“La decisione adottata dal Parlamento di permettere ai
Comuni la pubblicazione nel proprio sito Internet fino al 9 dicembre prossimo
delle aliquote e delle detrazioni Imu che vanno utilizzate per i versamenti in
scadenza il 16, dopo appena cinque giorni lavorativi, rende materialmente
impossibile l’adempimento, mettendo a repentaglio il gettito che dovrebbe
affluire nelle casse degli enti locali”. Lo denuncia Rete Imprese Italia in un
comunicato dove si commenta la decisione assunta in sede di conversione del Dl
102/2013.
“Se verrà mantenuto in vita questo termine –
sottolinea la nota di Rete Imprese Italia – le imprese non potranno garantire il
versamento entro la scadenza del 16 dicembre e, soprattutto, non potranno
assicurarne la correttezza a causa dei tempi ristretti a disposizione,
rischiando quindi sanzioni non per propria colpa”.
“A questo punto – conclude il comunicato di Rete
Imprese Italia – è necessario un intervento, già sollecitato in sede di
conversione del Dl, che ripristini l’obbligo per tutti i Comuni di pubblicare
aliquote e detrazioni Imu sul portale del Federalismo fiscale e non oltre il 15
novembre. Nel contempo, va comunque consentita la regolarizzazione del
versamento, senza sanzioni né interessi, entro 30 giorni dalla scadenza”.
Roma, 30 ottobre 2013
Benvenuti nel nostro blog, siamo impegnati al fianco delle imprese per affrontare le tante problematiche insieme.
mercoledì 30 ottobre 2013
venerdì 25 ottobre 2013
“Meglio in Svizzera?” Le piccole imprese incontrano il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato.
Poche tasse, poca burocrazia e tante opportunità: così si presenta la Svizzera ad un imprenditore italiano.
E gli imprenditori si chiedono: “Meglio in Svizzera?”
Le piccole imprese ne discuteranno lunedì 28 aprile, alle ore 20.45, a Malpensafiere, ad un incontro con il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato organizzato da Confartigianato Imprese con la collaborazione del Corriere della Sera.
All’iniziativa interverranno Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato Imprese, e Dario Di Vico, giornalista del Corriere della Sera.
Ad oggi gli imprenditori che hanno dato la loro adesione all’incontro sono più di 1.000, interessati a chiedere al Ministro Zanonato cosa intende fare il Governo per alleggerire i tanti vincoli e costi che ostacolano la competitività imprenditoriale in Italia.
Lunedì 28 ottobre a Malpensafiere sul tavolo ci saranno quei problemi, tutti italiani, che scoraggiano i nostri imprenditori e li spingono a guardare a Paesi, come appunto la Svizzera, dove fare impresa non è una battaglia quotidiana contro tasse, burocrazia, credito, lavoro…. .
Al Ministro dello Sviluppo Economico, gli imprenditori chiederanno di creare in Italia condizioni di normalità per svolgere un’attività produttiva, condizioni simili a quelle degli altri Paesi europei.
“Bene la proroga di 10 mesi nell’applicazione delle sanzioni. Si sfrutti il periodo per avviare una seria verifica del sistema”
“Rete Imprese Italia esprime soddisfazione per
l’emendamento proposto dagli onorevoli Vignali e Pizzolante, fatto proprio dal
Governo e approvato dalla Camera, che prevede di non applicare le sanzioni
relative al Sistri per 10 mesi a partire dal primo ottobre. Si tratta di un
significativo stop a una procedura che sta creando gravi problemi alle imprese.
Rete Imprese Italia invita, quindi, il Governo a utilizzare al meglio la proroga
per realizzare una sperimentazione concordata e finalizzata alla verifica
dell’intero sistema”. Lo si legge in un comunicato di Rete Imprese Italia
relativo all’approvazione di un emendamento governativo al Dl 101/2013
contenente Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di
razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni.
Roma, 25 ottobre 2013
Roma, 25 ottobre 2013
giovedì 17 ottobre 2013
Parlamento Ue approva nuove norme su ‘made in’
“Una tappa storica per le imprese
italiane e per la tutela dell’origine dei nostri prodotti”.
Così il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti commenta l’approvazione, da parte della Commissione Mercato interno e Protezione dei Consumatori del Parlamento europeo, dell’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti. In pratica, si definiscono nuove disposizioni in materia di ‘made in’ per garantire la piena tracciabilità del prodotto, come già avviene nei principali Paesi aderenti al WTO (ad es. USA, Giappone, Canada e Corea).
In base alle disposizioni approvate oggi a Bruxelles, tutti i prodotti dovranno quindi presentare il marchio ‘made in’ sulla propria etichetta per essere immessi nel mercato.
Il Presidente Merletti, che fa rilevare l’impegno del Vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani per garantire l’indicazione dell’origine dei prodotti e il sostegno da parte degli Europarlamentari italiani, sottolinea che le disposizioni votate oggi colgono molteplici obiettivi: valorizzare il patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, difendere il diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, combattere il fenomeno della contraffazione”.
“Confartigianato – aggiunge Merletti - si batte da sempre per una chiara e inequivoca identificazione dell'origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca il Made in Italy e i consumatori sono disposti a pagare un premium price pur di avere un prodotto fatto in Italia, a regola d'arte”.
“Confidiamo – conclude il Presidente di Confartigianato – che ora anche i Governi nazionali facciano la loro parte e che il Governo Letta si impegni per difendere e valorizzare il ‘modello Italia’. Ci auguriamo che finalmente, dopo anni di battaglie, la difesa del ‘made in possa finalmente trovare piena attuazione”.
Secondo Merletti, infatti “più informazione e maggiore trasparenza sull’origine delle merci possono contribuire a rilanciare produzione e consumi”. In base a una ricerca dell’Ufficio studi di Confartigianato condotta su dati Eurobarometro risulta che 1 cittadino europeo su 3, vale a dire 130 milioni di persone nella Ue, sceglie cosa acquistare sulla base dell’origine dei prodotti riportati in etichetta. In Italia l’attenzione all’origine dei prodotti riguarda 25 milioni di persone.
Roma, 17 ottobre 2013
Così il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti commenta l’approvazione, da parte della Commissione Mercato interno e Protezione dei Consumatori del Parlamento europeo, dell’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti. In pratica, si definiscono nuove disposizioni in materia di ‘made in’ per garantire la piena tracciabilità del prodotto, come già avviene nei principali Paesi aderenti al WTO (ad es. USA, Giappone, Canada e Corea).
In base alle disposizioni approvate oggi a Bruxelles, tutti i prodotti dovranno quindi presentare il marchio ‘made in’ sulla propria etichetta per essere immessi nel mercato.
Il Presidente Merletti, che fa rilevare l’impegno del Vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani per garantire l’indicazione dell’origine dei prodotti e il sostegno da parte degli Europarlamentari italiani, sottolinea che le disposizioni votate oggi colgono molteplici obiettivi: valorizzare il patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, difendere il diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, combattere il fenomeno della contraffazione”.
“Confartigianato – aggiunge Merletti - si batte da sempre per una chiara e inequivoca identificazione dell'origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca il Made in Italy e i consumatori sono disposti a pagare un premium price pur di avere un prodotto fatto in Italia, a regola d'arte”.
“Confidiamo – conclude il Presidente di Confartigianato – che ora anche i Governi nazionali facciano la loro parte e che il Governo Letta si impegni per difendere e valorizzare il ‘modello Italia’. Ci auguriamo che finalmente, dopo anni di battaglie, la difesa del ‘made in possa finalmente trovare piena attuazione”.
Secondo Merletti, infatti “più informazione e maggiore trasparenza sull’origine delle merci possono contribuire a rilanciare produzione e consumi”. In base a una ricerca dell’Ufficio studi di Confartigianato condotta su dati Eurobarometro risulta che 1 cittadino europeo su 3, vale a dire 130 milioni di persone nella Ue, sceglie cosa acquistare sulla base dell’origine dei prodotti riportati in etichetta. In Italia l’attenzione all’origine dei prodotti riguarda 25 milioni di persone.
Roma, 17 ottobre 2013
lunedì 14 ottobre 2013
Un confronto tra imprenditori per discutere delle opportunità provenienti dall’utilizzo consapevole del web
Giovedì 17 ottobre alle ore 17,30 presso Scuola d’Impresa di Confartigianato in un incontro aperto a tutti i professionisti ed imprenditori del territorio si terrà la Master Lecture di Gabriele Granato, sulle opportunità provenienti dall’utilizzo consapevole del web, dal titolo: “Il valore di una buona identità e reputazione digitale”.
Gabriele Granato, imprenditore ed esperto
di web marketing e fondatore della società 3d0 di Napoli, si occupa di tutto ciò che è inerente alla rete e in
particolare al web marketing e alla realizzazione di strumenti che permettano
di acquisire visibilità e operatività a costi sostenibili.
Le
Master Lecture sono degli eventi organizzati a margine del Campus in Gestione
d’Impresa di Casa Imbastita Campus
Puglia, rivolti sia agli imprenditori che frequentano il percorso di
formazione ma soprattutto rivolto a tutti gli imprenditori del territorio che
hanno voglia di sentire parlare di casi concreti e di successo riguardo all’applicazione delle competenze manageriali, oggi
indispensabili per restare sul mercato ed attuare delle strategie di sviluppo.
Le
Master Lecture consistono quindi in incontri con opinion leader, personalità
provenienti dal mondo delle imprese, dalle professioni e dalle istituzioni, al
fine di avviare uno scambio di esperienze e consentire l'apertura di nuove
prospettive.
Questo
appuntamento non è un caso isolato ma fa
parte del programma di eventi per il 2013 sulla cultura d’impresa e formazione manageriale organizzati da Casa
Imbastita Campus Puglia sia nella sede formativa del Campus ad Oria ma anche in
altre sedi sul territorio regionale.
Diversi
sono stati infatti gli appuntamenti già realizzati come la Master Lecture con
Cesare Fiorio, l’ex direttore della Ferrai, organizzata a luglio e diversi
saranno gli appuntamenti da realizzare entro l’anno sempre rivolti agli
imprenditori pugliesi che intendano cercare soluzioni alle difficoltà
riscontrate con la crisi economica.
Per
prenotare la propria partecipazione all’evento basta andare sul sito internet
di Casa Imbastita Campus www.casaimbastitacampus.it e prenotarsi inserendo i propri dati, per eventuali
informazioni contattate gli uffici di Scuola d’Impresa al 0831840607 o
inviateci una mail a scuoladimpresa@cedfor.it.
giovedì 10 ottobre 2013
Abbattere il costo del lavoro per gli artigiani con riduzione dell’Irap, dei premi Inail e dei contributi Inps
“Ridurre il costo del lavoro a carico
delle imprese artigiane con la revisione dei premi Inail, dei contributi per
malattia versati all’Inps e con la riduzione dell’Irap”.
Lo ha sollecitato oggi il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, in occasione dell’incontro a Palazzo Chigi sulla Legge di stabilità tra il Presidente del Consiglio Enrico Letta e i vertici di Rete Imprese Italia.
Tra gli interventi indicati al Governo dal Presidente Merletti per incidere sul costo del lavoro, vi è il riequilibrio tra i contributi versati da artigianato e terziario all’Inps e all’Inail, per complessivi 4 miliardi annui, e le prestazioni ricevute.
In particolare, per quanto riguarda l’Inail, Merletti ha sottolineato che le gestioni dell’artigianato e del terziario determinano un costante avanzo di esercizio di circa 2 miliardi annui, pari a oltre 20 miliardi di euro negli ultimi 10 anni. Merletti ha quindi chiesto la riduzione delle tariffe dei premi Inail pagate dagli imprenditori per rimediare allo squilibrio fra l’ammontare dei premi assicurativi versati e le prestazioni erogate, attuando quanto disposto dal decreto legislativo 38/2000.
Analoga richiesta Merletti ha avanzato per la revisione delle aliquote dei contributi per malattia versati all’Inps dagli imprenditori artigiani e del terziario. “L’Inps – ha spiegato – ha un avanzo positivo della gestione malattia, pari al 50% del totale delle entrate, dovuto quasi per intero ai contributi pagati dalle imprese dell’artigianato e del terziario, che determinano da anni positivi avanzi di gestione pari a 2 miliardi di euro annui. I contributi richiesti alle imprese – ha detto Merletti - sono strutturalmente sovradimensionati rispetto ai fabbisogni della gestione e determinano avanzi di cui non si conoscono gli impieghi, mentre alle aziende vengono richieste contribuzioni aggiuntive per ogni nuova previsione contributiva”.
Il Presidente di Confartigianato ha sollecitato anche la graduale riduzione dell’Irap a partire dalle imprese di più piccole dimensioni, innalzando la franchigia di imposizione (no tax area IRAP).
Roma, 10 ottobre 2013
Lo ha sollecitato oggi il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, in occasione dell’incontro a Palazzo Chigi sulla Legge di stabilità tra il Presidente del Consiglio Enrico Letta e i vertici di Rete Imprese Italia.
Tra gli interventi indicati al Governo dal Presidente Merletti per incidere sul costo del lavoro, vi è il riequilibrio tra i contributi versati da artigianato e terziario all’Inps e all’Inail, per complessivi 4 miliardi annui, e le prestazioni ricevute.
In particolare, per quanto riguarda l’Inail, Merletti ha sottolineato che le gestioni dell’artigianato e del terziario determinano un costante avanzo di esercizio di circa 2 miliardi annui, pari a oltre 20 miliardi di euro negli ultimi 10 anni. Merletti ha quindi chiesto la riduzione delle tariffe dei premi Inail pagate dagli imprenditori per rimediare allo squilibrio fra l’ammontare dei premi assicurativi versati e le prestazioni erogate, attuando quanto disposto dal decreto legislativo 38/2000.
Analoga richiesta Merletti ha avanzato per la revisione delle aliquote dei contributi per malattia versati all’Inps dagli imprenditori artigiani e del terziario. “L’Inps – ha spiegato – ha un avanzo positivo della gestione malattia, pari al 50% del totale delle entrate, dovuto quasi per intero ai contributi pagati dalle imprese dell’artigianato e del terziario, che determinano da anni positivi avanzi di gestione pari a 2 miliardi di euro annui. I contributi richiesti alle imprese – ha detto Merletti - sono strutturalmente sovradimensionati rispetto ai fabbisogni della gestione e determinano avanzi di cui non si conoscono gli impieghi, mentre alle aziende vengono richieste contribuzioni aggiuntive per ogni nuova previsione contributiva”.
Il Presidente di Confartigianato ha sollecitato anche la graduale riduzione dell’Irap a partire dalle imprese di più piccole dimensioni, innalzando la franchigia di imposizione (no tax area IRAP).
Roma, 10 ottobre 2013
Da imprese e lavoratori scarsa fiducia in centri per l’impiego: utilizzati dal 2,9% delle imprese e dal 3,4% dei lavoratori
Soltanto il 2,9% delle imprese italiane assume personale selezionato
dai Centri per l’Impiego. Gli imprenditori preferiscono cercare i loro
collaboratori tramite le segnalazioni di conoscenti e fornitori (nel 61% dei
casi) e attraverso le banche dati aziendali (24,6% dei casi).
Ma anche chi cerca lavoro utilizza molto poco gli strumenti pubblici di
collocamento. Infatti, appena il 3,4% degli occupati italiani si è rivolto ai
Centri per l’impiego per trovare lavoro. Una percentuale che scende al 2,7% per
i giovani fino a 29 anni.
La scarsa fiducia di imprese e lavoratori nei servizi pubblici per
l’impiego è testimoniata in un rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato
dal quale emerge che nel 2012 sono state 40.534 le imprese italiane che hanno
utilizzato il servizio pubblico per trovare il personale da assumere.
La disaffezione di imprenditori e dipendenti verso i centri per
l’impiego è aumentata negli ultimi anni: nel 2010 la quota di imprese che li ha
utilizzati si attestava al 6,3% per diminuire al 2,9% nel 2012.
In discesa l’utilizzo anche da parte degli aspiranti lavoratori: si è
passati dalla quota del 3,9% tra il 1997 e il 2003 all’attuale 3,4%.
Confartigianato ha calcolato il costo per le finanze pubbliche dei 553
Centri per l’impiego operanti nel Paese e che occupano 8.781 addetti: si tratta
di 471 milioni di euro l’anno e si traduce in una spesa di 13.391 euro per
ciascun occupato a cui è stato trovato lavoro.
Diversa la produttività dei Centri per l’impiego nelle differenti aree
del Paese: dalla migliore performance nel Nord Ovest, con 418 utenti per
addetto, si passa al Nord Est con 271 utenti per addetto, per scendere alle
regioni del Centro (269 utenti per addetto) e al Mezzogiorno (220 utenti per
addetto). Secondo Confartigianato, se si applicasse il criterio di efficienza
del Nord Ovest a tutti i centri per l’impiego italiani sarebbero necessari
3.526 addetti in meno, con un risparmio di 137 milioni l’anno.
A fronte della scarsa efficacia dei centri per l’impiego nel gestire
l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, cresce il numero dei disoccupati.
Il rapporto di Confartigianato rivela che nell’ultimo anno in Italia le persone
senza lavoro da almeno un anno sono aumentate del 19,2%, oltre 5 punti in più
rispetto al +13,9% dell’Eurozona. Tra il II trimestre 2008 e il II trimestre
2013 la disoccupazione di lungo periodo è più che raddoppiata (+114,7%), con un
ritmo superiore di oltre sedici punti rispetto alla media dell’Eurozona
(+98,6%).
“I risultati
del nostro rapporto – sottolinea Cesare Fumagalli, Segretario Generale di
Confartigianato – impongono di ripensare gli strumenti pubblici per gestire l’incontro
tra domanda e offerta di lavoro. Vanno riorganizzate politiche attive mirate
sulla realtà produttiva e sulle nuove esigenze di imprese e lavoratori e che
coinvolgano il sistema della scuola e della formazione professionale”.
venerdì 4 ottobre 2013
Il made in Italy in ripresa sui mercati esteri: nel 2013 export manifatturiero a 178 miliardi
E’ un 2013 con segnali positivi per
l’export made in Italy quello che emerge dalla rilevazione condotta dall’Ufficio
studi di Confartigianato.
Nel secondo trimestre dell’anno le nostre vendite all’estero sono aumentate dello 0,4% rispetto al primo trimestre 2013.
A spingere il made in Italy sui mercati internazionali è il settore manifatturiero: nel primo semestre dell’anno dal nostro Paese sono volati nel mondo prodotti per un valore di 178.015 milioni di euro, con un aumento di 55 milioni (+ 0,4%) rispetto a giugno 2012.
I territori italiani sono stati protagonisti della corsa sui mercati internazionali tra il primo semestre 2012 e giugno 2013. Al vertice della classifica regionale per l’aumento di esportazioni si collocano le Marche, con una crescita del 12,7% dell’export. Secondo posto al Lazio che registra un incremento del 7,9% e terza posizione per il Piemonte che fa segnare un + 2,1%. Il calo più vistoso dell’export si registra in Sicilia, con una perdita del 17,9% delle vendite all’estero.
A livello provinciale la migliore performance è quella di Firenze che, tra giugno 2012 e giugno 2013, ha visto crescere le esportazioni del 14,3%. Un aumento cui hanno contribuito soprattutto le vendite di macchinari e attrezzature, aumentate del 39,4%, di capi d’abbigliamento (+13,1%), di prodotti in pelle (+8,7%). Al secondo posto della classifica provinciale per il maggiore incremento di export si colloca Roma (+10,1%), segue Torino con un aumento del 5,4%.
In termini assoluti, la leadership regionale per il maggiore valore di beni manifatturieri esportati, pari a 52.384 milioni di euro, è della Lombardia. Seguono il Veneto, con 25.074 milioni di euro, e l’Emilia Romagna 24.701 milioni. A livello provinciale prima posizione per Milano con 17.856 milioni di esportazioni, seguita da Torino con 9.536 milioni e da Vicenza con 7.594 milioni di euro.
Nel primo semestre del 2013, il 53,8% dei nostri prodotti manifatturieri ha raggiunto i mercati dell’Unione Europea, dove però le vendite hanno fatto registrare un calo del 3,1%, e il restante 46,2% è stato venduto nel resto del mondo con una crescita del 2,6%.
Tra i nostri migliori ‘clienti’ nel mondo spicca l’Africa dove, a giugno 2013, le vendite dei prodotti manifatturieri made in Italy sono aumentate del 9,2% rispetto al secondo semestre 2012. Segue l’Asia con un incremento del 5,4% del nostro export manifatturiero. Battuta d’arresto invece per l’export verso l’America dove le nostre esportazioni sono calate dell’1%.
“I nostri dati – sottolinea il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli - confermano che l’Italia non è soltanto terra di conquista per gli altri Paesi. Le nostre imprese sanno conquistare i mercati esteri con l’alta qualità di prodotti made in Italy che nascono in larga parte nell’artigianato e nelle piccole aziende ben radicate nei territori italiani. E, anche grazie alle nuove tecnologie abilitanti, le piccole aziende riescono a superare limiti e vincoli, diventano sempre più imprese globali. Ma dobbiamo fare di più per preservare e valorizzare questo nostro modello produttivo. Occorre offrire ai piccoli imprenditori gli strumenti per aggregarsi e fare massa critica affinchè possano continuare a portare nel mondo l’eccellenza della manifattura italiana”.
Nel secondo trimestre dell’anno le nostre vendite all’estero sono aumentate dello 0,4% rispetto al primo trimestre 2013.
A spingere il made in Italy sui mercati internazionali è il settore manifatturiero: nel primo semestre dell’anno dal nostro Paese sono volati nel mondo prodotti per un valore di 178.015 milioni di euro, con un aumento di 55 milioni (+ 0,4%) rispetto a giugno 2012.
I territori italiani sono stati protagonisti della corsa sui mercati internazionali tra il primo semestre 2012 e giugno 2013. Al vertice della classifica regionale per l’aumento di esportazioni si collocano le Marche, con una crescita del 12,7% dell’export. Secondo posto al Lazio che registra un incremento del 7,9% e terza posizione per il Piemonte che fa segnare un + 2,1%. Il calo più vistoso dell’export si registra in Sicilia, con una perdita del 17,9% delle vendite all’estero.
A livello provinciale la migliore performance è quella di Firenze che, tra giugno 2012 e giugno 2013, ha visto crescere le esportazioni del 14,3%. Un aumento cui hanno contribuito soprattutto le vendite di macchinari e attrezzature, aumentate del 39,4%, di capi d’abbigliamento (+13,1%), di prodotti in pelle (+8,7%). Al secondo posto della classifica provinciale per il maggiore incremento di export si colloca Roma (+10,1%), segue Torino con un aumento del 5,4%.
In termini assoluti, la leadership regionale per il maggiore valore di beni manifatturieri esportati, pari a 52.384 milioni di euro, è della Lombardia. Seguono il Veneto, con 25.074 milioni di euro, e l’Emilia Romagna 24.701 milioni. A livello provinciale prima posizione per Milano con 17.856 milioni di esportazioni, seguita da Torino con 9.536 milioni e da Vicenza con 7.594 milioni di euro.
Nel primo semestre del 2013, il 53,8% dei nostri prodotti manifatturieri ha raggiunto i mercati dell’Unione Europea, dove però le vendite hanno fatto registrare un calo del 3,1%, e il restante 46,2% è stato venduto nel resto del mondo con una crescita del 2,6%.
Tra i nostri migliori ‘clienti’ nel mondo spicca l’Africa dove, a giugno 2013, le vendite dei prodotti manifatturieri made in Italy sono aumentate del 9,2% rispetto al secondo semestre 2012. Segue l’Asia con un incremento del 5,4% del nostro export manifatturiero. Battuta d’arresto invece per l’export verso l’America dove le nostre esportazioni sono calate dell’1%.
“I nostri dati – sottolinea il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli - confermano che l’Italia non è soltanto terra di conquista per gli altri Paesi. Le nostre imprese sanno conquistare i mercati esteri con l’alta qualità di prodotti made in Italy che nascono in larga parte nell’artigianato e nelle piccole aziende ben radicate nei territori italiani. E, anche grazie alle nuove tecnologie abilitanti, le piccole aziende riescono a superare limiti e vincoli, diventano sempre più imprese globali. Ma dobbiamo fare di più per preservare e valorizzare questo nostro modello produttivo. Occorre offrire ai piccoli imprenditori gli strumenti per aggregarsi e fare massa critica affinchè possano continuare a portare nel mondo l’eccellenza della manifattura italiana”.
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