Benvenuti nel nostro blog, siamo impegnati al fianco delle imprese per affrontare le tante problematiche insieme.

lunedì 30 aprile 2012

PASSAGGIO DEFINITIVO AL DIGITALE TERRESTRE, LOTTA AL FENOMENO DELL’“ANTENNA SELVAGGIA”





Il prossimo 25 maggio la città di Brindisi, la sua provincia ed i paesi limitrofi saranno interessati dal cosiddetto  swich-off”, il passaggio definitivo del segnale televisivo utilizzato fino ad oggi dalle centinaia di migliaia di utenze e definito come analogico ad un segnale più pulito, modernizzato ed innovativo, già noto ai fruitori del mezzo televisivo come Digitale Terrestre.

Il cambiamento, che comporterà per qualcuno l’acquisto di nuove antenne condominiali o apparecchi per digitale terrestre, gioverà sicuramente a tutti gli utenti ma nasconde, però, delle insidie dal punto di vista di disagi per alcuni spettatori nel passaggio e speculazione da parte di soggetti  non titolati. In questo senso, Confartigianato, lo scorso 24 aprile ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il Co.Re.Com., Comitato Regionale per le Comunicazioni della Regione Puglia al fine di tutelare le fasce più deboli della popolazione.

Il Protocollo d’intesa servirà ad adottare norme di comportamento per gli installatori in modo da garantire un passaggio al digitale il più possibile corretto, trasparente e tempestivo. L’accordo rappresenta comunque un’occasione per le imprese installatrici ed in regola con la normativa vigente, che potranno acquisire nuova linfa dalle installazioni che si renderanno necessarie, distinguendosi da tutti coloro che illegalmente si improvvisano installatore pur non avendone i requisiti.

Gli antennisti autorizzati saranno inseriti nell'elenco che la Regione Puglia pubblicherà sul suo sito istituzionale e nella banca dati nazionale, ognuno di essi, si impegnerà a rispettare i contenuti del Codice etico ed un tariffario unificato chiaro e trasparente con l’indicazione del costo per ogni singolo intervento, aumentabile fino ad un massimo del 10%.

Confartigianato Brindisi, attenta e sensibile nei confronti di aspetti etici che siano evidenziati nel rispetto della sicurezza di tutti i lavoratori del settore è attualmente impegnata nel raccogliere le adesioni di aziende interessate ad essere inserite nell'albo cosi come previsto nonché nella diffusione di attività di sensibilizzazione ed informazioni che comprenda, senza trascurarne nessun aspetto, la tutela dell'utenza.

martedì 24 aprile 2012

Revisione degli incentivi per le rinnovabili. Conseguenze negative per le piccole e medie imprese della filiera







I decreti presentati la scorsa settimana dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico di revisione degli incentivi per il fotovoltaico e per le altre Fonti rinnovabili preoccupano fortemente le PMI che operano nel settore.
85.000 piccole e medie imprese nazionali, con oltre 200.000 occupati, negli ultimi anni hanno operato in qualità di piccoli produttori di impianti, installatori e manutentori, per lo sviluppo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e per la promozione della generazione distribuita di piccola taglia. Senza i correttivi ai decreti, che introducono procedure burocratiche e prenotazione degli incentivi che penalizzano in misura maggiore i piccoli impianti, si bloccheranno drasticamente gli investimenti di queste imprese, con danni rispetto alla possibilità del Paese di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità energetica e per il bilancio dello Stato: cumulando i risultati nel fotovoltaico dal 2010, si stimano oltre 20 miliardi di investimenti, pari a circa 8 miliardi di entrate per il bilancio dello Stato derivanti da IVA e imposte.
La Confartigianato e altre associzioni di categoria denunciano un difetto di concertazione ed informazione nel metodo che ha condotto i Ministeri competenti alla definizione dei decreti. Auspichiamo un deciso cambio di rotta nella direzione della partecipazione e trasparenza che accompagni la definizione dell’imminente decreto ministeriale sui regimi di sostegno alle FER termiche e all’efficienza energetica.
Il quarto conto energia emanato solo a maggio 2011 aveva peraltro previsto una riduzione delle tariffe incentivanti al raggiungimento di soglie di spesa individuate, ma non una nuova revisione generale del meccanismo incentivante contenuta invece nella bozza di nuovo decreto sul fotovoltaico.
La Confartigianato insieme alle altre  Confederazioni dell’artigianato chiedono dunque che si intervenga sui testi dei decreti, per modificare gli aspetti più critici.
In particolare è necessario tutelare gli impianti di piccola dimensione, almeno fino a 30 kW di potenza, che non dovrebbero essere soggetti a tetti massimi di incentivazione né all’obbligo di iscrizione al registro; per questi impianti infatti è necessario mantenere un principio di automaticità dell’incentivo.
Si evidenzia infatti che le ricadute in bolletta del costo necessario per la copertura degli incentivi non è imputabile agli impianti di piccola dimensione, bensì in gran parte agli impianti di grandi dimensioni e alla famosa voce CIP6.
Più in generale è auspicabile che venga avviato un confronto trasparente per comprendere le scelte di Politica Energetica che il Governo intende intraprendere, mediante l’istituzione di un Tavolo Permanente sulle Fonti Rinnovabili, in considerazione delle potenzialità connesse con lo sviluppo della green economy e per contribuire alla definizione di un quadro di regole certe e continuative.
Roma, 24/04/2012 

lunedì 23 aprile 2012

FORMAZIONE : PATENTINO PER SALDOBRASATURA



 
In base alle attuali disposizioni CEE relative a chi esercita l’attività di saldatura o brasatura è
necessario avere procedimenti qualificati e personale certificato come previsto dalla Direttiva
97/23/CE, in vigore in Italia dal 2002.
La Scuola d’Impresa di Confartigianato, in collaborazione con un Ente Certificatore in qualità di
Organismo Notificato ai sensi della direttiva 97/23/CE (PED), offre la possibilità di certificarsi alle
aziende del settore della refrigerazione e condizionamento dell’aria.
Il percorso formativo si svilupperà attraverso un approccio teorico-pratica alla materia:
L’attività teorica, propedeutica a quella pratica, ha l’obiettivo di preparare i partecipanti
alle problematiche dei processi di brasatura;
L’attività pratica consiste nell’esecuzione di brasature su tubi di rame con rame, rame con
acciaio al carbonio, rame con ottone rispettando i parametri dettati dalle norme EN 13133.
Procedure già in dotazione alla Scuola su cui è possibile effettuare le qualificare degli operatori
Rame – rame Procedura capillare forte tubo-tubo con manicotto dritto su tubo rame
diametro 12 mm spessore 1 mm
Rame – ottone Procedura capillare forte tubo-raccordo filettato femmina a brasare in ottone
- tubo rame diametro 22 mm e spessore 1 mm
Rame – acciaio
carbonio
Procedura capillare forte tubo-tubo ad innesto; tubo rame diametro 54 mm e
spessore 1,5 mm innestato in tubo acciaio preparato a bicchiere
Rame – rame Procedura capillare forte tubo-tubo con manicotto dritto su tubo rame
diametro 16 mm spessore 1 mm
Rame – rame Procedura capillare forte tubo-tubo con manicotto dritto su tubo rame
diametro 28 mm spessore 1,5 mm
Tutti gli interessati possono contattare la nostra Scuola d’Impresa al seguente numero Verde 800899248,
la sede di svolgimento del corso è  in ORIA (BRINDISI) alla Via Latiano, 133/b.

venerdì 13 aprile 2012

ENERGIE RINNOVABILI




Il Presidente Guerrini: “Quinto Conto Energia penalizza piccoli impianti che danno lavoro a 150.000 persone”


“Il quinto Conto energia rischia di penalizzare il mercato libero dei piccoli impianti di energie rinnovabili e della microgenerazione distribuita in cui operano 85.000 imprese che danno lavoro a 150.000 persone”.
Lo ha sottolineato oggi il Presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, nel corso di un incontro con il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Tullio Fanelli.
Secondo Guerrini “i provvedimenti annunciati dal Governo creano ostacoli di tipo burocratico ed economico tali da bloccare gli investimenti degli imprenditori. La riduzione degli incentivi, la contrazione dei tempi per asseverare gli impianti, l’aumento di adempimenti amministrativi colpiscono un settore dalle grandi potenzialità per le piccole imprese sia in termini di innovazione sia per la capacità di creare posti di lavoro”.
“L’intento di evitare fenomeni speculativi, che peraltro non hanno mai riguardato i piccoli produttori – ha detto Guerrini – non giustifica misure che colpiscono un sistema che ha creato benefici economici e occupazionali per il Paese”.
“E’ necessario – ha aggiunto il Presidente di Confartigianato – cogliere appieno le opportunità offerte dal settore delle rinnovabili e, se davvero si vuole rendere equo e trasparente il mercato dell’energia, occorre correggere anche i meccanismi di prelievo fiscale, eliminando le distorsioni che finora hanno penalizzato le piccole aziende”.
Roma, 13 aprile 2012

Incontro informativo tra Direzione Prov.le del Lavoro ed Artigiani sull’art. 90 del D.lgs 81/2008



Previste sanzioni anche ai privati che affidano lavori di edilizia senza verificare la regolarità dell’impresa affidataria.


In un incontro informativo promosso da Confartigianato presso la sede Comunale di  Oria, alla presenza delle categorie Artigiane degli Edili ed Impiantisti, dei tecnici,  del Resposabile della sede di Oria Dott. Alfonso Panzetta e la Direzione Provinciale del Lavoro nella persona della Dott.ssa Mariateresa Cuppone, in qualità di organo ispettivo  preposto alla vigilanza anche sulla regolarità dei cantieri edili, sono state evidenziate le responsabilità oltre che per le imprese e per i Tecnici professionisti anche per i privati sulla scelta delle imprese a cui affidare i lavori.
Dall’incontro è emerso che, i committenti privati non conoscono o fanno finta di non conoscere le leggi quando affidano lavori di edilizia ed impiantistica ad aziende totalmente o parzialmente non in regola, in quanto molto spesso la ricerca  del preventivo più basso espone il privato a sanzioni penali ed amministrative di non poco conto, infatti  non basta essere in regola con la pratica edilizia prima di avviare dei lavori di ristrutturazione o costruzione, ma bisogna stare attenti oltre che alla regolarità dell’impresa dal punto di vista amministrativo: iscrizione alla Camera di Commercio o all’Albo delle Imprese Artigiane, regolarità dei rapporti di lavoro nei confronti dei dipendenti e rispetto dei Contratti Collettivi Nazionali di Categoria (CCNL), regolarità Contributiva INPS, INAIL e Cassa Edile accertabile con il (DURC); anche alla regolarità dell’impresa dal punto di vista dell’idoneità tecnico professionale in relazione alle mansioni o ai lavori da effettuare, che potrà essere verificata: visionando la documentazione di macchine, attrezzature e opere provvisionali rispetto alla conformità al decreto legislativo 81/2008, dell’attestazione dell’avvenuta formazione e informazione e relativa idoneità  sanitaria per il personale impiegato e dall’elenco dei dispositivi di protezione individuale in dotazione all’azienda.
La superficialità nell’affidare il lavoro tenendo conto solo del preventivo più basso può costare caro ai privati, infatti la mancata verifica dell'idoneità tecnico professionale prevede a carico del committente  l'arresto da 2 a 4 mesi o un'ammenda da €1.000 a € 4.800, per non parlare delle sanzioni previste in caso di affidamento di lavori “in economia” ad aziende totalmente in nero dal punto di vista amministrativo con   una maxi sanzione per il committente, in questo caso in veste di datore di lavoro - da €. 1.500 ad €. 12.000 per ciascun lavoratore, maggiorata di €. 150 per ogni giorno di lavoro effettivo, in caso di lavoro totalmente “in nero”.
“Spesso si sottovalutano le responsabilità civili e penali e le sanzioni amministrative che nascondono alcuni preventivi di lavori a prezzi stracciati” ha dichiarato il Presidente Provinciale Antonio Ignone, suggerendo ai committenti di farsi assistere da Tecnici competenti e coscienziosi. I committenti, quindi con l’ausilio dei tecnici non possono esimersi dal fare una attenta analsi dei costi all’atto dell’affidamento perché a parità di costo dei materiali e della manodopera, gli scostamenti dei preventivi al ribasso spesso sono il frutto della irregolarità dei rapporti di lavoro o dell’inosservanza delle misure riguardanti la sicurezza. Il suggerimento che ci permettiamo di fare e che, una superficiale  verifica documentale può risultarre insufficiente, e non esonera il committente dalla responsabilità di aver scelto in modo negligente l'appaltatore. Su questo delicato argomento le istituzioni e le associazioni dei consumatori hanno il dovere di avviare una campagna di sensibilizzazione rivolta anche ai committenti privati sulla corretta applicazione del decreto per non incorrere in spiacevoli inconvenienti spesso sottovalutati.
Per quanto riguarda la Confartigianato, vista l’attenta partecipazione delle nostre aziende artigiane a questi temi informativi e di senzibilizzazione, considerata la grande disponibilità che da sempre riceviamo dall’organo Ispettivo della Direzione del Lavoro di Brindisi in termini di attività preventiva e di sostegno all’informazione,  il Direttore Provinciale Antonio Solidoro ha già proposto di organizzare una serie di incontri informativi su tutto il territorio anche al fine di disincentivare il diffuso fenomeno del lavoro sommerso in edilizia.

giovedì 12 aprile 2012

Ikea produce in Italia Cesare Fumagalli : “Scelta che premia qualità made in Italy. Ma ora ridurre subito costo del lavoro ed eliminare oneri Inail”

                                                         Cesare Fumagalli
                                           Segr. Gen.le Confartigianato Imprese




“La scelta di Ikea di produrre nel nostro Paese premia l’Italia delle ‘quattro A’ abbigliamento-moda, arredamento, alimentari, apparecchiature industriali, vale a dire i settori trainanti del made in Italy”.
Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato, commenta positivamente la decisione della multinazionale svedese. “Nessun regalo da Ikea – sottolinea Fumagalli - ma il riconoscimento dei punti di forza della capacità manifatturiera dell’artigianato e delle piccole imprese italiane espressa nei distretti produttivi italiani: gusto, creatività, qualità, flessibilità, innovazione che resistono al di là delle mode e ci consentono di mantenere elevato il peso delle nostre esportazioni”.
“Ma per aumentare la competitività dei nostri prodotti – avverte Fumagalli – occorre fare molto e soprattutto ridurre il costo del lavoro che sulle imprese con meno di 50 addetti grava per 173,2 miliardi di euro ed è pari al 51,6% del valore aggiunto. Bisogna iniziare subito, abbattendo la contribuzione in eccesso per l’Inail pagata dalle imprese artigiane e che genera un avanzo di 1 miliardo di euro l’anno. Un onere che se risparmiato contribuirebbe a rilanciare la capacità competitiva delle nostre aziende”.
Roma, 11 aprile 2012

martedì 10 aprile 2012

La grande recessione seleziona le imprese artigiane.




Anche in Puglia nel 2011 si registra una flessione delle imprese artigiane dello 0,8%, doppia rispetto al dato nazionale. Nel triennio 2009 / 2011 la recessione ha determinato una selezione di imprese pugliesi con un saldo negativo del 2,6%. Il settore più colpito è il manifatturiero che arretra del -7,1%.
La dinamica dell’artigianato per macrosettori in Puglia evidenzia, nel 2011, un tasso di sviluppo negativo pari al -0,8%, doppio rispetto all’andamento negativo fatto registrare sull’intero territorio nazionale. Particolarmente negativa in Puglia è la situazione per i settori Manifatturiero  e delle Costruzioni,  che insieme rappresentano circa i 2/3 delle imprese registrate e che presentano, rispettivamente, tassi di sviluppi negativi pari al -2% e al -0,3%.
 Si registrano tassi negativi anche nelle imprese pugliesi che ricadono nei settori della Riparazione e ristorazione (-1,6%) e dei Servizi alle imprese (-0,2%).
 L’unico settore in crescita è quello dei Servizi alle persone che fa registrare un incremento dell’1%.
Una lettura delle dinamiche a livello provinciale evidenzia un tasso di sviluppo positivo rispettivamente,  nelle province di Taranto (0,4), Brindisi (0,3) e Lecce (0,1).
Nella provincia di Brindisi le imprese artigiane del settore delle Costruzioni fanno registrare un incremento dell’1,4%, quelle dei Servizi alle imprese dello 0,7% mentre quelle dei Servizi alle persone crescono dell’1,9%.
Il confronto tra regioni e province per combinazione settoriale e relativa alla dinamica delle imprese artigiane pone la Puglia al nono posto tra le regioni italiane, tra quelle che fanno registrare una flessione in quattro settori ed un solo settore in crescita.
Tale posizionamento è condizionato dall’andamento del settore nelle province di Bari e di Foggia.
Al contrario, sia la provincia di Lecce che quella di Brindisi, dove in entrambi i casi i settori in crescita sono tre, e due quelli in flessione sono tra le province italiane con le migliori performances, subito dopo le province di Milano e Ragusa.
Analizzando la dinamica dell’artigianato nel lungo periodo, a livello nazionale le imprese artigiane evidenziano un tasso di sviluppo negativo del -1,8%.
Tra il 2009 e il 2011 si sono manifestate a pieno gli effetti della grande recessione sulla demografia di impresa.
In Puglia, nel periodo tra il 2009 e il 2011, si registrano andamenti peggiori rispetto al dato nazionale nei settori del Manifatturiero (dove la flessione arriva al -7,1%, la peggiore nel confronto con tutte le altre regioni) e in quello della Riparazione e ristorazione (-4,9%). Negativi sono anche gli andamenti del settore delle Costruzioni (-0,9%) e dei Servizi alle imprese (-1,6%), mentre il settore dei Servizi alle persone cresce addirittura del 3,7%, ponendo la Puglia al secondo posto tra le regioni italiane.
Nell’analisi del dato di lungo periodo registrato a livello provinciale spiccano le flessioni del numero delle aziende appartenenti al settore Manifatturiero in provincia di Bari (-8,9%), Lecce (-7%), Brindisi (-5,3%) e Foggia (-4,8%), tutte con una flessione al di sopra della media nazionale. Nel settore delle Costruzioni spicca l’andamento pesantemente negativo registrato in provincia di Foggia (-7,3%) e in provincia di Bari (2,6%). Al contrario hanno un tasso di crescita positivo in questo settore le aziende della provincia di Brindisi (2,8%), Lecce (2,7%) e Taranto (1,7%).
Nel settore della Riparazione e ristorazione, sono le aziende di Bari ad avere un andamento peggiore della media regionale: -7,1%.
Nel settore dei Servizi alle imprese si registra nel triennio un andamento contrastato: da un lato crescono le aziende della provincia di Brindisi (+5,2%) e Lecce (+1,5%), dall’altro manifestano una flessione significativa quelle della provincia di Foggia (-4,2%) e Bari (-3,6%); stabili quelle di Taranto (0,0%).
Nel settore dei Servizi alle persone la provincia che manifesta una dinamica più vivace è quella di Foggia (5,2%) seguita da Brindisi (+4,8%) e Taranto (+3,8%). Un andamento positivo, anche se al di sotto della media regionale, si registra nelle provincie di Bari (3,3%) e Lecce (2,8%).   
 

venerdì 6 aprile 2012

Microimprese: un patrimonio da tutelare. Interviene il Presidente del Network Carrozzerie Brindisi Mino Allegrini




La crisi del settore nella nostra Provincia pare essere alquanto cupa e forse superiore alle altre provincie della nostra Regione e non c’è sicuramente da stare allegri. Al momento, le aziende che hanno chiuso i battenti nella nostra provincia,  sono comprese in un numero stimabile dal 3% al 5% sul totale, ma ciò appare più come un ritardo sui tempi di ripercussione della crisi, piuttosto che una reale tenuta del mercato. A parlare è Mino Allegrini Presidente del Network Carrozzerie Brindisi di Confartigianato.
 “Sappiamo che a livello nazionale il quadro generale dei sistema economico sta cambiando; o meglio, è già molto diverso da quello di qualche anni fa.
Il nostro Paese,  paga il dazio salatissimo di non essersi adeguato per tempo ai cambiamenti che erano indispensabili per non farci trovare scoperti nelle fasi di economia normale figurarsi oggi con questa assordante crisi. Per non parlare poi, del sistema finanziario, che in questo determinato periodo sta semplicemente pensando ai propri bilanci dimenticando e trascurando la microimpresa.
Riteniamo inoltre che, la politica che ha sempre detto a destra e a manca di amare e difendere la piccola impresa deve smettere di farlo, perché ogni volta che ha ribadito queste cose ci siamo visti rivoltare contro un quadro normativo peggiorativo per lo svolgimento del nostro lavoro.
Gli enti locali come Comuni, Province, Regioni si nascondono dietro un dito mostrando e giustificandosi con  delle regole imposte da Roma, dimenticando che a loro volta con un metodo leggermente più aziendale avrebbero ampi margini di miglioramento dei bilanci, senza applicare aliquote Imu , Tarsu o altro  ai massimi per i capannoni delle imprese, che vengono considerati alla stregua dei beni di lusso, quando invece anche per la normativa fiscale sono beni strumentali, cioè beni necessari per lo svolgimento della propria attività e che comunque in molti casi sono ancora gravati da mutui per l’acquisto.
 Gli stessi enti locali, se hanno bisogno di risorse per mantenere il livello dei servizi o per gli investimenti progettati, in primo luogo potrebbero comportarsi come le famiglie e le imprese, riducendo costi inutili o eliminando eventuali sperperi.
Ci auguriamo solo che chi ci governa  si accorga che senza la piccola-micro impresa non si va da nessuna parte,  noi piccoli imprenditori artigiani siamo da sempre  un popolo che tutti i giorni si avvale del lavoro di tante persone che tutti i giorni rischiano in proprio e dedicano un numero spropositato di ore, sporcandosi le mani nella propria attività e a creare ricchezza anche per i propri collaboratori , investendo anche i propri risparmi pur di mantenere il lavoro. In sintesi, per qualcuno, noi piccoli artigiani siamo dei rozzi, ci sporchiamo le mani e siamo evasori, ma se non cambia il modello, ammesso che qualcuno ne abbia un altro, siamo destinati al fallimento. Per quello che ci riguarda, infine, probabilmente dovremmo pensare serenamente a un riposizionamento, forse al ribasso quantitativo dei fatturati se non del numero delle nostre imprese o dei nostri dipendenti.


giovedì 5 aprile 2012

CONFARTIGIANATO: CONTRO IL LAVORO NERO E TORTA “FAI DA TE”




 Confartigianato Brindisi torna a parlare di lavoro nero e abuso di professione nell’artigianato, poiché dopo aver osservato e segnalato problematiche di questo genere in ambito di categorie dedite al servizio alla persona come acconciatori ed estetisti, nell’ambito dell’impiantistica, dell’edilizia e della carrozzeria l’associazione di categoria raccoglie le lamentele
dei maestri pasticceri il cui settore è particolarmente martoriato dal dilagante fenomeno del dolce “fai da te” in casa o in locali privati e non autorizzati, che oltre ad interessare il capoluogo brindisino, comincia ad abbracciare, con dati sconfortanti per le piccole imprese artigiane, l’intera  Provincia. 

Il tema della discussione, che negli ultimi anni ha causato danni non indifferenti anche alle imprese di pasticceria, colpite in un momento di crisi  tale da portare alcune  aziende a chiudere o a ridurre drasticamente il personale, nasce dall’impossibilità degli stessi artigiani di poter affrontare il mercato  contrapponendosi ad abusivi invisibili che creano una concorrenza sleale e che spesso godono della collaborazione di consumatori compiacenti.

Sull’argomento interviene anche il Presidente dell’Associazione Pasticceri Terra di Brindisi Luigi Aprile che sottolinea come la situazione è divenuta insostenibile tanto da indurre l’associazione a “preparare un dossier di quanti vivono quotidianamente questa realtà illegale da consegnare alle istituzioni competenti; tra queste realtà, esistono tanti privati che nelle proprie abitazioni e in locali familiari hanno realizzato dei veri e propri laboratori di pasticceria”. Sull’accesso al mestiere il Presidente Aprile dichiara: “La categoria pasticceri legata a Confartigianato non intende precludere ad alcuno l’accesso all’attività dolciaria artigianale, purché chiunque si avvicini alla stessa sia disposto a costituire un’azienda, pagare le dovute tasse, versare i contributi fiscali, dotarsi delle necessarie autorizzazioni e rendersi quindi visibile al mercato”.

In questo momento diventa più che mai fondamentale informare l’utenza di riferimento sull’importanza di rivolgersi all’azienda di fiducia per ottenere prodotti garantiti per la sicurezza alimentare  e di qualità.

Siamo e saremo, dice il Presidente Provinciale Antonio Ignone,  sempre vicino e a sostegno delle nostre piccole imprese artigiane che costituiscono, per il nostro territorio, quel valore aggiunto scaturito dalla perfetta conoscenza del mestiere e delle caratteristiche che lo contraddistinguono, dalla assunzione di responsabilità e di salvaguardia dei prodotti  e di  tutela nei confronti dei propri clienti consumatori.
Ora più che mai bisogna essere vicino alle nostre piccole imprese e sostenerle in quanto sono il vero valore di un territorio e producono quella ricchezza che resta investita nelle nostre città sia in termini di capitale che di risorse lavorative.



martedì 3 aprile 2012

Il Vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani incontra il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini Guerrini: “Recepire subito in Italia direttiva Ue contro ritardi di pagamento”



Il Vicepresidente della Commissione Europea e Commissario dell'Industria e l’imprenditoria Antonio Tajani ha incontrato oggi a Roma il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini.
Nel corso dell’incontro sono stati esaminati i temi cruciali per le piccole imprese italiane.
Il Presidente Guerrini ha evidenziato un problema che sta mettendo in ginocchio gli imprenditori: il ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione e di altre imprese. “E’ indispensabile – ha detto Guerrini – che l’Italia recepisca al più presto la direttiva europea sui tempi di pagamento, perché i ritardi costano agli artigiani 3,6 miliardi l’anno di maggiori oneri finanziari”.
“Il ritardo dei pagamenti – ha spiegato Guerrini - è spesso all’origine della mancanza di liquidità e costringe le imprese a rivolgersi alle banche”. A questo proposito, il Presidente di Confartigianato ha evidenziato in particolare il problema dell’accesso al credito e ha chiesto al Vicepresidente Tajani che le nuove regole di Basilea 3 sui requisiti patrimoniali delle banche, all’esame del Parlamento e del Consiglio europeo, tengano conto della specificità del modello produttivo italiano. “Non vogliamo – ha detto Guerrini - che l’applicazione di ratios meccanici e burocratici finiscano per aggravare la situazione degli imprenditori già oggi soffocati da forti restrizioni dei finanziamenti e da alti tassi di interesse’.
“L’Italia – ha fatto rilevare Guerrini - è il Paese che, nell’Ocse, vanta il più alto numero di piccole e medie imprese, 4.231.900, pari al 94,7% del totale delle aziende italiane, che impiegano il 58,5% della forza lavoro e contribuiscono al 60% della ricchezza prodotta nel Paese. In questa fase  di gravi difficoltà chiediamo alle istituzioni europee un impegno straordinario per sostenere e valorizzare il ruolo delle Pmi  e contribuire a rilanciarne la competitività”.
Roma, 3 aprile 2012