Benvenuti nel nostro blog, siamo impegnati al fianco delle imprese per affrontare le tante problematiche insieme.

giovedì 21 novembre 2013

Dai Carrozzieri no all’obbligo del risarcimento ‘in forma specifica’: penalizza i cittadini e le imprese di carrozzeria

“Sono a rischio la libertà di scelta dei cittadini e la sopravvivenza di 17.000 imprese di carrozzeria”. E’ l’allarme lanciato dalle Associazioni dei Carrozzieri di Confartigianato, Cna e Casartigiani in merito a due ipotesi di provvedimenti all’esame del Governo e del Parlamento e riguardanti la riforma della disciplina Rc Auto.
Il primo riguarda il pacchetto di norme nel settore assicurativo, sul quale sta lavorando il Sottosegretario allo Sviluppo economico, Sen. Simona Vicari. Il secondo si riferisce ad una risoluzione, primo firmatario l’On. Gutgeld,  in discussione presso la Commissione Finanze della Camera.
In entrambi, si renderebbe di fatto obbligatorio il risarcimento ‘in forma specifica’, vale a dire far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione.
“In tal modo – sottolineano Franco Mingozzi, Presidente di CNA/Unione Servizi alla Comunità, Silvano Fogarollo, Presidente di ANC/Confartigianato e Mario Coltelli, Presidente di Casartigiani/Autoriparazione – oltre a ledere la libertà di scelta dei consumatori, si metterebbero in ginocchio 2/3 delle imprese di carrozzeria indipendenti che non operano in convenzione con le compagnie di assicurazione”.

La posizione è stata ribadita oggi dai rappresentanti dei Carrozzieri delle Confederazioni artigiane nel corso di un’Audizione presso la 6° Commissione Finanze della Camera.
Le Associazioni dei Carrozzieri di Confartigianato, Cna e Casartigiani hanno chiesto l’eliminazione dell’obbligo del risarcimento in forma specifica dalla risoluzione Gutgeld, sottolineando che esso impedirebbe agli automobilisti di esercitare la libera scelta di essere risarciti in denaro e di farsi riparare l’auto dall’officina di fiducia del carrozziere di fiducia.

Inoltre, i Presidenti dei Carrozzieri di Confartigianato, Cna e Casartigiani sottolineano che l’obbligo del risarcimento in forma specifica è incostituzionale perché aggira la sentenza della Corte Costituzionale 19 giugno 2009, n. 180, dove viene confermato che il sistema del risarcimento diretto è facoltativo e che tale sistema non può e non deve essere considerato e/o utilizzato come se fosse “obbligatorio”, quanto piuttosto quale alternativa rispetto al sistema tradizionale (risarcimento corrisposto dalla compagnia del responsabile).


A dar ragione alle Associazioni di categoria dei carrozzieri è anche il decreto legge ‘CrescItalia’ varato il 24 gennaio 2012, dal quale, grazie alle battaglie delle tre Associazioni, è stata eliminata proprio una norma che avrebbe limitato la libertà dei cittadini e altera la concorrenza nel mercato delle riparazioni di auto.

Un tentativo simile di favorire con un premio economico la riparazione in forma specifica  è stato già fatto in occasione dell’approvazione della vigente legge n°27 del 24 marzo 2012. In quella occasione la proposta fu di decurtare il risarcimento del danno del 30% se non si utilizzavano le carrozzerie convenzionate. Tale previsione fu poi cancellata dal testo della legge approvata, anche a seguito di una forte mobilitazione della categoria.

martedì 19 novembre 2013

Confartigianato Taxi: "Il taglio del rimborso delle accise è colpo di grazia per i tassisti. Mobilitazione della categoria"

“La riduzione del credito d’imposta sulle accise del carburante, prevista dalla legge di stabilità,  rappresenta il colpo di grazia per i tassisti italiani che stanno vivendo una profonda crisi e, dal 2008 ad oggi, hanno perso il 40% della redditività. Di fronte a questo ennesimo provvedimento penalizzante, Confartigianato Taxi proclama la mobilitazione della categoria”.
E quanto dichiara il Presidente di Confartigianato Taxi, Alessandro Nordio, il quale annuncia iniziative per sensibilizzare le istituzioni sui problemi del settore. “Nei prossimi giorni, invieremo richieste di incontro ai Prefetti in tutta Italia per rendere pubblica la difficilissima situazione in cui versano gli imprenditori”.
Il Presidente Nordio sottolinea “la crisi strutturale del settore causata dalla contrazione della domanda di servizi di trasporto persone, inasprita dall’incremento della pressione fiscale diretta e indiretta e dalle difficoltà a gestire la chiusura delle attività e il trasferimento delle licenze a nuovi imprenditori, aggravata da forme di concorrenza sleale di settori affini e dei vettori esteri”.
“Tutto ciò – aggiunge il Presidente di Confartigianato Taxi – ha messo in ginocchio i nostri imprenditori, in particolare molti giovani in difficoltà di fronte agli impegni economici propri dell’avvio di attività, e che ora devono subire anche il taglio dei rimborsi delle accise. Una situazione analoga a quella degli imprenditori dell’autotrasporto merci, dei quali comprendiamo le difficoltà e condividiamo le preoccupazioni”.
“Siamo pronti – sottolinea Nordio - a far valere le nostre ragioni, con senso di responsabilità e con spirito costruttivo. Sulla nostra piattaforma di problemi e di proposte, chiediamo un immediato confronto con le Amministrazioni locali e con il Governo per individuare soluzioni  rapide. Ne va della sopravvivenza delle nostre imprese”.
Roma, 19 novembre 2013

lunedì 18 novembre 2013

Classifica di Confartigianato dei settori ‘in’ e ‘out’ tra il 2009 e il 2013

Tutela dell’ambiente, manutenzione degli impianti industriali, alimentazione guidano la classifica dei settori con il maggior sviluppo imprenditoriale in cui, dal 2009 al 2013, si è registrato un boom di 22.076 aziende artigiane, con un tasso di crescita del 7,1%.
A ‘soffrire’, invece, sono l’edilizia, l’autotrasporto e le produzioni metalliche, finiti nelle ultime posizioni di un drappello di settori che, negli ultimi 4 anni, hanno perso complessivamente 84.885 imprese artigiane, con una diminuzione del 7,6%.
La classifica dei settori in ascesa e di quelli in difficoltà è stata stilata dall’Ufficio studi di  Confartigianato e presentata in occasione della Convention della Categorie, organizzata dalla Confederazione il 15 e il 16 novembre a Roma.
Nel dettaglio, secondo la rilevazione di Confartigianato, tra il 2009 e il 2013, il record del dinamismo imprenditoriale appartiene alle aziende ‘green’ che si occupano di manutenzione di aree verdi, pulizia di edifici e cura del paesaggio e che hanno segnato il maggior aumento: 7.379 in più, con un tasso di sviluppo del 23,1%.
Al secondo posto sul podio dei settori più vitali c’è la riparazione e installazione di impianti industriali: negli ultimi 4 anni il settore ha guadagnato 5.074 aziende, con una crescita del 36,2%.
Medaglia di bronzo per l’alimentazione. Nonostante la crisi, alla qualità del cibo artigiano non si rinuncia e, così, le attività alimentari, con 485 imprese in più (1,2%), e i servizi di ristorazione, con 4.079 imprese in più (+8,9%), possono contare su un aumento di 4.564 imprese tra il 2009 e il 2013.
E’ crisi profonda all’altro capo della classifica: peggior risultato per l’edilizia che, tra il 2009 e il 2013, ha perso 17.209 imprese (-12,7%) nel settore della costruzione edifici e altre 16.445  imprese (-3,7%) nel settore dei lavori specializzati di costruzione, con una diminuzione complessiva di 33.654 imprese colpite dalla diminuzione delle compravendite, dai ritardi di pagamento, dal rialzo dei tassi di interesse.
La recessione ha lasciato segni profondi anche sull’autotrasporto, con 11.303 imprese in meno (-10,9%). Un trend negativo sul quale hanno pesato il calo dei consumi, il rincaro dei prezzi del carburante, la concorrenza dei vettori stranieri.
Al terzo posto tra i settori che hanno perso il maggior numero di aziende, la fabbricazione di prodotti in metalli: sono ‘scomparse’ 8.602 aziende, con una variazione negativa del 10,8%, messe fuori mercato dalla concorrenza internazionale e dalla volatilità dei prezzi dei metalli.
“I nostri dati – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti - mostrano i pesanti effetti della crisi su molti settori artigiani, aggravati da misure penalizzanti. E’ il caso dell’autotrasporto che, già colpito dalla crisi e dalla concorrenza sleale dei vettori stranieri, ora, in base alla legge di stabilità, si vedrebbe aumentare di 400 milioni il costo del gasolio per uso professionale. Gli imprenditori non vogliono piegarsi al pessimismo e si sforzano di innovare, investire in nuovi settori e intercettare le nuove tendenze del mercato. Ma chi guida il Paese ha il dovere di sostenerli, evitando di aggiungere all’impatto della crisi, gli effetti di provvedimenti penalizzanti”.
Roma, 16 novembre 2013

venerdì 15 novembre 2013

Oltre 229mila gli immobili a destinazione commerciale e produttiva in Puglia

Sono più di 229mila gli immobili a destinazione
commerciale e produttiva in Puglia. Per una rendita catastale complessiva di
560 milioni di euro.
Il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia ha elaborato il numero
totale di negozi e botteghe (accatastati, dall’Agenzia dell’Entrate, in categoria
C1), laboratori per arti e mestieri (C3), opifici e capannoni (D1) e
fabbricati adattati per esigenze industriali (D7).
In particolare, nella provincia di Bari, è concentrato il 40,3 per cento dei
negozi aperti in tutta la regione. Sono ben 58.510 su 145.307. Seguono il
Salento con il 20,6 per cento (29.955 rivendite), la Capitanata con il 15 per
cento (21.860), la provincia di Taranto con il 13,4 per cento (19.421) e quella
di Brindisi con il 10,7 per cento (15.561). Per una rendita catastale
complessiva di 227,6 milioni di euro.
Restringendo l’analisi ai soli capoluoghi, Bari conta 12.565 negozi, pari al
38,8 per cento del totale. Ci sono, poi, Taranto (6.567), Foggia (5.267
rivendite), Lecce (4.838) e Brindisi (3.160).
Riguardo ai laboratori per arti e mestieri, se ne contano 45.024 in
Puglia, di cui 14.331 nel barese e 13.289 nel Salento. Queste due province
rappresentano, da sole, oltre il 60 per cento degli immobili di categoria C3.
Seguono Foggia (6.318), Taranto (6.081) e Brindisi (5.005).
Gli opifici sono 30.032, di cui 12.067 hanno sede in provincia di Bari,
6.126 in Capitana, 5.550 nel Salento, 3.156 nel tarantino e 3.133 nel
brindisino.
I fabbricati adattati per esigenze industriali sono 8.805, di cui
5.132, pari al 58,3 per cento, costruito nel barese, 1.164 in provincia di
Foggia, 973 nel Salento, 912 a Brindisi e 624 a Taranto.
«L’indagine effettuata dal nostro Centro Studi regionale – dice il
presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza – evidenzia
come, nonostante la durissima crisi economica, i laboratori e le botteghe
artigiane siano ancora capillarmente diffusi sul nostro territorio. Purtroppo,
però, la sempre maggiore tassazione che grava, paradossalmente, anche sugli
immobili strumentali, rischia di spazzare via migliaia di imprese. Come
calcolato dalla nostra Confederazione nazionale, infatti, il prossimo anno
l’impatto dell’Imu sugli immobili strumentali, unito a quello della Trise sui
rifiuti e servizi indivisibili, arriverà a 12,8 miliardi di euro: il 51,4 per cento
rispetto al 2011. L’effetto combinato – spiega – di questi nuovi tributi
annullerà, di fatto, i benefici di qualsivoglia altro sgravio o riduzione del costo
del lavoro. Si tratta – conclude il presidente – di una pressione fiscale
intollerabile e soprattutto iniqua: non possono equipararsi gli immobili
produttivi alle seconde case. I nostri laboratori sono la nostra prima casa».

martedì 12 novembre 2013

Il Ministero dell’Interno e le Confederazioni dell’Artigianato e delle Pmi insieme per la legalità e la sicurezza delle imprese Firmato oggi a Verona un Protocollo quadro

Intensificare la collaborazione tra Organizzazioni imprenditoriali e forze dell’ordine per combattere la criminalità che colpisce le imprese. E’ l’obiettivo del Protocollo quadro per la legalità e la sicurezza delle imprese firmato oggi a Verona dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano e dai vertici di Confartigianato, Cna e Casartigiani.
Per Confartigianato ha sottoscritto l’intesa il Presidente Giorgio Merletti.
Il Protocollo, che ha durata triennale, prevede la realizzazione di iniziative per difendere i piccoli imprenditori dai fenomeni di criminalità attraverso programmi di informazione e di formazione, misure di prevenzione e strumenti di protezione e contrasto dei reati predatori.
Il Ministero dell’Interno diffonderà materiale informativo e divulgativo sulle buone prassi da seguire per ridurre il rischio di furti e rapine e per consentire agli imprenditori di fornire alle forze dell’ordine informazioni utili ad individuare i responsabili dei reati. Il Viminale, inoltre, si impegna a formare, attraverso il personale delle forze dell’ordine, gli imprenditori nell’adozione di efficaci misure di autoprotezione.
Da parte loro, le Organizzazioni artigiane promuoveranno la diffusione dei contenuti del Protocollo attraverso la sottoscrizione di accordi tra le Associazioni territoriali e le Prefetture, la partecipazione degli imprenditori alle attività di formazione per contrastare la criminalità, la diffusione di sistemi di videosorveglianza e l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici.
In particolare, il Ministero dell’Interno e le Organizzazioni imprenditoriali si impegnano a promuovere  l’adozione, da parte delle imprese artigiane e delle piccole aziende, di sistemi di videosorveglianza e di sicurezza tecnologicamente avanzati, anche attraverso la predisposizione di un disciplinare tecnico in tema di video allarme antirapina.
Le Prefetture favoriranno lo sviluppo operativo del sistema, sottoscrivendo con le articolazioni territoriali delle Confederazioni i relativi Protocolli.

giovedì 7 novembre 2013

31 miliardi l’anno bruciati dalle imprese in adempimenti amministrativi Confartigianato dà il via all’Osservatorio anti-burocrazia. On line sul sito www.confartigianato.it

30,98 miliardi l’anno: è il costo annuo degli adempimenti amministrativi a carico delle imprese italiane. Un onere enorme, pari a 2 punti di PIL, e che, su ciascuna azienda, pesa per 7.091 euro l’anno. L’insostenibile pesantezza della burocrazia confina l’Italia al 73° posto, tra i 185 Paesi del mondo, nella classifica internazionale sulla facilità di fare impresa.
Questi costi potrebbero diminuire di 8,49 miliardi, pari al 29% in meno, se venissero attuati i provvedimenti di semplificazione varati tra il 2008 e il 2012.
Norme che dovrebbero alleggerire costi e vincoli burocratici in materia di lavoro e previdenza, fisco, privacy, appalti, ambiente, edilizia.
Ma gli effetti di questi provvedimenti sono ancora tutti da dimostrare. Confartigianato ha quindi deciso di misurare la reale efficacia per gli imprenditori di queste leggi di semplificazione e individuare nuovi interventi di sfoltimento della giungla burocratica. Per questo da oggi, sul portale di Confartigianato www.confartigianato.it è attivo l’osservatorio ‘Follia burocratica? Raccontaci la tua’.
Uno spazio nel quale gli imprenditori possono raccontare le loro esperienze, denunciare le loro storie di ordinaria follia burocratica. In pochi click, si può compilare un questionario, segnalando le complicazioni che rendono difficile l’attività produttiva.
La consultazione resterà attiva fino al 31 gennaio 2014 e le segnalazioni degli imprenditori verranno raccolte in un rapporto finale di proposte che sarà presentato al Governo e al Parlamento.
“La nostra iniziativa – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – serve a monitorare quanto degli impegni per semplificare la vita degli imprenditori si traduce in realtà. Di leggi anti-burocrazia ne esistono anche troppe. Bisogna soltanto applicarle e farle rispettare. controllarne l’effetto, verificare il risultato percepito dalle imprese. Non fate nuove leggi, ce ne sono già tante, fate funzionare quelle che esistono. Insomma, per abbattere il mostro della burocrazia, bisogna semplificare la semplificazione!”.


Costi amministrativi annui per le PMI
Milioni di euro-93 procedure ad alto impatto-monitoraggio tra il 2007 e il 2012
Ambito
Costo totale
Lavoro e Previdenza
                                        9.940
Sicurezza sul lavoro
                                         4.600
Edilizia
                                         4.440
Ambiente
                                         3.410
Fisco
                                         2.760
Privacy
                                         2.590
Prevenzione incendi
                                         1.410
Appalti
                                         1.210
Paesaggio e Beni Culturali
                                            620
TOTALE
                                       30.980
Costo per imprese fino 250 addetti (euro)
7.091
Costo per le imprese per ciascuna procedura ad alto impatto (milioni)
333
Costi sul Pil (%)
2,0
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Dip. funzione pubblica-Ufficio per la semplificazione