La legge sui tempi di pagamento
in vigore dall’1 gennaio 2013 stenta ad essere rispettata dai committenti
pubblici e privati. Lo confermano le segnalazioni di artigiani e piccoli
imprenditori all’Osservatorio attivato il 31 gennaio 2013 da Confartigianato e
visibile sul sito della Confederazione (www.confartigianato.it).
I risultati sono stati comunicati oggi
dal Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti nel corso di un incontro con
il Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani.
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio
di Confartigianato soltanto il 13,4% degli imprenditori rileva che i tempi di
pagamento della Pubblica amministrazione si sono accorciati, mentre il 68,7% li
considera invariati e il 17,9% segnala che si sono addirittura allungati.
Il fenomeno dei ritardati pagamenti si è
aggravato nelle transazioni commerciali tra privati, dove si concentra l’87,5%
dei crediti insoluti a danno degli artigiani. Il 36,6% dei piccoli imprenditori
dichiara che i tempi di pagamento dei privati si sono allungati, a fronte del
50% che non ha rilevato cambiamenti, mentre solo il 13,9 % segnala una
diminuzione dei tempi per veder saldate le fatture.
Dall’Osservatorio emerge poi che oltre il
50 per cento dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le piccole imprese
è fatto da crediti di modesta entità, fino a 2000 euro, e soltanto il 3,6% dei
crediti supera i 50.000 euro, a dimostrazione della complessità amministrativa e
farraginosità delle procedure.
Il dato cambia nei crediti verso altre
imprese private: la quota di debiti fino a 2000 euro riguarda il 22,3% delle
imprese creditrici, mentre i debiti fino a 50.000 euro riguarda il 25% degli
imprenditori.
“A 8 mesi dall’entrata in vigore – ha
sottolineato il Presidente Merletti - l’applicazione delle nuove norme in Italia
risulta ancora scarsa e, addirittura, il fenomeno dei crediti insoluti è
peggiorato nei rapporti tra privati. Per quanto riguarda i debiti della Pa
subiamo gli effetti di un sistema di regole e procedure, soprattutto per
l’esigenza di tenere i conti pubblici sotto controllo, che ha frenato
l’efficienza amministrativa dei processi di pagamento, fino a produrre debiti
arretrati che superano la cifra di 91 miliardi”. “Tra le cause dei debiti dei
privati – ha aggiunto Merletti – vi sono le inefficienze della giustizia civile,
che rendono conveniente essere cattivi pagatori”.
Roma, 13 settembre 2013
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