Benvenuti nel nostro blog, siamo impegnati al fianco delle imprese per affrontare le tante problematiche insieme.

lunedì 24 marzo 2014

Confartigianato crea il Coordinamento Imprese del Digitale Nuovo soggetto di rappresentanza per 20.000 artigiani dell’ICT

Il Consiglio Direttivo di Confartigianato Comunicazione ha dato vita al Coordinamento Imprese del Digitale.

Obiettivo del nuovo soggetto è dare voce e rappresentanza alle oltre 20.000 imprese artigiane che lavorano nell’Innovation&Communication Technology, dalla produzione di software ai servizi, oltre al crescente numero di imprese che operano a cavallo fra mondo fisico e mondo virtuale, fra atomi e bit, a partire dalla stampa 3D.
Si tratta di attività in costante evoluzione e che occupano spazi sempre più ampi della nostra economia, oltre ad avere un ruolo pervasivo in tutti i settori industriali.
“Quello delle piccole imprese ICT – sottolinea Rinaldo Pellizzari, Presidente di Confartigianato Comunicazione – è un settore nel quale spicca la componente artigiana, espressione di abilità, personalizzazione, flessibilità nella risposta a domande sempre più complesse e sofisticate che provengono dalle imprese e dai cittadini. Rappresentare gli ‘artigiani digitali’ significa mettere a disposizione del Paese grandi competenze di innovazione spesso trascurate a favore delle grandi multinazionali e che invece possono e devono contare di più nei prossimi decisivi passaggi per la modernizzazione del Paese, dall’Agenda digitale alle smart city”. A questo proposito, il Coordinamento Imprese del Digitale di Confartigianato avvierà contatti con gli interlocutori istituzionali, a livello nazionale e locale, per fornire il proprio contributo di proposte nella costruzione e implementazione dell’Agenda digitale e delle ‘comunità intelligenti’.
Il Coordinamento offrirà occasioni di confronto e sperimentazione sull’innovazione digitale, anche con il contributo di imprese artigiane che hanno intrapreso il cammino di trasformazione in imprese digitali, pur provenendo da settori diversi. Questo, con l’obiettivo di raccogliere un patrimonio imprenditoriale eterogeneo ma ricco di risorse e competenze da mettere a disposizione dello sviluppo delle imprese artigiane e del Paese.


venerdì 21 marzo 2014

“INTERVENTI NELLA DIREZIONE GIUSTA, ACCOLTE LE RICHIESTE DELLE IMPRESE. BENE SEMPLIFICAZIONI, AIUTERANNO IL RILANCIO DELL’OCCUPAZIONE”


“Misure da tempo attese, che vanno nella direzione più volte indicata da R.E TE. Imprese Italia. I provvedimenti di semplificazione e sburocratizzazione delle procedure favoriranno certamente l’accesso al mondo del lavoro e saranno strumenti utili per far ripartire l’occupazione, in particolar modo quella dei giovani”. Così le cinque associazioni che compongono R.E TE. Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) commentano l’entrata in vigore del Decreto Legge sul lavoro, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale.

“I contratti a termine e quelli di apprendistato sono stati finalmente liberati da vincoli e anacronistici orpelli amministrativi: la semplificazione delle procedure è la strada giusta da percorrere per sbloccare le nuove assunzioni. In particolare, apprezziamo l’elevazione da 12 a 36 mesi della durata del rapporto a tempo determinato acausale, che pone finalmente fine ad una delle principali fonti di contenzioso per le imprese. Riteniamo utile che il decreto, nel fissare al 20% il limite massimo per l’utilizzo dell’istituto del tempo determinato, abbia salvaguardato l’autonomia dei CCNL a disporre misure diverse prevedendo comunque la possibilità per le imprese fino a 5 dipendenti di stipulare comunque un contratto. Accogliamo con favore anche la possibilità di proroga fino ad 8 volte entro il limite dei tre anni nell’ambito della stessa attività lavorativa.” 
“Giudizio positivo, inoltre, sulle semplificazioni apportate al contratto di apprendistato, tutte a vantaggio della formazione in azienda, che sicuramente aiuteranno il rilancio di questa tipologia contrattuale così importante per l’inserimento al lavoro dei giovani. Bene anche la smaterializzazione del Durc e lo stanziamento di ulteriori risorse su i contratti di solidarietà”.



Roma, 21 marzo 2014

Nel network di Confartigianato entra una web agency che mette a disposizione di tutte le piccole e medie imprese del territorio i nuovi servizi di digitalizzazione e promozione nell’universo online.

Si chiama UPtimization, ha sede a Bari presso lo spazio di co-working The Hub ed è composta da brindisini e tarantini con formazione ed esperienze lavorative all’estero. Alla faccia della fuga di cervelli: il team di UPtimization ha deciso di investire le competenze e conoscenze acquisite in Inghilterra, Pease leader nella digitalizzazione,  nel suo territorio di appartenenza ed offrire nuove opportunità di crescita e di sviluppo alle realtà locali e nazionali.

Aprirsi al mondo del web non significa soltanto avere un sito web che funga da vetrina con una email di contatto. Un sito web che non è ottimizzato per il web e per i motori di ricerca è come se non esistesse. UPtimization non si limita a creare siti web, ma è specializzata nell’ottimizzazione di siti web ed e-Commerce che si posizionano tra i primi risultati di Google e degli altri motori di ricerca e permettono ad ogni attività di essere trovata da chi la sta cercando.
Non finisce qui. Il punto di forza di UPtimization è la conoscenza profonda del web e delle possibilità di pubblicità su internet, su Google, sui social media e in ogni spazio possibile. Partendo da  una consulenza strategica personalizzata  ed un analisi del mercato di riferimento, si può creare un project plan mirato a raggiungere gli obiettivi desiderati utilizzando strumenti sofisticati, dai risultati tangibili e, soprattutto, misurabili.
Facciamo un esempio: avete un’azienda che produce divani in pelle e decidete di acquistare un gigantesco cartellone pubblicitario stradale con un investimento notevole. Sicuramente riuscirete a pubblicizzare il vostro brand, il eventuale slogan, la vostra sede ed un paio di prodotti che offrite. Riuscirete a farvi conoscere un po’ in giro e, nella migliori delle ipotesi, a vendere qualche divano in più, ma non saprete mai il ritorno preciso che avrete avuto su quell’investimento. Non solo: non riuscirete a catturare clienti al di fuori della vostra zona, a sviluppare un rapporto diretto con il cliente, a mettere in evidenza la vasta gamma di prodotti che offrire ed affacciarvi al mondo dell’internazionalizzazione e dell’export. Inoltre, ci sarà sempre qualcuno che, passando in macchina, avrà notato il vostro cartellone ma non sarà riuscito a segnare la vostra sede e, una volta tornato a casa avrà provato a cercarvi su Google. Se il vostro sito non è ben posizionato sul web o, ancora peggio, se non avete un sito web, quel possibile cliente diventerà automaticamente un cliente perso.
Il modello strategico di UPtimization consiste nell’integrare armoniosamente la pubblicità tradizionale con le tecniche di advertising online e di ottenere i massimi risultati con il minimo investimento. Le differenze principali, infatti, tra la pubblicità offline e quella online è che la prima prevede grossi investimenti, spesso imposti dalla aziende pubblicitarie e poco negoziabili, e non permette di misurare il ROI effettivo, quale campagna sia stata più efficiente o proficua, quale investimento non ha portato alcun risultato ecc. La pubblicità online, invece, è alla portata di tutti ed è adattabile ad ogni tipo di attività, di obiettivo e di budget. Inoltre permette di misurare al centesimo ogni investimento fatto, calcolare ROI esatti, scoprire nuove opportunità di crescita, misurare quale leva di marketing funziona meglio nel proprio settore, analizzare l’interazione dei clienti ed ottenere feedback in tempo reale e molto altro ancora.

La prima consulenza con UPtimization è gratuita. Se vuoi scoprire quali opportunità il web ha in serbo per te, contatta il team di UPtimization sul sito ufficiale www.uptimization.it o tramite l’indirizzo email info@uptimization.it

giovedì 20 marzo 2014

“L’ITALIA HA L’OCCASIONE DI CAMBIARE, DARE PIU’ SOSTEGNO ALLE IMPRESE. UN ERRORE ESCLUDERE LAVORATORI AUTONOMI DA RIDUZIONE IRPEF”

“L’Italia ha l’occasione di cambiare davvero, e le piccole e medie imprese e l’impresa diffusa possono e vogliono essere partecipi e protagoniste del cambiamento”. Lo ha dichiarato Marco Venturi, presidente di turno di R.E TE. Imprese Italia, nel corso dell’incontro con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, avvenuto oggi presso la sede del Ministero.

“Apprezziamo la volontà del Governo di superare i limiti di un’austerità eccessiva per dare maggiore impulso alla ripresa”, ha spiegato Venturi durante il colloquio con il Ministro. “Condividiamo il disegno generale delle proposte dell’Esecutivo, ma riteniamo sia stato un errore escludere dalla riduzione Irpef tanti piccoli imprenditori e lavoratori autonomi, che andrebbero sostenuti come gli altri”.
“Al Governo – ha continuato il presidente di R.E TE. Imprese Italia – chiediamo quindi ulteriori atti di realismo e coraggio, con il duplice obiettivo di rilanciare la domanda nel breve periodo e di potenziare la struttura e il sistema produttivo del Paese nel medio”.
Nel corso dell’incontro, la delegazione di R.E TE. ha consegnato al Ministro Padoan una serie di proposte per dare maggior sostegno alle imprese. Ad iniziare dalla Delega Fiscale, di cui le cinque associazioni che compongono R.E TE. (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) hanno chiesto un’attuazione rapida come primo passo di una vera e propria Riforma del Fisco.
Tra le proposte avanzate al ministro, ci sono anche l’innalzamento della franchigia Irap e il dimezzamento immediato dell’aliquota IMU sugli immobili strumentali delle imprese, con l’obiettivo di  una totale esclusione, e interventi per dare nuovo impulso al credito, attraverso il rafforzamento dei Confidi e modalità semplificate di accesso al Fondo di Garanzia per PMI, con la contestuale incentivazione delle fonti alternative al canale bancario.
Sul tema dei pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese, R.E TE. chiede lo sblocco definitivo e rapido dei debiti, istituendo meccanismi per smaltire quelli pregressi anche attraverso la compensazione diretta tra debiti e crediti ed impedire il ripetersi dell’accumulo di risorse non erogate. Inoltre – sostiene R.E TE. – è necessario rivedere il Patto di stabilità interno, nell’ottica di un superamento dei vincoli per le amministrazione virtuose.
Sul fronte di costi energetici e tracciabilità dei rifiuti, invece, le imprese chiedono, rispettivamente, sostegno per l’uso di fonti alternative e la sostituzione del Sistri con un sistema più efficiente e meno oneroso dal punto di vista degli adempimenti.
Roma, 19 marzo 2014

lunedì 17 marzo 2014

“Contro la disoccupazione giovanile, imitiamo il modello tedesco: apprendistato e alternanza scuola-lavoro”

“Liberare l’apprendistato da costi e vincoli introdotti dalla riforma Fornero, rilanciare l’alternanza scuola-lavoro, valorizzare le competenze, ‘importare’ in Italia l’esperienza tedesca del sistema di formazione ‘duale’ che consente ai giovani di conseguire un titolo di studio imparando un mestiere”.
Sono le strade per affrontare il dramma della disoccupazione giovanile e valorizzare la qualità manifatturiera made in Italy indicate dal Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti in occasione della 66° Fiera Internazionale dell'Artigianato di Monaco di Baviera che si conclude domani.
Nel corso dell’iniziativa, il Presidente Merletti ha sottolineato gli ambiti di impegno comune tra Confartigianato e l’Organizzazione tedesca dell’artigianato ZDH. “A cominciare – ha detto - dalla valorizzazione del sistema duale, diffuso nel Tirolo e in Aldo Adige, come efficace collegamento tra il mondo della scuola ed il mondo delle imprese e che può rappresentare uno strumento concreto per il rilancio della politica industriale e per ridurre sensibilmente la disoccupazione giovanile”.
A questo proposito, il leader di Confartigianato ha proposto di valorizzare il ‘Mastercraft certificate’ (diploma di maestro artigiano) come esempio di ‘buona pratica’ in Europa.
“Bisogna utilizzare l’opportunità dell’attuazione della Youth Guarantee – ha detto Merletti - per definire un sistema di orientamento e di sostegno al lavoro che, al pari degli altri Paesi europei, offra ai giovani un percorso di continuità e coerenza tra istruzione, formazione, esperienze on the job e inserimento lavorativo con contratto di apprendistato. L’apprendistato è lo strumento fondamentale per avvicinare i giovani al mondo del lavoro e per trasmettere le competenze tipiche delle attività che hanno fatto grande il made in Italy nel mondo. L’Italia deve investire su questo contratto che coniuga il sapere e il saper fare, e che ha formato generazioni di lavoratori ma è stato anche la ‘palestra’ per migliaia di giovani che hanno creato a loro volta un’impresa”.
 “L'Italia e la Germania – ha sottolineato il Presidente Merletti – sono, tra i G20, i due Paesi europei con il maggiore valore aggiunto manifatturiero al mondo, insieme a Cina, Corea del Sud e Giappone. Questo nostro record va difeso con iniziative comuni di Confartigianato e Zdh in materia di mercato del lavoro e di formazione professione per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro in generale e, in particolare, nelle imprese artigiane. Così come è importante – ha aggiunto il Presidente Merletti - individuare terreni comuni di azione per l’internazionalizzazione, per l’accesso al credito, per la semplificazione burocratica e la Better Regulation con la riduzione dei numerosi oneri amministrativi a carico delle imprese. I piccoli imprenditori hanno bisogno di regole più chiare e più semplici. Non di nuove regole”.

“Serve il ‘miracolo’ della compensazione per pagare i debiti della Pa alle imprese”

“Ha ragione il Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani  a chiedere che lo Stato italiano anticipi al 13 giugno (Sant’Antonio) il pagamento dei debiti alle imprese. Il fatto è che le piccole imprese italiane non sanno più a che Santo votarsi per vedersi riconosciuto il sacrosanto diritto ad essere pagate dalla Pubblica Amministrazione. L’unica cosa certa è che il ‘miracolo’ dei pagamenti potrebbe avvenire se si applicasse, come Confartigianato sollecita da tempo, la compensazione secca, diretta e universale tra debiti e crediti delle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione”.
Lo dichiara il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, commentando gli impegni del Governo sul pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione entro il 21 settembre (San Matteo) e la richiesta lanciata oggi dal Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani di anticipare la scadenza al 13 giugno (Sant’Antonio).
“Abbiamo sentito anche troppi annunci e promesse. Ora – sottolinea Merletti - non si può più scherzare con una situazione drammatica che, oltre alle incertezze sui debiti ancora da saldare accumulati prima del 2013, anche lo scorso anno ha visto gli imprenditori attendere in media 180 giorni per vedersi saldate le fatture dagli Enti pubblici, come ‘certificato’ dalla Corte dei Conti nel suo Rapporto sulla Finanza pubblica 2013”.
         Roma, 15 marzo 2014

martedì 11 marzo 2014

Sulle piccole imprese il cuneo fiscale pesa per 78,5 miliardi In 1 anno crollate del 33,8% le assunzioni di apprendisti nell’artigianato

Il Presidente Giorgio Merletti: “Stop a costi e vincoli che fanno perdere 1.311 occupati al giorno. No a privilegi nella riduzione del carico fiscale”

Nel 2013 l’Italia ha perso 478 mila occupati, pari a 1.311 posti di lavoro in meno al giorno, il numero dei disoccupati è aumentato di 369mila unità, pari al 13,4% in più in 1 anno, e di questi 158mila sono giovani tra 15 e 34 anni.
Il drammatico bollettino di guerra del nostro mercato del lavoro è stilato da Confartigianato che, in vista della presentazione del Job Act da parte del Governo, mette in luce anche i problemi legati all’istruzione e formazione professionale, al cuneo fiscale e agli ammortizzatori sociali.
Sull’andamento dell’occupazione pesa il costo del lavoro. Per i 4.433.093 dipendenti delle micro e piccole imprese italiane fino a 50 addetti il cuneo fiscale costa 78.502 milioni. A questo proposito, il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti avverte il Governo: “Attenzione alle scelte per ridurre il carico fiscale su cittadini e imprenditori. La coperta delle risorse a disposizione è corta: servono soluzioni equilibrate capaci di rilanciare la competitività delle nostre aziende. Non vorremmo si finisse per privilegiare alcuni settori,  lasciando scoperti milioni di imprese e loro dipendenti esposti alla concorrenza internazionale”.  
Secondo Confartigianato, la situazione occupazionale è influenzata anche dai problemi del sistema formativo: in Italia, la percentuale di under 25 che studiano e lavorano è appena del 2,8%, a fronte della media del 13,6% dei Paesi dell’Ue a 27. Confartigianato segnala, inoltre, che i diplomati degli istituti tecnici e professionali presentano una situazione occupazionale migliore rispetto a chi ha frequentato licei o ha avuto un’istruzione magistrale ed artistica. I diplomati degli Istituti tecnici, infatti, risultano occupati per oltre la metà (57,6%), con un tasso di disoccupazione pari al 22,4% ed inferiore alla media dei diplomati (26,2%), mentre quelli degli Istituti professionali risultano occupati per il 69%, l’incidenza maggiore tra i diplomati, a cui si accompagna il più basso tasso di disoccupazione, pari al 21,4%. 
Le opportunità di trovare lavoro sono ostacolate dalla crisi ma anche da interventi normativi che hanno penalizzato un contratto a valenza formativa come l’apprendistato che, nel 2013, ha consentito l’11,5% delle assunzioni effettuate dalle imprese artigiane, a fronte dell’8,7% di apprendisti assunti dal totale delle imprese. Ma la vocazione dell’artigianato ad utilizzare l’apprendistato è stata pesantemente compromessa dai maggiori costi e vincoli introdotti nel 2012 dalla riforma Fornero e dalle incertezze applicative provocate dalle tre riforme dell’apprendistato succedutesi nel triennio 2011-2013. Risultato: tra il 2012 e il 2013 le assunzioni di apprendisti nell’artigianato sono crollate del 33,8%, a fronte di una diminuzione del 16% per il totale delle imprese.
Sul fronte degli ammortizzatori sociali, Confartigianato rileva il calo, tra il 2012 e il 2013, delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni in Deroga: - 22,9%. Una diminuzione ancor più apprezzabile perché, a fine 2012, il ricorso effettivo alla CIG in deroga da parte delle imprese artigiane si traduce in un tasso di utilizzo del 23%, più che dimezzato rispetto alla media della CIG straordinaria e in deroga rilevata nel 2012 e pari al 54,56%.
“Per rilanciare l’occupazione – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, in vista dei provvedimenti annunciati dal Governo - bisogna togliere piuttosto che aggiungere e rispettare le specificità delle diverse realtà d’impresa che operano nel Paese. Basta con le continue riforme che producono soltanto incertezza tra gli imprenditori e scoraggiano le assunzioni. Non servono nuove ‘ricette’ fantasiose, soprattutto, non abbiamo bisogno di soluzioni ‘a taglia unica’. Cominciamo, invece, subito a ridurre la tassazione sul lavoro e a liberare l’apprendistato da costi e vincoli introdotti dalla riforma Fornero e che hanno impedito l’assunzione di migliaia di giovani. Continuiamo con la semplificazione delle leggi sul lavoro, affidando alla contrattazione collettiva il compito di disciplinare il dettaglio dei rapporti di lavoro. Utilizziamo l’occasione dell’attuazione della Youth Guarantee per definire un sistema di orientamento e di sostegno al lavoro che, al pari degli altri Paesi europei, offra ai giovani un percorso di continuità e coerenza tra istruzione, formazione, esperienze on the job, e inserimento lavorativo con contratto di apprendistato

mercoledì 5 marzo 2014

“SISTEMA INSOSTENIBILE DALLE IMPRESE. ATTUARE PRESTO DELEGA FISCALE PER TASSE PIÙ EQUE E STOP A BUROCRAZIA”

“Un sistema fiscale insostenibile, caratterizzato da una pressione insopportabile ed adempimenti ingestibili per numero e complessità”.
E’ l’allarme lanciato oggi dai rappresentanti di Rete Imprese Italia, ascoltati dalla Commissione Finanze in Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco.
“L’attuale sistema fiscale - scrive Rete Imprese Italia nel documento consegnato alla Commissione - è utilizzato sempre più spesso non come strumento di politica economica a favore di crescita ed equità, ma solo come fonte di maggiori entrate in cui il fattore spesa è la variabile indipendente a cui le entrate devono continuamente adeguarsi. Va capovolto il paradigma: è la spesa pubblica che deve essere riportata entro limiti che consentano una tassazione non oltre la media europea. In particolare, è fondamentale che le maggiori entrate provenienti, in primis, dal contrasto all’evasione siano totalmente destinate alla riduzione della pressione fiscale per imprese e famiglie”.
“Riteniamo, inoltre – continua Rete - che la Legge Delega rappresenti un momento di straordinaria ‘manutenzione’ dell’attuale sistema fiscale finalizzata a rendere neutra, rispetto alla forma giuridica, la tassazione dell’impresa; alla revisione, in un’ottica di semplificazione, degli attuali regimi contabili e fiscali ed alla razionalizzazione della pletora degli adempimenti fiscali, anche in relazione alla loro effettiva efficacia di contrasto all’evasione ed elusione d’imposta come pure all’introduzione di regimi premiali per le imprese più virtuose. Una rapida attuazione della Legge Delega servirà anche a migliorare il rapporto conflittuale fisco-contribuente”.
Nel documento consegnato alla Commissione, R.ETE. Imprese Italia delinea, infine, interventi immediati di riduzione delle aliquote Irpef e dell’IRAP. Nel caso dell'Irap, sia innalzando la franchigia di esenzione, sia definendo, in maniera puntuale, i soggetti esonerati dal pagamento del tributo in quanto privi di organizzazione.
Roma 5 marzo 2014

martedì 4 marzo 2014

SISTRI: “SISTEMA INEFFICIENTE, VA SUPERATO. DECRETO SEMPLIFICAZIONI PRELUDA A SOSTITUZIONE. GOVERNO RENZI PASSI DAGLI ANNUNCI AI FATTI: STOP A BUROCRAZIA”


“Prendiamo atto con soddisfazione - si legge in una nota di R.E.TE Imprese Italia sulla entrata in funzione del Sistri, il sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti pericolosi, avvenuta oggi - della sospensione delle sanzioni, della proroga della tracciabilità cartacea e, in particolare, della prospettiva, annunciata dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, di un decreto che escluda dal Sistri le imprese con meno di 10 dipendenti, che di fatto cancellerebbe l’assurda equiparazione dei rifiuti di un parrucchiere e di un piccolo commerciante con quelli di un’industria. E’ la prova che si sta cominciando a comprendere l’inadeguatezza del sistema alle esigenze delle imprese e del Paese”. 
“Non muta, quindi, il nostro giudizio profondamente negativo: il Sistri –continua la nota di R.E.TE Imprese Italia - è l’emblema della follia burocratica del nostro Paese. Il sistema ha infatti dimostrato troppe criticità, che riguardano l’interoperabilità, i malfunzionamenti tecnici e tecnologici di dispositivi e sistema, la lentezza delle procedure. Tutto ciò è costato 250 milioni di euro a 300mila imprese italiane. Riteniamo dunque assurdo e dannoso proseguire nella sua implementazione: dobbiamo al più presto sostituire il Sistri con un sistema di tracciabilità che risponda concretamente all’esigenza di una corretta gestione dei rifiuti, attraverso un modello che non gravi sulle aziende con ulteriori costi e procedure complesse ed ingestibili”.
“Il Sistri deve essere superato - aggiunge la nota - è un sistema inefficiente, scarsamente trasparente ed inadeguato, che comporta pesanti rallentamenti per le imprese e, in alcuni casi, addirittura il blocco delle attività. Per questo chiediamo al Governo di procedere rapidamente alla sua sostituzione con un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi che serva meglio allo scopo”.
“Per ‘far uscire dalla palude’ le imprese – conclude R.E.TE Imprese Italia - occorre ridurre il peso della burocrazia e del fisco. Finora però il Governo non sembra dello stesso avviso: l’avvio del Sistri e l’incremento delle aliquote TASI sono due interventi che vanno in direzione decisamente opposta alle esigenze del Paese. Si passi dagli annunci ai fatti e si proceda a una vera sburocratizzazione”. 

Roma, 3 marzo 2014 

lunedì 3 marzo 2014

Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti: “Il rilancio dell’economia italiana comincia dalle piccole imprese”

Le piccole imprese sono in pole position nella corsa del made in Italy sui mercati internazionali.
A spingere i nostri prodotti sui mercati internazionali sono infatti i settori manifatturieri con la maggiore presenza di micro e piccole imprese e che rappresentano il 26,3% del totale del nostro export manifatturiero: tra gennaio e settembre 2013 dal nostro Paese sono volati nel mondo prodotti realizzati dalle piccole imprese per un valore di 72,9 milioni di euro, con un aumento del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2012.
Lo rileva un rapporto di Confartigianato dal quale emerge che le vendite all’estero dei prodotti delle piccole imprese sono in controtendenza rispetto all’andamento complessivo delle nostre esportazioni che, nel 2013, hanno fatto registrare una diminuzione dello 0,1%.
In questa tormentata fase di recupero dell'economia italiana anche la domanda estera presenta alcune incertezze: in una stima preliminare, il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che le esportazioni extra UE dell’Italia di gennaio 2014 segneranno una flessione del 2,7% rispetto a gennaio 2013.
In questo contesto turbolento, a tenere alta la bandiera made in Italy nel mondo sono le piccole imprese soprattutto con i prodotti in pelle che mostrano un aumento del 7,1% del valore delle esportazioni. Bene anche il settore alimentare (+5,2%), gli articoli di abbigliamento (+2,8%), i prodotti in metallo e i mobili (+1,8%).
Secondo il rapporto di Confartigianato, al vertice della classifica regionale per l’aumento di esportazioni di prodotti realizzati dalle piccole imprese si colloca l’Umbria con una crescita del 13,6% a settembre 2013 rispetto ai primi nove mesi del 2012.
Secondo posto per la Toscana, che registra un incremento dell’8,6%, e terza posizione per la Provincia autonoma di Bolzano che fa segnare un +8,2%. Seguono Emilia-Romagna (+5,7%), Puglia (+5,3%), Campania (+4,7%), Friuli-Venezia Giulia (+4,1%), Veneto (+3,8%), Marche (+3,2%) e Lombardia (+3%).
A livello provinciale la migliore performance per le vendite all’estero di made in Italy proveniente dalle piccole imprese è quella di Ravenna che, tra settembre 2012 e settembre 2013, ha visto crescere le esportazioni del 43,6%.
Al secondo posto della classifica provinciale per il maggiore incremento di export si colloca Piacenza (+25,3%), seguono Arezzo (+18,4%), Salerno (11,7%), Forlì-Cesena (11%), Firenze (10,6%), Perugia (10,5%), Vercelli (8,6%), Bolzano (8,2%), Alessandria (7,8%), Macerata (6,4%), Udine (6,2%), Modena (6%), Cremona (5,5%), Fermo, Belluno e Milano (tutte tre con il +5,3%).


“La vocazione all’export – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – è uno dei tanti punti di forza dell’artigianato e delle piccole imprese che, nonostante la crisi, sanno conquistare i mercati esteri con l’alta qualità dei prodotti made in Italy e costituiscono una componente fondamentale dell’economia italiana. Con oltre 4,1 milioni di aziende, che danno lavoro a 14,2 milioni di addetti, rappresentano il 94% del totale delle imprese italiane (al netto dell’agricoltura), impiegano il 58,8% del totale degli occupati e realizzano il 62,1% del valore aggiunto. Che Italia sarebbe senza le piccole imprese? E’ ora di pensarci e di passare ad azioni concrete per liberare le piccole imprese dai troppi costi e dai troppi ostacoli che ne comprimono le potenzialità. E’ ora di cambiare. Se si vuole davvero uscire dalla crisi e rilanciare la nostra economia, bisogna iniziare a valorizzare il patrimonio produttivo delle piccole imprese italiane”.