Ancora in calo i prestiti alle imprese pugliesi. I finanziamenti sono diminuiti di oltre un miliardo di euro in appena un anno.
A rilevarlo è l’Osservatorio regionale di Confartigianato
Puglia che ha elaborato gli ultimi dati della Banca d’Italia per monitorare
l’andamento degli impieghi erogati alle aziende.
In particolare, da novembre 2011
a novembre 2012, lo stock dei prestiti è sceso da 26 miliardi 206 milioni a 25 miliardi 195 milioni. La flessione è del 3,9 per cento.
La crisi finanziaria ha allentato
la morsa sugli Stati e sulle banche, ma non sulle imprese. Nei Paesi periferici
dell’Euro-zona, infatti, gli spread sono sensibilmente calati e il successo
nella raccolta di capitali a tassi più bassi dimostra che la situazione è
migliorata, almeno nel breve e medio periodo, grazie al sostegno della Banca
centrale europea. Ma non si vedono ancora ricadute positive sulle aziende,
soprattutto su quelle di piccole dimensioni. I rubinetti del credito, infatti,
restano tuttora chiusi.
Negli istituti bancari si sta inceppando
l’ingranaggio principale per sostenere l’economia reale.
«L’analisi di questi dati –
spiega il presidente di Confartigianato Puglia, Francesco Sgherza – dimostrano che persistono grosse difficoltà
nell’accesso al credito, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese».
Tant’è che, in Puglia, la «fetta» più cospicua dei finanziamenti (18 miliardi
259 milioni) è stata destinata alle imprese con più di venti addetti; mentre la
restante parte dei prestiti (sei miliardi 936 milioni) a quelle di minori
dimensioni. «La stretta creditizia – continua il presidente regionale – si
avverte soprattutto sui finanziamenti a brevissimo periodo, quelli necessari a
sostenere la cassa e la liquidità ordinaria».
Settori. Guardando ai singoli comparti,
il settore dei servizi è quello più penalizzato: meno 503,3 milioni, pari ad un
tasso negativo dell’4,1. La stessa percentuale negativa colpisce le
costruzioni: meno 215 milioni. Calano pure i finanziamenti al manifatturiero:
meno 216,5 milioni, pari al 3,2 per cento in meno. Si tratta, è bene
precisarlo, di prestiti cosiddetti «vivi», cioè finanziamenti al netto delle
sofferenze e delle operazioni di pronto contro termine.
Tasso
di riferimento per il credito agevolato.
Dopo gli
Stati e le banche, il tasso d’interesse inizia a «sorridere» anche alle piccole
e medie imprese. Prosegue anche a febbraio la discesa del parametro di
riferimento per il credito agevolato a industria, commercio, artigianato,
editoria, industria tessile.
A partire dal primo febbraio
scorso, il tasso si attesta al 4,63 per
cento, con una flessione dello 0,25 per cento, rispetto al valore di
gennaio (4,88 per cento). Con questa riduzione, peraltro di intensità più
elevata rispetto alle precedenti, diventano sei i periodi di diminuzione
consecutiva che si sono verificati nei valori dell'indicatore e che, oltre ad
aver annullato gli effetti degli incrementi intervenuti a metà 2012, hanno
riportato il valore del parametro sugli stessi livelli di inizio 2011.
Dinamica del credito nelle singole province pugliesi
Bari.
Rappresenta il 45 per cento dello stock del credito erogato alle aziende. Nello
stesso periodo (novembre 2011-novembre 2012), i prestiti sono scesi di 452,6
milioni, pari ad un tasso negativo del 3,8 per cento, in linea con il dato
regionale. Da 11 miliardi 825 milioni si passa a 11 miliardi 372 milioni, di
cui due miliardi 424 milioni alle imprese con meno di venti addetti.
Barletta-Andria-Trani. Equivale all’otto per cento degli impieghi. I
finanziamenti sono diminuiti di 102,3 milioni, pari al cinque per cento in
meno. Da due miliardi 52 milioni si scende a un miliardo 950 milioni, di cui
832 milioni alle imprese con meno di venti addetti.
Brindisi.
Corrisponde al sei per cento del totale pugliese. I prestiti sono calati di
66,6 milioni, pari al 4,1 per cento in meno. Da un miliardo 635 milioni si
passa a un miliardo 569 milioni, di cui 506 milioni alle imprese con meno di
venti addetti.
Foggia. «Pesa» per il 17 per cento
sullo stock regionale. Gli impieghi sono diminuiti di 145,6 milioni, pari al
3,3 per cento in meno. Da quattro miliardi 419 milioni si scende a quattro
miliardi 273 milioni, di cui un miliardo 260 milioni alle imprese con meno di
venti addetti.
Lecce. «Vale»
il 16 per cento dei prestiti. I finanziamenti si sono ridotti di 127,6 milioni,
pari al 3,2 per cento in meno. Da quattro miliardi 24 milioni si passa a tre
miliardi 897 milioni, di cui un miliardo 211 milioni alle imprese con meno di
venti addetti.
Taranto.
Rappresenta l’8 per cento dei finanziamenti. La flessione maggiore: meno 5,2
per cento. I prestiti sono diminuiti di 116,7 milioni, da due miliardi 249
milioni a due miliardi 132 milioni, di cui 691 milioni alle imprese con meno di
venti addetti.
Bari, 15/02/2013
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