Con l’entrata in vigore della L. 122/92 approvata
definitivamente lo scorso Dicembre dalla Commissione Lavori Pubblici , cambiano
notevolmente le regole del settore dell’autoriparazione. Nasce la nuova e più
innovativa figura del Meccatronico che depone in pensione ed accorpora le
storiche figure del meccanico ed elettrauto. Con l’introduzione del
Meccatronico e con l’applicazione della L. 122/92, spiega la Confartigianato di
Brindisi, l’intero settore
dell’autoriparazione si articolerà in tre aree : Carrozzieri, Gommisti ed
appunto Meccatronici.
La presenza
divenuta oramai fondamentale dell’elettronica nelle auto a fatto si che nelle
autofficine un meccanico senza conoscenze e competenze nel settore Diagnostico, centraline e circuiti elettrici, abbia serie difficoltà
ad operare, pertanto continua Confartigianato è stato stabilito un periodo
transitorio che stabilisce che: l’artigiano che è attualmente iscritto nelle
sezioni meccanica ed elettrauto della CCIAA viene iscritto d’ufficio a quella
dei meccatronici, mentre chi è
attualmente iscritto nelle sezioni meccanica/motoristica o elettrauto potrà
proseguire le medesime attività per 5 anni successivi dall’entrata in vigore
della presente legge. Entro tale termine se non ha almeno uno dei requisiti
tecnico- professionali previsti dall’art 7 comma 2 lettere a) e c) della legge
122, dovrà aver frequentato con esito positivo un corso regionale teorico
pratico di qualificazione.
Auspichiamo che la Regione Puglia
possa predisporre dei piani formativi utili al conseguimento del requisito
“mancante” pertanto ci attiveremo subito proponendoci agli Istituti scolastici
di riferimento, affinchè, dice il
Presidente del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Francesco Capodieci
che svolge l’attività di autoriparatore da generazioni, si possa immaginare la
nascita di una nuova figura “Artigiana”, più preparata ed innovativa quale
l’Operatore Diagnostico, capace quest’ultimo di interrogare con le nuove
tecnologie, le varie centraline dei veicoli e quindi acquisendo la capacità di
intervento mirato e specifico sulle autovetture. Questa nuova figura cosi come la
interpretiamo, potrebbe essere ben vista da tanti giovani che oggi vorrebbero
imparare un mestiere che si combina in perfetta sintonia con l’antico mestiere
artigiano e il più tecnologico Diagnostico.
Mettiamo il nostro sapere al servizio del fare"
RispondiEliminaSi dice sempre che il problema italiano sia quello del nanismo delle aziende, della loro microdimensione. E questo inciderebbe pure sulla formazione universitaria, perché come dimostrano i dati, gli universitari fanno molto fatica a trovare lavoro, dato che le pmi non sono, in genere, interessate ad assumere un laureato; preferiscono prendere un ragazzo a bottega.
RispondiEliminaIn Italia mancano panettieri, falegnami, e tante altre figure artigianali. Questo stride con le notizie sulla disoccupazione. E intanto molti dei posti di lavoro creati in questi anni di crisi sono andati, nella maggior parte dei casi, a lavoratori immigrati, perché gli italiani quei posti di lavoro non li vogliono. Gli immigrati, ha scritto Luca Ricolfi, hanno la voglia di lavorare che avevamo noi negli anni'50. Noi figli della civilità dell'abbondanza ci siamo seduti sull’ozio di qualche laurea….... e intanto ragazzi tedeschi, francesi e inglesi vengono qui in Italia e imparano i dialetti per poter andare a bottega dai nostri artigiani.
RispondiEliminaNegli Stati Uniti, intanto, prende forza il movimento dei Makers, cioè di coloro che si fanno da soli le cose. E in Italia si riscopre l’importanza del manifatturiero, uno dei pochi settori della nostra economia che non solo resiste alla crisi, ma fa gola agli investitori stranieri: ne è una prova l’acquisto di Ducati da parte di Audi-Volkswagen, per 860 milioni di euro.
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