Tutela dell’ambiente, manutenzione
degli impianti industriali, alimentazione guidano la classifica dei settori
con il maggior sviluppo imprenditoriale in cui, dal 2009 al 2013, si è
registrato un boom di 22.076 aziende artigiane, con un tasso di crescita
del 7,1%.
A ‘soffrire’, invece, sono l’edilizia,
l’autotrasporto e le produzioni metalliche, finiti nelle ultime posizioni di
un drappello di settori che, negli ultimi 4 anni, hanno perso complessivamente
84.885 imprese artigiane, con una diminuzione del 7,6%.
La classifica dei settori in ascesa e
di quelli in difficoltà è stata stilata dall’Ufficio studi di
Confartigianato e presentata in occasione della Convention della Categorie,
organizzata dalla Confederazione il 15 e il 16 novembre a Roma.
Nel dettaglio, secondo la rilevazione di
Confartigianato, tra il 2009 e il 2013, il record del dinamismo imprenditoriale
appartiene alle aziende ‘green’ che si occupano di manutenzione di aree
verdi, pulizia di edifici e cura del paesaggio e che hanno segnato il maggior
aumento: 7.379 in più, con un tasso di sviluppo del 23,1%.
Al secondo posto sul podio dei settori
più vitali c’è la riparazione e installazione di impianti industriali:
negli ultimi 4 anni il settore ha guadagnato 5.074 aziende, con una
crescita del 36,2%.
Medaglia di bronzo per
l’alimentazione. Nonostante la crisi, alla qualità del cibo artigiano non
si rinuncia e, così, le attività alimentari, con 485 imprese in più
(1,2%), e i servizi di ristorazione, con 4.079 imprese in più (+8,9%),
possono contare su un aumento di 4.564 imprese tra il 2009 e il
2013.
E’ crisi profonda all’altro capo della
classifica: peggior risultato per l’edilizia che, tra il 2009 e il
2013, ha perso 17.209 imprese (-12,7%) nel settore della
costruzione edifici e altre 16.445 imprese (-3,7%) nel
settore dei lavori specializzati di costruzione, con una diminuzione
complessiva di 33.654 imprese colpite dalla diminuzione delle compravendite,
dai ritardi di pagamento, dal rialzo dei tassi di interesse.
La recessione ha lasciato segni profondi
anche sull’autotrasporto, con 11.303 imprese in meno
(-10,9%). Un trend negativo sul quale hanno pesato il calo dei consumi,
il rincaro dei prezzi del carburante, la concorrenza dei vettori
stranieri.
Al terzo posto tra i settori che hanno
perso il maggior numero di aziende, la fabbricazione di prodotti in
metalli: sono ‘scomparse’ 8.602 aziende, con una variazione negativa
del 10,8%, messe fuori mercato dalla concorrenza internazionale e dalla
volatilità dei prezzi dei metalli.
“I nostri dati – sottolinea il Presidente
di Confartigianato Giorgio Merletti - mostrano i pesanti effetti della crisi su
molti settori artigiani, aggravati da misure penalizzanti. E’ il caso
dell’autotrasporto che, già colpito dalla crisi e dalla concorrenza sleale dei
vettori stranieri, ora, in base alla legge di stabilità, si vedrebbe aumentare
di 400 milioni il costo del gasolio per uso professionale. Gli imprenditori non
vogliono piegarsi al pessimismo e si sforzano di innovare, investire in nuovi
settori e intercettare le nuove tendenze del mercato. Ma chi guida il Paese ha
il dovere di sostenerli, evitando di aggiungere all’impatto della crisi, gli
effetti di provvedimenti penalizzanti”.
Roma, 16 novembre 2013
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