Soltanto il 2,9% delle imprese italiane assume personale selezionato
dai Centri per l’Impiego. Gli imprenditori preferiscono cercare i loro
collaboratori tramite le segnalazioni di conoscenti e fornitori (nel 61% dei
casi) e attraverso le banche dati aziendali (24,6% dei casi).
Ma anche chi cerca lavoro utilizza molto poco gli strumenti pubblici di
collocamento. Infatti, appena il 3,4% degli occupati italiani si è rivolto ai
Centri per l’impiego per trovare lavoro. Una percentuale che scende al 2,7% per
i giovani fino a 29 anni.
La scarsa fiducia di imprese e lavoratori nei servizi pubblici per
l’impiego è testimoniata in un rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato
dal quale emerge che nel 2012 sono state 40.534 le imprese italiane che hanno
utilizzato il servizio pubblico per trovare il personale da assumere.
La disaffezione di imprenditori e dipendenti verso i centri per
l’impiego è aumentata negli ultimi anni: nel 2010 la quota di imprese che li ha
utilizzati si attestava al 6,3% per diminuire al 2,9% nel 2012.
In discesa l’utilizzo anche da parte degli aspiranti lavoratori: si è
passati dalla quota del 3,9% tra il 1997 e il 2003 all’attuale 3,4%.
Confartigianato ha calcolato il costo per le finanze pubbliche dei 553
Centri per l’impiego operanti nel Paese e che occupano 8.781 addetti: si tratta
di 471 milioni di euro l’anno e si traduce in una spesa di 13.391 euro per
ciascun occupato a cui è stato trovato lavoro.
Diversa la produttività dei Centri per l’impiego nelle differenti aree
del Paese: dalla migliore performance nel Nord Ovest, con 418 utenti per
addetto, si passa al Nord Est con 271 utenti per addetto, per scendere alle
regioni del Centro (269 utenti per addetto) e al Mezzogiorno (220 utenti per
addetto). Secondo Confartigianato, se si applicasse il criterio di efficienza
del Nord Ovest a tutti i centri per l’impiego italiani sarebbero necessari
3.526 addetti in meno, con un risparmio di 137 milioni l’anno.
A fronte della scarsa efficacia dei centri per l’impiego nel gestire
l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, cresce il numero dei disoccupati.
Il rapporto di Confartigianato rivela che nell’ultimo anno in Italia le persone
senza lavoro da almeno un anno sono aumentate del 19,2%, oltre 5 punti in più
rispetto al +13,9% dell’Eurozona. Tra il II trimestre 2008 e il II trimestre
2013 la disoccupazione di lungo periodo è più che raddoppiata (+114,7%), con un
ritmo superiore di oltre sedici punti rispetto alla media dell’Eurozona
(+98,6%).
“I risultati
del nostro rapporto – sottolinea Cesare Fumagalli, Segretario Generale di
Confartigianato – impongono di ripensare gli strumenti pubblici per gestire l’incontro
tra domanda e offerta di lavoro. Vanno riorganizzate politiche attive mirate
sulla realtà produttiva e sulle nuove esigenze di imprese e lavoratori e che
coinvolgano il sistema della scuola e della formazione professionale”.
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