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venerdì 31 agosto 2012

A luglio autorizzate 639,5 milioni di ore di cassa integrazione, + 8,8% in un anno. ‘Soffrono’ servizi e costruzioni.




Mercato del lavoro sempre più in crisi. Tra gennaio e luglio 2012 sono 639.490.925 le ore di cassa integrazione autorizzate per operai e impiegati delle aziende italiane: rispetto ad un anno fa sono aumentate dell’8,8%.
I dati sono resi noti da Confartigianato che ha analizzato la dinamica delle diverse forme di cassa integrazione guadagni per settori produttivi e aree del Paese.
La cassa integrazione ordinaria – rileva Confartigianato - incide per il 31,5% del totale degli interventi di cassa integrazione, la cassa integrazione straordinaria per il 35,9% e la cassa integrazione in deroga per il 32,6%.
La situazione peggiore riguarda il settore dei servizi, che tra gennaio e luglio 2012 ha fatto registrare un aumento del 32,6% del numero di ore di Cig concesse (pari a 35,7 milioni di ore in più), e le costruzioni che nello stesso periodo mostrano un’impennata del 30,5% delle ore autorizzate di cassa integrazione (pari a 18,5 milioni di ore in più). In aumento anche l’agricoltura, con 1,3 milioni di ore in più (+48,4%). Per l’artigianato, l’aumento è stato del 6%.
In valori assoluti, è la Lombardia al primo posto tra le regioni italiane per numero di ore autorizzate di Cig a luglio 2012: 135.644.344. Seguono il Piemonte con 97.424.429 ore di Cig e  il Veneto con 50.669.520 ore autorizzate di cassa integrazione.
Ma è la Sicilia la regione che, da gennaio a luglio 2012, ha mostrato la crescita maggiore di ore di cassa integrazione: 76,6%. Al secondo posto la Basilicata con il 39,2% in più e l’Umbria con un aumento del 37%.
Per quanto riguarda l’artigianato, le ore di Cig concesse a luglio 2012 sono 50.834.501, pari al 7,9% del totale delle ore autorizzate di CIG e al 24,3% delle ore di Cassa integrazione in deroga.
Complessivamente, negli ultimi 12 mesi sono 1.024.659.694 le ore di cassa integrazione autorizzate per il totale di operai e impiegati. La Cig ordinaria (Cigo) incide per il 28,5% sul totale degli interventi di cassa integrazione, la Cig Straordinaria (CIGS) per il 39,0% e la Cig in deroga (CIGD) per il 32,5%. Rispetto ai 12 mesi precedenti la Cig è in calo dell’1,6% e si evidenzia per l’artigianato la diminuzione più intensa, pari al 21,5% in meno. L’industria segue con una diminuzione quasi tre volte inferiore (-6,7%) mentre tutti gli altri rami sono in aumento: l’edilizia sale del 20,9%, il commercio del 32,2%.
“In attesa dei dati dell’Istat sull’occupazione – sottolinea il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli  - la nostra analisi mostra la preoccupante situazione del mercato del lavoro italiano. Ad agosto 2012 quasi tre consumatori  su quattro (72,8%) si aspettano un incremento della disoccupazione: si tratta del valore più elevato registrato nel mese di agosto degli ultimi 17 anni. In particolare, l’artigianato, nonostante la crisi che lo attraversa, conferma la minore propensione ad utilizzare lo strumento della cassa integrazione ordinaria, mentre rimane la necessità di poter disporre di ammortizzatori sociali efficaci e propri del settore come quelli gestiti attraverso il modello degli enti bilaterali”.

lunedì 6 agosto 2012

Esodo Estivo - Rilevazione di Confartigianato




Alla vigilia dell’esodo d’agosto, Confartigianato ha misurato gli effetti della situazione economica sulle vacanze degli italiani. Si scopre così che mettersi in viaggio costa quest’anno il 12,7% in più rispetto a giugno 2011, a causa degli aumenti di prezzi e tariffe di carburanti e servizi di trasporto. Un’impennata che ci fa guadagnare il primato negativo tra i Paesi dell’Unione Europea, dove in media i costi per la mobilità delle famiglie sono cresciuti nell’ultimo anno del 4,7%.
Il caro-vacanze si fa sentire soprattutto per il costo del gasolio, aumentato del 15,2% tra luglio 2011 e luglio 2012. Segue la benzina, rincarata dell’11,9%. In pratica, fare un pieno di carburante per un’auto di media cilindrata oggi costa 11 euro in più rispetto a luglio dello scorso anno. Il maggiore costo è dovuto per l’85% all’incremento delle imposte sui carburanti.
Chi invece ha scelto l’aereo per viaggiare in Italia ha dovuto sborsare il 10,9% in più rispetto all’anno scorso. Non scherzano nemmeno i pedaggi e i parchimetri le cui tariffe hanno fatto segnare un aumento del 4,8%. I trasporti in autobus e pullman, poi, costano il 4,1% in più rispetto al 2011. Aumenti più contenuti, +1,2%, per i trasporti marittimi e sulle vie d’acqua interne.
Colpa anche di questi rincari se sono sempre più numerose le famiglie che rinunciano alle ferie.  La crisi pesa molto sulle vacanze degli italiani: secondo le rilevazioni di Confartigianato, infatti, nel 2011, 30,6 milioni di italiani, praticamente metà della popolazione (50,7%), non sono andati in vacanza. E il motivo prevalente di questa rinuncia, dichiarata dal 49,4% di chi è rimasto a casa, vale a dire 15,1 milioni di persone, è proprio legato a problemi di tipo economico.
Una tendenza, quella di fare a meno delle ferie per difficoltà del bilancio familiare, aumentata del 33,1% rispetto al 2001, quando gli italiani che hanno rinunciato alle ferie sono stati 9,5 milioni, e che   prosegue nei primi 4 mesi del 2012, con le presenze dei nostri connazionali nelle strutture turistiche del Paese diminuite del 9,9% rispetto al primo quadrimestre del 2011. Si tratta del calo maggiore registrato nell’ultimo decennio.
Tra gli italiani che nel 2011 non hanno fatto vacanze vi sono al primo posto i residenti in Sicilia (3.669.000 persone, il 71,9% della popolazione della regione), seguiti dai residenti in Calabria (1.463.000, equivalenti al 71,3% degli abitanti), e dai pugliesi (2.836.000, pari al 68,7%). All’altro capo della classifica la Lombardia, con 2.995.000 persone che non sono andate in vacanza, pari al 29,6% dei residenti nella regione, seguita dalla provincia autonoma di Bolzano (186.000 persone, il 31% del totale) e dalla provincia autonoma di Trento (182.000 persone, il 33,1% del totale).
Per chi può permettersi di andare in villeggiatura, il mare si conferma la meta preferita scelta dal 49% degli italiani. Seguono le vacanze in montagna, scelte dal 12,8% degli italiani, quelle nelle città di interesse storico e artistico (10,5%), mentre le località lacustri attraggono il 3% dei nostri connazionali. Nella top ten delle località che attraggono di più i turisti italiani e stranieri c’è al primo posto Bolzano, con 55,4 giornate di presenza in un anno, seguita da Rimini, con 51,6 giornate annue, e Venezia con 38,7 giornate di presenza annue.
“I nostri dati – sottolinea il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli – testimoniano i pesanti effetti della crisi sul turismo, uno degli asset propri del nostro Paese insieme a manifattura, ambiente e cultura che sono gli autentici motori della nostra economia. Basti dire che, soltanto nell’artigianato, sono 121.905 le imprese impegnate nelle attività al servizio delle vacanze. Per questo vanno intensificati gli sforzi per rilanciare lo sviluppo, rinvigorire i consumi delle famiglie, restituire competitività alla nostra offerta turistica”.
                                                       

Roma, 3 agosto 2012