Il Presidente Giorgio Merletti: “Stop a
costi e vincoli che fanno perdere 1.311 occupati al giorno. No a privilegi nella
riduzione del carico fiscale”
Nel 2013 l’Italia ha perso 478 mila
occupati, pari a 1.311 posti di lavoro in meno al giorno, il numero
dei disoccupati è aumentato di 369mila unità, pari al 13,4% in più
in 1 anno, e di questi 158mila sono giovani tra 15 e 34 anni.
Il drammatico bollettino di guerra del
nostro mercato del lavoro è stilato da Confartigianato che, in vista
della presentazione del Job Act da parte del Governo, mette in luce anche i
problemi legati all’istruzione e formazione professionale, al cuneo fiscale e
agli ammortizzatori sociali.
Sull’andamento dell’occupazione pesa il costo del lavoro.
Per i 4.433.093 dipendenti delle micro e piccole imprese italiane fino a
50 addetti il cuneo fiscale costa 78.502 milioni. A questo
proposito, il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti avverte il
Governo: “Attenzione alle scelte per ridurre il carico fiscale su cittadini e
imprenditori. La coperta delle risorse a disposizione è corta: servono soluzioni
equilibrate capaci di rilanciare la competitività delle nostre aziende. Non
vorremmo si finisse per privilegiare alcuni settori, lasciando scoperti milioni
di imprese e loro dipendenti esposti alla concorrenza internazionale”.
Secondo Confartigianato, la
situazione occupazionale è influenzata anche dai problemi del sistema formativo:
in Italia, la percentuale di under 25 che studiano e lavorano è appena
del 2,8%, a fronte della media del 13,6% dei Paesi dell’Ue a 27.
Confartigianato segnala, inoltre, che i diplomati degli istituti tecnici e
professionali presentano una situazione occupazionale migliore
rispetto a chi ha frequentato licei o ha avuto un’istruzione magistrale ed
artistica. I diplomati degli Istituti tecnici, infatti, risultano occupati per
oltre la metà (57,6%), con un tasso di disoccupazione pari al 22,4% ed inferiore
alla media dei diplomati (26,2%), mentre quelli degli Istituti professionali
risultano occupati per il 69%, l’incidenza maggiore tra i diplomati, a cui si
accompagna il più basso tasso di disoccupazione, pari al 21,4%.
Le opportunità di trovare lavoro sono ostacolate
dalla crisi ma anche da interventi normativi che hanno penalizzato un contratto
a valenza formativa come l’apprendistato che, nel 2013, ha consentito
l’11,5% delle assunzioni effettuate dalle imprese artigiane, a fronte
dell’8,7% di apprendisti assunti dal totale delle imprese. Ma la vocazione
dell’artigianato ad utilizzare l’apprendistato è stata pesantemente compromessa
dai maggiori costi e vincoli introdotti nel 2012 dalla riforma Fornero e
dalle incertezze applicative provocate dalle tre riforme dell’apprendistato
succedutesi nel triennio 2011-2013. Risultato: tra il 2012 e il 2013 le
assunzioni di apprendisti nell’artigianato sono crollate del 33,8%, a
fronte di una diminuzione del 16% per il totale delle imprese.
Sul fronte degli ammortizzatori sociali,
Confartigianato rileva il calo, tra il 2012 e il 2013, delle ore autorizzate di
Cassa Integrazione Guadagni in Deroga: - 22,9%. Una diminuzione ancor più
apprezzabile perché, a fine 2012, il ricorso effettivo alla CIG in deroga da
parte delle imprese artigiane si traduce in un tasso di utilizzo del 23%, più
che dimezzato rispetto alla media della CIG straordinaria e in deroga rilevata
nel 2012 e pari al 54,56%.
“Per
rilanciare l’occupazione – sottolinea il Presidente di Confartigianato
Giorgio Merletti, in vista dei provvedimenti annunciati dal Governo -
bisogna togliere piuttosto che aggiungere e rispettare le specificità delle
diverse realtà d’impresa che operano nel Paese. Basta con le continue riforme
che producono soltanto incertezza tra gli imprenditori e scoraggiano le
assunzioni. Non servono nuove ‘ricette’ fantasiose, soprattutto, non abbiamo
bisogno di soluzioni ‘a taglia unica’. Cominciamo, invece, subito a ridurre la
tassazione sul lavoro e a liberare l’apprendistato da costi e vincoli introdotti
dalla riforma Fornero e che hanno impedito l’assunzione di migliaia di giovani.
Continuiamo con la semplificazione delle leggi sul lavoro, affidando alla
contrattazione collettiva il compito di disciplinare il dettaglio dei rapporti
di lavoro. Utilizziamo l’occasione dell’attuazione della Youth Guarantee per
definire un sistema di orientamento e di sostegno al lavoro che, al pari degli
altri Paesi europei, offra ai giovani un percorso di continuità e coerenza tra
istruzione, formazione, esperienze on the job, e inserimento lavorativo con
contratto di apprendistato
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