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giovedì 19 dicembre 2013

Lettera aperta del Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti al Presidente del Consiglio Enrico Letta

Caro Presidente del Consiglio,
        nella stagione della protesta legittima e comprensibile che si manifesta in molteplici espressioni, capaci di occupare la scena e catturare l’attenzione dei media, sento il dovere di far sentire la nostra voce che, pur avendo un timbro propositivo, è spesso inascoltata, nonostante rappresenti una platea ben più vasta di quella dei movimentisti dell’ultima ora.
         Nel nostro Paese si passa con eccessiva disinvoltura dallo scandalo dei “forchettoni“ (penso alla vergognosa greppia dei rimborsi regionali) al fenomeno dei “forconi” portatori di istanze in parte condivisibili e di sentimenti diffusi di indignazione.
        Nel contempo, i soggetti che ogni giorno provano a elaborare un progetto per il Paese e per le sue imprese si vedono penalizzati e persino umiliati da una politica disattenta e spesso sorda, con il risultato che diventiamo anche noi bersaglio di una lamentazione crescente e rischiamo di perdere la nostra credibilità.
        Ne deriva un senso di frustrazione accentuato dal rito dei riconoscimenti verbali al ruolo delle PMI, ai quali non corrispondono provvedimenti concreti ed efficaci di Governo e Parlamento: per dirla in soldoni, Presidente, a volte abbiamo l’impressione che di noi si parli bene, ma ci si occupi di altri. 
        Le norme “taglia” tariffe per l’assicurazione auto offrono lo spunto per una riflessione concreta. Sono in molti a ritenere, in queste ore, che finalmente il Governo ha avuto il coraggio di rompere il monopolio delle grandi imprese assicurative che, con il loro comportamento poco trasparente, vessano gli automobilisti a suon di tariffe ingiustificate e molto più salate di quelle europee.  Addentrandoci  invece nel provvedimento, si scopre che le norme limitano la libertà di scegliersi il proprio riparatore di fiducia e di fatto consegnano migliaia di artigiani nelle mani di quello stesso monopolista, il quale avrà la forza di dettare, a suo tornaconto,  le condizioni. 
         L’elenco di questa dicotomia tra il dire  e il fare è  purtroppo assai nutrito. Ricordiamo i reiterati annunci sulla riduzione del prezzo dell’energia per le famiglie  e per le imprese, per poi accorgerci che il sistema premia la solita industria decotta che lucra il sussidio di una esenzione di imposta caricata, invece, sulle famiglie e sulle piccole imprese. Per tacere del rilancio delle PMI e la contemporanea approvazione di norme che finanziano i grandi progetti industriali e dell’accesso al credito contraddetto, nella realtà, da provvedimenti che favoriscono e garantiscono le banche. 
        Vogliamo continuare, signor Presidente?
        Predicate che è ora di tornare a difendere la qualità delle nostre produzioni nazionali, ma omettete di adottatore il principio, conosciuto anche dai cinesi, diretto a garantire il consumatore attraverso la tracciabilità obbligatoria dei prodotti.
        Non ci siamo mai tirati indietro nel fare proposte e se ora ho deciso di scriverLe è per garantire che non smetteremo di lottare per lo sviluppo e la crescita delle imprese artigiane e delle Pmi del nostro Paese, ma anche che il “resistere, resistere, resistere” pronunciato in altri tempi e contesti, ha un limite: o meglio ha il limite della pazienza degli uomini. 

Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato

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