell’area euro è in crescita dello 0,9%. E anche per le famiglie il tasso d’interesse applicato sui mutui per comprare casa è maggiore di 54 punti base rispetto alla media dell’Eurozona: 3,31% a fronte del 2,77%.
Tutto ciò influisce sulle compravendite immobiliari che a settembre 2013 registrano un calo del 6,6% rispetto all’anno precedente, il settimo calo consecutivo dal primo trimestre 2009.
La diminuzione delle compravendite si traduce in un consistente stock di case invendute, pari, nel 2012, al 64,4%.
Tra tanti segnali negativi, per le costruzioni qualche luce può accendersi grazie agli incentivi per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici.
Il rapporto di Confartigianato rivela infatti che, a ottobre 2013, sono 2.316.000 i proprietari di immobili orientati ad effettuare nei prossimi 12 mesi un intervento di manutenzione nella propria abitazione, e grazie alle misure introdotte dal Governo, il loro numero è aumentato del 37,4% (+ 631.000) rispetto a ottobre dello scorso anno.
 “Una boccata d'ossigeno – sottolinea Arnaldo Redaelli, Presidente di Confartigianato Costruzioni  - per il comparto maggiormente colpito dalla crisi. Proprio a fronte di questa situazione, è più che mai necessario rendere stabili e permanenti gli incentivi per raggiungere più obiettivi: rilancio delle imprese delle costruzioni, riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio energetico e difesa dell’ambiente, emersione di attività irregolari”.
Roma, 9 dicembre 2013 

mercoledì 4 dicembre 2013

Confartigianato Trasporti revoca il fermo dell’autotrasporto merci


Confartigianato Trasporti, d'intesa con Unatras a cui aderisce, ha revocato il fermo del trasporto merci programmato dal  9 al 13 dicembre.
 “Siamo consapevoli – sottolinea il Presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani - della drammatica situazione economica del Paese, ma siamo anche coscienti delle difficoltà del nostro settore che continua a perdere posizioni sia in ambito nazionale sia comunitario ed internazionale. Abbiamo mostrato forte senso di responsabilità nei confronti dei trasportatori, del Governo  e di quelle forze sociali che manifestano di perseguire interessi non chiaramente riconducibili a quelli dell'autotrasporto conto terzi”.
“Nel protocollo d'intesa che abbiamo siglato con il Governo, nelle persone del  Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi e del Sottosegretario Rocco Girlanda – spiega il Presidente di Confartigianato Trasporti - ci sono importanti aspetti economici per la categoria del valore di 330 milioni di euro, la conferma del rimborso delle accise, e aspetti riguardanti il confronto tecnico già avviato con un calendario di incontri sui controlli  del cabotaggio, le modalità di pagamento delle fatture, il protocollo neve e il calendario dei divieti di circolazione”.
Il Presidente Genedani, inoltre, sottolinea l’importanza della riforma dell'Albo nazionale dell’autotrasporto perchè la sua gestione, dopo decenni, viene ricondotta nell'ambito delle competenze dello Stato con l'assunzione di responsabilità delle Associazioni dei vettori in esso rappresentate. In questo modo, la riforma avrà molti effetti sull’attività delle imprese di autotrasporto: dal rispetto della deontologia professionale alla verifica costante dei requisiti per l'accesso al mercato e alla professione, alla determinazione di un equilibrato rapporto aziendale tra capitale, lavoro e mezzi tecnici.
Confartigianato Trasporti si impegnerà per perseguire gli obiettivi definiti nel protocollo con la garanzia del Ministro Lupi e Sottosegretario Rocco Girlanda  per difendere l’identità e lo sviluppo delle imprese dell autotrasporto di merci in conto terzi.
Roma, 3 dicembre 2013

giovedì 21 novembre 2013

Dai Carrozzieri no all’obbligo del risarcimento ‘in forma specifica’: penalizza i cittadini e le imprese di carrozzeria

“Sono a rischio la libertà di scelta dei cittadini e la sopravvivenza di 17.000 imprese di carrozzeria”. E’ l’allarme lanciato dalle Associazioni dei Carrozzieri di Confartigianato, Cna e Casartigiani in merito a due ipotesi di provvedimenti all’esame del Governo e del Parlamento e riguardanti la riforma della disciplina Rc Auto.
Il primo riguarda il pacchetto di norme nel settore assicurativo, sul quale sta lavorando il Sottosegretario allo Sviluppo economico, Sen. Simona Vicari. Il secondo si riferisce ad una risoluzione, primo firmatario l’On. Gutgeld,  in discussione presso la Commissione Finanze della Camera.
In entrambi, si renderebbe di fatto obbligatorio il risarcimento ‘in forma specifica’, vale a dire far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione.
“In tal modo – sottolineano Franco Mingozzi, Presidente di CNA/Unione Servizi alla Comunità, Silvano Fogarollo, Presidente di ANC/Confartigianato e Mario Coltelli, Presidente di Casartigiani/Autoriparazione – oltre a ledere la libertà di scelta dei consumatori, si metterebbero in ginocchio 2/3 delle imprese di carrozzeria indipendenti che non operano in convenzione con le compagnie di assicurazione”.

La posizione è stata ribadita oggi dai rappresentanti dei Carrozzieri delle Confederazioni artigiane nel corso di un’Audizione presso la 6° Commissione Finanze della Camera.
Le Associazioni dei Carrozzieri di Confartigianato, Cna e Casartigiani hanno chiesto l’eliminazione dell’obbligo del risarcimento in forma specifica dalla risoluzione Gutgeld, sottolineando che esso impedirebbe agli automobilisti di esercitare la libera scelta di essere risarciti in denaro e di farsi riparare l’auto dall’officina di fiducia del carrozziere di fiducia.

Inoltre, i Presidenti dei Carrozzieri di Confartigianato, Cna e Casartigiani sottolineano che l’obbligo del risarcimento in forma specifica è incostituzionale perché aggira la sentenza della Corte Costituzionale 19 giugno 2009, n. 180, dove viene confermato che il sistema del risarcimento diretto è facoltativo e che tale sistema non può e non deve essere considerato e/o utilizzato come se fosse “obbligatorio”, quanto piuttosto quale alternativa rispetto al sistema tradizionale (risarcimento corrisposto dalla compagnia del responsabile).


A dar ragione alle Associazioni di categoria dei carrozzieri è anche il decreto legge ‘CrescItalia’ varato il 24 gennaio 2012, dal quale, grazie alle battaglie delle tre Associazioni, è stata eliminata proprio una norma che avrebbe limitato la libertà dei cittadini e altera la concorrenza nel mercato delle riparazioni di auto.

Un tentativo simile di favorire con un premio economico la riparazione in forma specifica  è stato già fatto in occasione dell’approvazione della vigente legge n°27 del 24 marzo 2012. In quella occasione la proposta fu di decurtare il risarcimento del danno del 30% se non si utilizzavano le carrozzerie convenzionate. Tale previsione fu poi cancellata dal testo della legge approvata, anche a seguito di una forte mobilitazione della categoria.

martedì 19 novembre 2013

Confartigianato Taxi: "Il taglio del rimborso delle accise è colpo di grazia per i tassisti. Mobilitazione della categoria"

“La riduzione del credito d’imposta sulle accise del carburante, prevista dalla legge di stabilità,  rappresenta il colpo di grazia per i tassisti italiani che stanno vivendo una profonda crisi e, dal 2008 ad oggi, hanno perso il 40% della redditività. Di fronte a questo ennesimo provvedimento penalizzante, Confartigianato Taxi proclama la mobilitazione della categoria”.
E quanto dichiara il Presidente di Confartigianato Taxi, Alessandro Nordio, il quale annuncia iniziative per sensibilizzare le istituzioni sui problemi del settore. “Nei prossimi giorni, invieremo richieste di incontro ai Prefetti in tutta Italia per rendere pubblica la difficilissima situazione in cui versano gli imprenditori”.
Il Presidente Nordio sottolinea “la crisi strutturale del settore causata dalla contrazione della domanda di servizi di trasporto persone, inasprita dall’incremento della pressione fiscale diretta e indiretta e dalle difficoltà a gestire la chiusura delle attività e il trasferimento delle licenze a nuovi imprenditori, aggravata da forme di concorrenza sleale di settori affini e dei vettori esteri”.
“Tutto ciò – aggiunge il Presidente di Confartigianato Taxi – ha messo in ginocchio i nostri imprenditori, in particolare molti giovani in difficoltà di fronte agli impegni economici propri dell’avvio di attività, e che ora devono subire anche il taglio dei rimborsi delle accise. Una situazione analoga a quella degli imprenditori dell’autotrasporto merci, dei quali comprendiamo le difficoltà e condividiamo le preoccupazioni”.
“Siamo pronti – sottolinea Nordio - a far valere le nostre ragioni, con senso di responsabilità e con spirito costruttivo. Sulla nostra piattaforma di problemi e di proposte, chiediamo un immediato confronto con le Amministrazioni locali e con il Governo per individuare soluzioni  rapide. Ne va della sopravvivenza delle nostre imprese”.
Roma, 19 novembre 2013

lunedì 18 novembre 2013

Classifica di Confartigianato dei settori ‘in’ e ‘out’ tra il 2009 e il 2013

Tutela dell’ambiente, manutenzione degli impianti industriali, alimentazione guidano la classifica dei settori con il maggior sviluppo imprenditoriale in cui, dal 2009 al 2013, si è registrato un boom di 22.076 aziende artigiane, con un tasso di crescita del 7,1%.
A ‘soffrire’, invece, sono l’edilizia, l’autotrasporto e le produzioni metalliche, finiti nelle ultime posizioni di un drappello di settori che, negli ultimi 4 anni, hanno perso complessivamente 84.885 imprese artigiane, con una diminuzione del 7,6%.
La classifica dei settori in ascesa e di quelli in difficoltà è stata stilata dall’Ufficio studi di  Confartigianato e presentata in occasione della Convention della Categorie, organizzata dalla Confederazione il 15 e il 16 novembre a Roma.
Nel dettaglio, secondo la rilevazione di Confartigianato, tra il 2009 e il 2013, il record del dinamismo imprenditoriale appartiene alle aziende ‘green’ che si occupano di manutenzione di aree verdi, pulizia di edifici e cura del paesaggio e che hanno segnato il maggior aumento: 7.379 in più, con un tasso di sviluppo del 23,1%.
Al secondo posto sul podio dei settori più vitali c’è la riparazione e installazione di impianti industriali: negli ultimi 4 anni il settore ha guadagnato 5.074 aziende, con una crescita del 36,2%.
Medaglia di bronzo per l’alimentazione. Nonostante la crisi, alla qualità del cibo artigiano non si rinuncia e, così, le attività alimentari, con 485 imprese in più (1,2%), e i servizi di ristorazione, con 4.079 imprese in più (+8,9%), possono contare su un aumento di 4.564 imprese tra il 2009 e il 2013.
E’ crisi profonda all’altro capo della classifica: peggior risultato per l’edilizia che, tra il 2009 e il 2013, ha perso 17.209 imprese (-12,7%) nel settore della costruzione edifici e altre 16.445  imprese (-3,7%) nel settore dei lavori specializzati di costruzione, con una diminuzione complessiva di 33.654 imprese colpite dalla diminuzione delle compravendite, dai ritardi di pagamento, dal rialzo dei tassi di interesse.
La recessione ha lasciato segni profondi anche sull’autotrasporto, con 11.303 imprese in meno (-10,9%). Un trend negativo sul quale hanno pesato il calo dei consumi, il rincaro dei prezzi del carburante, la concorrenza dei vettori stranieri.
Al terzo posto tra i settori che hanno perso il maggior numero di aziende, la fabbricazione di prodotti in metalli: sono ‘scomparse’ 8.602 aziende, con una variazione negativa del 10,8%, messe fuori mercato dalla concorrenza internazionale e dalla volatilità dei prezzi dei metalli.
“I nostri dati – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti - mostrano i pesanti effetti della crisi su molti settori artigiani, aggravati da misure penalizzanti. E’ il caso dell’autotrasporto che, già colpito dalla crisi e dalla concorrenza sleale dei vettori stranieri, ora, in base alla legge di stabilità, si vedrebbe aumentare di 400 milioni il costo del gasolio per uso professionale. Gli imprenditori non vogliono piegarsi al pessimismo e si sforzano di innovare, investire in nuovi settori e intercettare le nuove tendenze del mercato. Ma chi guida il Paese ha il dovere di sostenerli, evitando di aggiungere all’impatto della crisi, gli effetti di provvedimenti penalizzanti”.
Roma, 16 novembre 2013

venerdì 15 novembre 2013

Oltre 229mila gli immobili a destinazione commerciale e produttiva in Puglia

Sono più di 229mila gli immobili a destinazione
commerciale e produttiva in Puglia. Per una rendita catastale complessiva di
560 milioni di euro.
Il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia ha elaborato il numero
totale di negozi e botteghe (accatastati, dall’Agenzia dell’Entrate, in categoria
C1), laboratori per arti e mestieri (C3), opifici e capannoni (D1) e
fabbricati adattati per esigenze industriali (D7).
In particolare, nella provincia di Bari, è concentrato il 40,3 per cento dei
negozi aperti in tutta la regione. Sono ben 58.510 su 145.307. Seguono il
Salento con il 20,6 per cento (29.955 rivendite), la Capitanata con il 15 per
cento (21.860), la provincia di Taranto con il 13,4 per cento (19.421) e quella
di Brindisi con il 10,7 per cento (15.561). Per una rendita catastale
complessiva di 227,6 milioni di euro.
Restringendo l’analisi ai soli capoluoghi, Bari conta 12.565 negozi, pari al
38,8 per cento del totale. Ci sono, poi, Taranto (6.567), Foggia (5.267
rivendite), Lecce (4.838) e Brindisi (3.160).
Riguardo ai laboratori per arti e mestieri, se ne contano 45.024 in
Puglia, di cui 14.331 nel barese e 13.289 nel Salento. Queste due province
rappresentano, da sole, oltre il 60 per cento degli immobili di categoria C3.
Seguono Foggia (6.318), Taranto (6.081) e Brindisi (5.005).
Gli opifici sono 30.032, di cui 12.067 hanno sede in provincia di Bari,
6.126 in Capitana, 5.550 nel Salento, 3.156 nel tarantino e 3.133 nel
brindisino.
I fabbricati adattati per esigenze industriali sono 8.805, di cui
5.132, pari al 58,3 per cento, costruito nel barese, 1.164 in provincia di
Foggia, 973 nel Salento, 912 a Brindisi e 624 a Taranto.
«L’indagine effettuata dal nostro Centro Studi regionale – dice il
presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza – evidenzia
come, nonostante la durissima crisi economica, i laboratori e le botteghe
artigiane siano ancora capillarmente diffusi sul nostro territorio. Purtroppo,
però, la sempre maggiore tassazione che grava, paradossalmente, anche sugli
immobili strumentali, rischia di spazzare via migliaia di imprese. Come
calcolato dalla nostra Confederazione nazionale, infatti, il prossimo anno
l’impatto dell’Imu sugli immobili strumentali, unito a quello della Trise sui
rifiuti e servizi indivisibili, arriverà a 12,8 miliardi di euro: il 51,4 per cento
rispetto al 2011. L’effetto combinato – spiega – di questi nuovi tributi
annullerà, di fatto, i benefici di qualsivoglia altro sgravio o riduzione del costo
del lavoro. Si tratta – conclude il presidente – di una pressione fiscale
intollerabile e soprattutto iniqua: non possono equipararsi gli immobili
produttivi alle seconde case. I nostri laboratori sono la nostra prima casa».

martedì 12 novembre 2013

Il Ministero dell’Interno e le Confederazioni dell’Artigianato e delle Pmi insieme per la legalità e la sicurezza delle imprese Firmato oggi a Verona un Protocollo quadro

Intensificare la collaborazione tra Organizzazioni imprenditoriali e forze dell’ordine per combattere la criminalità che colpisce le imprese. E’ l’obiettivo del Protocollo quadro per la legalità e la sicurezza delle imprese firmato oggi a Verona dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano e dai vertici di Confartigianato, Cna e Casartigiani.
Per Confartigianato ha sottoscritto l’intesa il Presidente Giorgio Merletti.
Il Protocollo, che ha durata triennale, prevede la realizzazione di iniziative per difendere i piccoli imprenditori dai fenomeni di criminalità attraverso programmi di informazione e di formazione, misure di prevenzione e strumenti di protezione e contrasto dei reati predatori.
Il Ministero dell’Interno diffonderà materiale informativo e divulgativo sulle buone prassi da seguire per ridurre il rischio di furti e rapine e per consentire agli imprenditori di fornire alle forze dell’ordine informazioni utili ad individuare i responsabili dei reati. Il Viminale, inoltre, si impegna a formare, attraverso il personale delle forze dell’ordine, gli imprenditori nell’adozione di efficaci misure di autoprotezione.
Da parte loro, le Organizzazioni artigiane promuoveranno la diffusione dei contenuti del Protocollo attraverso la sottoscrizione di accordi tra le Associazioni territoriali e le Prefetture, la partecipazione degli imprenditori alle attività di formazione per contrastare la criminalità, la diffusione di sistemi di videosorveglianza e l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici.
In particolare, il Ministero dell’Interno e le Organizzazioni imprenditoriali si impegnano a promuovere  l’adozione, da parte delle imprese artigiane e delle piccole aziende, di sistemi di videosorveglianza e di sicurezza tecnologicamente avanzati, anche attraverso la predisposizione di un disciplinare tecnico in tema di video allarme antirapina.
Le Prefetture favoriranno lo sviluppo operativo del sistema, sottoscrivendo con le articolazioni territoriali delle Confederazioni i relativi Protocolli.

giovedì 7 novembre 2013

31 miliardi l’anno bruciati dalle imprese in adempimenti amministrativi Confartigianato dà il via all’Osservatorio anti-burocrazia. On line sul sito www.confartigianato.it

30,98 miliardi l’anno: è il costo annuo degli adempimenti amministrativi a carico delle imprese italiane. Un onere enorme, pari a 2 punti di PIL, e che, su ciascuna azienda, pesa per 7.091 euro l’anno. L’insostenibile pesantezza della burocrazia confina l’Italia al 73° posto, tra i 185 Paesi del mondo, nella classifica internazionale sulla facilità di fare impresa.
Questi costi potrebbero diminuire di 8,49 miliardi, pari al 29% in meno, se venissero attuati i provvedimenti di semplificazione varati tra il 2008 e il 2012.
Norme che dovrebbero alleggerire costi e vincoli burocratici in materia di lavoro e previdenza, fisco, privacy, appalti, ambiente, edilizia.
Ma gli effetti di questi provvedimenti sono ancora tutti da dimostrare. Confartigianato ha quindi deciso di misurare la reale efficacia per gli imprenditori di queste leggi di semplificazione e individuare nuovi interventi di sfoltimento della giungla burocratica. Per questo da oggi, sul portale di Confartigianato www.confartigianato.it è attivo l’osservatorio ‘Follia burocratica? Raccontaci la tua’.
Uno spazio nel quale gli imprenditori possono raccontare le loro esperienze, denunciare le loro storie di ordinaria follia burocratica. In pochi click, si può compilare un questionario, segnalando le complicazioni che rendono difficile l’attività produttiva.
La consultazione resterà attiva fino al 31 gennaio 2014 e le segnalazioni degli imprenditori verranno raccolte in un rapporto finale di proposte che sarà presentato al Governo e al Parlamento.
“La nostra iniziativa – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – serve a monitorare quanto degli impegni per semplificare la vita degli imprenditori si traduce in realtà. Di leggi anti-burocrazia ne esistono anche troppe. Bisogna soltanto applicarle e farle rispettare. controllarne l’effetto, verificare il risultato percepito dalle imprese. Non fate nuove leggi, ce ne sono già tante, fate funzionare quelle che esistono. Insomma, per abbattere il mostro della burocrazia, bisogna semplificare la semplificazione!”.


Costi amministrativi annui per le PMI
Milioni di euro-93 procedure ad alto impatto-monitoraggio tra il 2007 e il 2012
Ambito
Costo totale
Lavoro e Previdenza
                                        9.940
Sicurezza sul lavoro
                                         4.600
Edilizia
                                         4.440
Ambiente
                                         3.410
Fisco
                                         2.760
Privacy
                                         2.590
Prevenzione incendi
                                         1.410
Appalti
                                         1.210
Paesaggio e Beni Culturali
                                            620
TOTALE
                                       30.980
Costo per imprese fino 250 addetti (euro)
7.091
Costo per le imprese per ciascuna procedura ad alto impatto (milioni)
333
Costi sul Pil (%)
2,0
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Dip. funzione pubblica-Ufficio per la semplificazione




mercoledì 30 ottobre 2013

“Solo 5 giorni di tempo dalla pubblicazione di aliquote e detrazioni Imu al versamento dell’imposta. Vanno allungati i termini”

“La decisione adottata dal Parlamento di permettere ai Comuni la pubblicazione nel proprio sito Internet fino al 9 dicembre prossimo delle aliquote e delle detrazioni Imu che vanno utilizzate per i versamenti in scadenza il 16, dopo appena cinque giorni lavorativi, rende materialmente impossibile l’adempimento, mettendo a repentaglio il gettito che dovrebbe affluire nelle casse degli enti locali”. Lo denuncia Rete Imprese Italia in un comunicato dove si commenta la decisione assunta in sede di conversione del Dl 102/2013.
“Se verrà mantenuto in vita questo termine – sottolinea la nota di Rete Imprese Italia – le imprese non potranno garantire il versamento entro la scadenza del 16 dicembre e, soprattutto, non potranno assicurarne la correttezza a causa dei tempi ristretti a disposizione, rischiando quindi sanzioni non per propria colpa”.
“A questo punto – conclude il comunicato di Rete Imprese Italia – è necessario un intervento, già sollecitato in sede di conversione del Dl, che ripristini l’obbligo per tutti i Comuni di pubblicare aliquote e detrazioni Imu sul portale del Federalismo fiscale e non oltre il 15 novembre. Nel contempo, va comunque consentita la regolarizzazione del versamento, senza sanzioni né interessi, entro 30 giorni dalla scadenza”.
Roma, 30  ottobre 2013

venerdì 25 ottobre 2013

“Meglio in Svizzera?” Le piccole imprese incontrano il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato.


Troppe tasse, troppa burocrazia, poco credito: così si presenta l’Italia ad un piccolo imprenditore.
Poche tasse, poca burocrazia e tante opportunità: così si presenta la Svizzera ad un imprenditore italiano.
E gli imprenditori si chiedono: “Meglio in Svizzera?”
Le piccole imprese ne discuteranno lunedì 28 aprile, alle ore 20.45, a Malpensafiere, ad un incontro con il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato organizzato da Confartigianato Imprese con la collaborazione del Corriere della Sera.

All’iniziativa interverranno Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato Imprese, e Dario Di Vico, giornalista del Corriere della Sera.

Ad oggi gli imprenditori che hanno dato la loro adesione all’incontro sono più di 1.000, interessati a chiedere al Ministro Zanonato cosa intende fare il Governo per alleggerire i tanti vincoli e costi che ostacolano la competitività imprenditoriale in Italia.

Lunedì 28 ottobre a Malpensafiere sul tavolo ci saranno quei problemi, tutti italiani, che scoraggiano i nostri imprenditori e li spingono a guardare a Paesi, come appunto la Svizzera, dove fare impresa non è una battaglia quotidiana contro tasse, burocrazia, credito, lavoro….  .

Al Ministro dello Sviluppo Economico, gli imprenditori chiederanno di creare in Italia condizioni di normalità per svolgere un’attività produttiva, condizioni simili a quelle degli altri Paesi europei.



“Bene la proroga di 10 mesi nell’applicazione delle sanzioni. Si sfrutti il periodo per avviare una seria verifica del sistema”

“Rete Imprese Italia esprime soddisfazione per  l’emendamento proposto dagli onorevoli Vignali e Pizzolante, fatto proprio dal Governo e approvato dalla Camera, che prevede di non applicare le sanzioni relative al Sistri per 10 mesi a partire dal primo ottobre. Si tratta di un significativo stop a una procedura che sta creando gravi problemi alle imprese. Rete Imprese Italia invita, quindi, il Governo a utilizzare al meglio la proroga per realizzare una sperimentazione concordata e finalizzata alla verifica dell’intero sistema”. Lo si legge in un comunicato di Rete Imprese Italia relativo all’approvazione di un emendamento governativo al Dl 101/2013 contenente Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni.

Roma, 25 ottobre 2013

giovedì 17 ottobre 2013

Parlamento Ue approva nuove norme su ‘made in’

“Una tappa storica per le imprese italiane e per la tutela dell’origine dei nostri prodotti”.

Così il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti commenta l’approvazione, da parte della Commissione Mercato interno e Protezione dei Consumatori del Parlamento europeo, dell’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti. In pratica, si definiscono nuove disposizioni in materia di ‘made in’ per garantire la piena tracciabilità del prodotto, come già avviene nei principali Paesi aderenti al WTO (ad es. USA, Giappone, Canada e Corea).
In base alle disposizioni approvate oggi a Bruxelles, tutti i prodotti dovranno quindi presentare il marchio ‘made in’ sulla propria etichetta per essere immessi nel mercato.
Il Presidente Merletti, che fa rilevare l’impegno del Vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani per garantire l’indicazione dell’origine dei prodotti e il sostegno da parte degli Europarlamentari italiani, sottolinea che le disposizioni votate oggi colgono molteplici obiettivi: valorizzare il patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, difendere il diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, combattere il fenomeno della contraffazione”.
“Confartigianato – aggiunge Merletti - si batte da sempre per una chiara e inequivoca identificazione dell'origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca il Made in Italy e i consumatori sono disposti a pagare un premium price pur di avere un prodotto fatto in Italia, a regola d'arte”.

“Confidiamo – conclude il Presidente di Confartigianato – che ora anche i Governi nazionali facciano la loro parte e che il Governo Letta si impegni per difendere e valorizzare il ‘modello Italia’.  Ci auguriamo che finalmente, dopo anni di battaglie, la difesa del ‘made in possa finalmente trovare piena attuazione”.
Secondo Merletti, infatti “più informazione e maggiore trasparenza sull’origine delle merci possono contribuire a rilanciare produzione e consumi”. In base a una ricerca dell’Ufficio studi di Confartigianato condotta su dati Eurobarometro risulta che 1 cittadino europeo su 3, vale a dire 130 milioni di persone nella Ue, sceglie cosa acquistare sulla base dell’origine dei prodotti riportati in etichetta. In Italia l’attenzione all’origine dei prodotti riguarda 25 milioni di persone.
Roma, 17 ottobre 2013

lunedì 14 ottobre 2013

Un confronto tra imprenditori per discutere delle opportunità provenienti dall’utilizzo consapevole del web


Giovedì 17 ottobre alle ore 17,30 presso Scuola d’Impresa di Confartigianato in un incontro aperto a tutti i professionisti ed imprenditori del territorio si terrà la Master Lecture di Gabriele Granato, sulle opportunità provenienti dall’utilizzo consapevole del web, dal titolo:  “Il valore di una buona identità e reputazione digitale”.
Gabriele Granato, imprenditore ed esperto di web marketing e fondatore della società 3d0 di Napoli, si occupa di tutto ciò che è inerente alla rete e in particolare al web marketing e alla realizzazione di strumenti che permettano di acquisire visibilità e operatività a costi sostenibili.
Le Master Lecture sono degli eventi organizzati a margine del Campus in Gestione d’Impresa di Casa Imbastita Campus Puglia, rivolti sia agli imprenditori che frequentano il percorso di formazione ma soprattutto rivolto a tutti gli imprenditori del territorio che hanno voglia di sentire parlare di casi concreti e di successo riguardo all’applicazione delle competenze manageriali, oggi indispensabili per restare sul mercato ed attuare delle strategie di sviluppo.
Le Master Lecture consistono quindi in incontri con opinion leader, personalità provenienti dal mondo delle imprese, dalle professioni e dalle istituzioni, al fine di avviare uno scambio di esperienze e consentire l'apertura di nuove prospettive.
Questo appuntamento  non è un caso isolato ma fa parte del programma di eventi per il 2013 sulla cultura d’impresa e formazione manageriale organizzati da Casa Imbastita Campus Puglia sia nella sede formativa del Campus ad Oria ma anche in altre sedi sul territorio regionale.
Diversi sono stati infatti gli appuntamenti già realizzati come la Master Lecture con Cesare Fiorio, l’ex direttore della Ferrai, organizzata a luglio e diversi saranno gli appuntamenti da realizzare entro l’anno sempre rivolti agli imprenditori pugliesi che intendano cercare soluzioni alle difficoltà riscontrate con la crisi economica.
Per prenotare la propria partecipazione all’evento basta andare sul sito internet di Casa Imbastita Campus www.casaimbastitacampus.it e prenotarsi inserendo i propri dati, per eventuali informazioni contattate gli uffici di Scuola d’Impresa al 0831840607 o inviateci una mail a scuoladimpresa@cedfor.it.


giovedì 10 ottobre 2013

Abbattere il costo del lavoro per gli artigiani con riduzione dell’Irap, dei premi Inail e dei contributi Inps

Ridurre il costo del lavoro a carico delle imprese artigiane con la revisione dei premi Inail, dei contributi per malattia versati all’Inps e con la riduzione dell’Irap”.

Lo ha sollecitato oggi il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, in occasione dell’incontro a Palazzo Chigi sulla Legge di stabilità tra il Presidente del Consiglio Enrico Letta e i vertici di Rete Imprese Italia.
Tra gli interventi indicati al Governo dal Presidente Merletti per incidere sul costo del lavoro, vi è il riequilibrio tra i contributi versati da artigianato e terziario all’Inps e all’Inail, per complessivi 4 miliardi annui, e le prestazioni ricevute.
In particolare, per quanto riguarda l’Inail, Merletti ha sottolineato che le gestioni dell’artigianato e del terziario determinano un costante avanzo di esercizio di circa 2 miliardi annui, pari a oltre 20 miliardi di euro negli ultimi 10 anni. Merletti ha quindi chiesto la riduzione delle tariffe dei premi Inail pagate dagli imprenditori per rimediare allo squilibrio fra l’ammontare dei premi assicurativi versati e le prestazioni erogate, attuando quanto disposto dal decreto legislativo 38/2000.
Analoga richiesta Merletti ha avanzato per la revisione delle aliquote dei contributi per malattia versati all’Inps dagli imprenditori artigiani e del terziario. “L’Inps – ha spiegato – ha un avanzo positivo della gestione malattia, pari al 50% del totale delle entrate, dovuto quasi per intero ai contributi pagati dalle imprese dell’artigianato e del terziario, che determinano da anni positivi avanzi di gestione pari a 2 miliardi di euro annui. I contributi richiesti alle imprese – ha detto Merletti - sono strutturalmente sovradimensionati rispetto ai fabbisogni della gestione e determinano avanzi di cui non si conoscono gli impieghi, mentre alle aziende vengono richieste contribuzioni aggiuntive per ogni nuova previsione contributiva”.
Il Presidente di Confartigianato ha sollecitato anche la graduale riduzione dell’Irap a partire dalle imprese di più piccole dimensioni, innalzando la franchigia di imposizione (no tax area IRAP).
Roma, 10 ottobre 2013

Da imprese e lavoratori scarsa fiducia in centri per l’impiego: utilizzati dal 2,9% delle imprese e dal 3,4% dei lavoratori

Soltanto il 2,9% delle imprese italiane assume personale selezionato dai Centri per l’Impiego. Gli imprenditori preferiscono cercare i loro collaboratori tramite le segnalazioni di conoscenti e fornitori (nel 61% dei casi) e attraverso le banche dati aziendali (24,6% dei casi).

Ma anche chi cerca lavoro utilizza molto poco gli strumenti pubblici di collocamento. Infatti, appena il 3,4% degli occupati italiani si è rivolto ai Centri per l’impiego per trovare lavoro. Una percentuale che scende al 2,7% per i giovani fino a 29 anni.
La scarsa fiducia di imprese e lavoratori nei servizi pubblici per l’impiego è testimoniata in un rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato dal quale emerge che nel 2012 sono state 40.534 le imprese italiane che hanno utilizzato il servizio pubblico per trovare il personale da assumere.
La disaffezione di imprenditori e dipendenti verso i centri per l’impiego è aumentata negli ultimi anni: nel 2010 la quota di imprese che li ha utilizzati si attestava al 6,3% per diminuire al 2,9% nel 2012.
In discesa l’utilizzo anche da parte degli aspiranti lavoratori: si è passati dalla quota del 3,9% tra il 1997 e il 2003 all’attuale 3,4%.
Confartigianato ha calcolato il costo per le finanze pubbliche dei 553 Centri per l’impiego operanti nel Paese e che occupano 8.781 addetti: si tratta di 471 milioni di euro l’anno e si traduce in una spesa di 13.391 euro per ciascun occupato a cui è stato trovato lavoro.
Diversa la produttività dei Centri per l’impiego nelle differenti aree del Paese: dalla migliore performance nel Nord Ovest, con 418 utenti per addetto, si passa al Nord Est con 271 utenti per addetto, per scendere alle regioni del Centro (269 utenti per addetto) e al Mezzogiorno (220 utenti per addetto). Secondo Confartigianato, se si applicasse il criterio di efficienza del Nord Ovest a tutti i centri per l’impiego italiani sarebbero necessari 3.526 addetti in meno, con un risparmio di 137 milioni l’anno.
A fronte della scarsa efficacia dei centri per l’impiego nel gestire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, cresce il numero dei disoccupati. Il rapporto di Confartigianato rivela che nell’ultimo anno in Italia le persone senza lavoro da almeno un anno sono aumentate del 19,2%, oltre 5 punti in più rispetto al +13,9% dell’Eurozona. Tra il II trimestre 2008 e il II trimestre 2013 la disoccupazione di lungo periodo è più che raddoppiata (+114,7%), con un ritmo superiore di oltre sedici punti rispetto alla media dell’Eurozona (+98,6%).

“I risultati del nostro rapporto – sottolinea Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato – impongono di ripensare gli strumenti pubblici per gestire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Vanno riorganizzate politiche attive mirate sulla realtà produttiva e sulle nuove esigenze di imprese e lavoratori e che coinvolgano il sistema della scuola e della formazione professionale”.

venerdì 4 ottobre 2013

Il made in Italy in ripresa sui mercati esteri: nel 2013 export manifatturiero a 178 miliardi

E’ un 2013 con segnali positivi per l’export made in Italy quello che emerge dalla rilevazione condotta dall’Ufficio studi di Confartigianato.
Nel secondo trimestre dell’anno le nostre vendite all’estero sono aumentate dello 0,4% rispetto al primo trimestre 2013.

A spingere il made in Italy sui mercati internazionali è il settore manifatturiero: nel primo semestre dell’anno dal nostro Paese sono volati nel mondo prodotti per un valore di 178.015 milioni di euro, con un aumento di 55 milioni (+ 0,4%) rispetto a giugno 2012.
I territori italiani sono stati protagonisti della corsa sui mercati internazionali tra il primo semestre 2012 e giugno 2013. Al vertice della classifica regionale per l’aumento di esportazioni si collocano le Marche, con una crescita del 12,7% dell’export. Secondo posto al Lazio che registra un incremento del 7,9% e terza posizione per il Piemonte che fa segnare un + 2,1%. Il calo più vistoso dell’export si registra in Sicilia, con una perdita del 17,9% delle vendite all’estero.
A livello provinciale la migliore performance è quella di Firenze che, tra giugno 2012 e giugno 2013, ha visto crescere le esportazioni del 14,3%. Un aumento cui hanno contribuito soprattutto le vendite di macchinari e attrezzature, aumentate del 39,4%, di capi d’abbigliamento (+13,1%), di prodotti in pelle (+8,7%). Al secondo posto della classifica provinciale per il maggiore incremento di export si colloca Roma (+10,1%), segue Torino con un aumento del 5,4%.
In termini assoluti, la leadership regionale per il maggiore valore di beni manifatturieri esportati, pari a 52.384 milioni di euro, è della Lombardia. Seguono il Veneto, con 25.074 milioni di euro, e l’Emilia Romagna 24.701 milioni. A livello provinciale prima posizione per Milano con 17.856 milioni di esportazioni, seguita da Torino con 9.536 milioni e da Vicenza con 7.594 milioni di euro.
Nel primo semestre del 2013, il 53,8% dei nostri prodotti manifatturieri ha raggiunto i mercati dell’Unione Europea, dove però le vendite hanno fatto registrare un calo del 3,1%, e il restante 46,2% è stato venduto nel resto del mondo con una crescita del 2,6%.
Tra i nostri migliori ‘clienti’ nel mondo spicca l’Africa dove, a giugno 2013, le vendite dei prodotti manifatturieri made in Italy sono aumentate del 9,2% rispetto al secondo semestre 2012. Segue l’Asia con un incremento del 5,4% del nostro export manifatturiero. Battuta d’arresto invece per l’export verso l’America dove le nostre esportazioni sono calate dell’1%.
“I nostri dati – sottolinea il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli - confermano che l’Italia non è soltanto terra di conquista per gli altri Paesi. Le nostre imprese sanno conquistare i mercati esteri con l’alta qualità di prodotti made in Italy che nascono in larga parte nell’artigianato e nelle piccole aziende ben radicate nei territori italiani. E, anche grazie alle nuove tecnologie abilitanti, le piccole aziende riescono a superare limiti e vincoli, diventano sempre più imprese globali. Ma dobbiamo fare di più per preservare e valorizzare questo nostro modello produttivo. Occorre offrire ai piccoli imprenditori gli strumenti per aggregarsi e fare massa critica affinchè possano continuare a portare nel mondo l’eccellenza della manifattura italiana”.

venerdì 20 settembre 2013

Il Sistri: “E’ un sistema inefficiente, poco trasparente, inadeguato. Va sostituito”

“E’ inopportuno riavviare un sistema di tracciabilità dei rifiuti come il Sistri, che ha già dato numerose prove di inefficienza, scarsa trasparenza e inadeguatezza. Non riteniamo che il Sistri possa essere attuato nei tempi operativi fissati. Va, quindi, sostituto con un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi che risponda a criteri di efficienza, trasparenza, economicità e semplicità ”. Lo ha affermato Cesare Fumagalli, Segretario Generale della Confartigianato, intervenuto a nome di Rete Imprese Italia all’audizione sulla “Conversione in legge del Dl 31 agosto 2013” tenuta di fronte alla 13a Commissione Territorio e Ambiente del Senato.
In attesa che il Sistri venga abbandonato, Rete Imprese Italia chiede che:
1) al sistema di tracciabilità aderiscano solo i produttori iniziali di rifiuti pericolosi e gli enti o le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale, compresi i vettori esteri che operano sul territorio nazionale;
2) per questi operatori sia prevista una fase sperimentale del sistema, da definire con decreto entro il 31 dicembre prossimo, che duri fino al 31 dicembre 2014 e sia prorogabile per non oltre sei mesi;
3) ogni sanzione per violazioni relative agli obblighi derivanti dal sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti sia sospesa per tutta la fase sperimentale;
4) i contributi versati dalle imprese per l’iscrizione al Sistri negli anni 2010, 2011 e 2012 siano restituiti o possano compensare altri prelievi fiscali.
Roma, 19 settembre 2013

lunedì 16 settembre 2013

I risultati dell’Osservatorio di Confartigianato: è sempre emergenza crediti insoluti, poco rispettata la legge sui tempi di pagamento. I privati sono peggiori pagatori rispetto alla Pa

 La legge sui tempi di pagamento in vigore dall’1 gennaio 2013 stenta ad essere rispettata dai committenti pubblici e privati. Lo confermano le segnalazioni di artigiani e piccoli imprenditori all’Osservatorio attivato il 31 gennaio 2013 da Confartigianato e visibile sul sito della Confederazione (www.confartigianato.it).

I risultati sono stati comunicati oggi dal Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti nel corso di un incontro con il Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani.
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio di Confartigianato soltanto il 13,4% degli imprenditori rileva che i tempi di pagamento della Pubblica amministrazione si sono accorciati, mentre il 68,7% li considera invariati e il 17,9% segnala che si sono addirittura allungati.
Il fenomeno dei ritardati pagamenti si è aggravato nelle transazioni commerciali tra privati, dove si  concentra l’87,5% dei crediti insoluti a danno degli artigiani. Il 36,6% dei piccoli imprenditori dichiara che i tempi di pagamento dei privati si sono allungati, a fronte del 50% che non ha rilevato cambiamenti, mentre solo il 13,9 % segnala una diminuzione dei tempi per veder saldate le fatture.
Dall’Osservatorio emerge poi che oltre il 50 per cento dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le piccole imprese è fatto da crediti di modesta entità, fino a 2000 euro, e soltanto il 3,6% dei crediti supera i 50.000 euro, a dimostrazione della complessità amministrativa e farraginosità delle procedure.
Il dato cambia nei crediti verso altre imprese private: la quota di debiti fino a 2000 euro riguarda il 22,3% delle imprese creditrici, mentre i debiti fino a 50.000 euro riguarda il 25% degli imprenditori.
“A 8 mesi dall’entrata in vigore  – ha sottolineato il Presidente Merletti - l’applicazione delle nuove norme in Italia risulta ancora scarsa e, addirittura, il fenomeno dei crediti insoluti è peggiorato nei rapporti tra privati. Per quanto riguarda i debiti della Pa subiamo gli effetti di un sistema di regole e procedure, soprattutto per l’esigenza di tenere i conti pubblici sotto controllo, che ha frenato l’efficienza amministrativa dei processi di pagamento, fino a produrre debiti arretrati che superano la cifra di 91 miliardi”. “Tra le cause dei debiti dei privati – ha aggiunto Merletti – vi sono le inefficienze della giustizia civile, che rendono conveniente essere cattivi pagatori”.
Roma, 13 settembre 2013

giovedì 12 settembre 2013

Corsi ed esami per il rilascio del “Patentino Frigorista”

L'11 febbraio 2013 è diventato operativo il Registro Telematico Nazionale delle imprese e delle persone certificare ad operare su impianti che contengono Gas Fluorurati ad effetto serra (FGAS).
Lo ha comunicato il Ministero dell'Ambiente.
Tale registro è istituito ai sensi dell'art. 13 del DPR gennaio 2012, n° 43.

Entro l’11 giugno 2013, dovevano  iscriversi al citato Registro per via telematica tutte le persone e le aziende che svolgono, su apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d'aria e pompe di calore che contengono gas fluorurati ad effetto serra, una o più attività di controllo delle perdite dalle applicazioni, recupero di gas fluorurati ad effetto serra, installazione, manutenzione o riparazione.
L’iscrizione a suo tempo fatta e con le procedure  indicate  dalla Camera di Commercio erano indispensabili per la  richiesta del  rilascio di un certificato provvisorio, il quale permetteva di svolgere l'attività in attesa del certificato definitivo.
 Per ottenere quest'ultimo, gli addetti ai lavori dovranno sostenere un esame entro 6 mesi dalla data di iscrizione al Registro; ottenendo così anche il Patentino del frigorista, senza il quale non è possibile esercitare la loro professione.
Per quanto riguarda le imprese, invece, per poter continuare a svolgere la propria attività, dovranno impiegare esclusivamente personale in possesso di certificato definitivo e Patentino del frigorista.
Inoltre l'impresa dovrà poter dimostrare che il personale impiegato in tali attività, abbia sempre a disposizione strumenti adatti e specifiche procedure operative da seguire.
La Confartigianato di Brindisi in collaborazione con la società Pro Management srl  già accreditata  da BUREAU VERITAS ITALIA come "Organismo di Valutazione",  per la conduzione degli esami teorici e pratici per il conseguimento del "Patentino del Frigorista" - Regolamento (CE) 303/2008,  organizza  Corsi di preparazione e sia anche l'esame per il rilascio del "Patentino del Frigorista" che attesta le competenze del personale che opera su apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra.

Tutti gli interessati possono prendere contatto con la segreteria organizzativa telefonando allo 0831588523 o al 0831518749