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martedì 12 marzo 2013

“OPERATORE DIAGNOSTICO”: FUTURO ARTIGIANO 2.0





Con  l’entrata in vigore della L. 122/92 approvata definitivamente lo scorso Dicembre dalla Commissione Lavori Pubblici , cambiano notevolmente le regole del settore dell’autoriparazione. Nasce la nuova e più innovativa figura del Meccatronico che depone in pensione ed accorpora le storiche figure del meccanico ed elettrauto. Con l’introduzione del Meccatronico e con l’applicazione della L. 122/92, spiega la Confartigianato di Brindisi,  l’intero settore dell’autoriparazione si articolerà in tre aree : Carrozzieri, Gommisti ed appunto Meccatronici.
La presenza divenuta oramai fondamentale dell’elettronica nelle auto a fatto si che nelle autofficine un meccanico senza conoscenze e competenze nel  settore Diagnostico, centraline  e circuiti elettrici, abbia serie difficoltà ad operare, pertanto continua Confartigianato è stato stabilito un periodo transitorio che stabilisce che: l’artigiano che è attualmente iscritto nelle sezioni meccanica ed elettrauto della CCIAA viene iscritto d’ufficio a quella dei meccatronici,  mentre chi è attualmente iscritto nelle sezioni meccanica/motoristica o elettrauto potrà proseguire le medesime attività per 5 anni successivi dall’entrata in vigore della presente legge. Entro tale termine se non ha almeno uno dei requisiti tecnico- professionali previsti dall’art 7 comma 2 lettere a) e c) della legge 122, dovrà aver frequentato con esito positivo un corso regionale teorico pratico di qualificazione.
Auspichiamo che la Regione Puglia possa predisporre dei piani formativi utili al conseguimento del requisito “mancante” pertanto ci attiveremo subito proponendoci agli Istituti scolastici di riferimento, affinchè,  dice il Presidente del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Francesco Capodieci che svolge l’attività di autoriparatore da generazioni, si possa immaginare la nascita di una nuova figura “Artigiana”, più preparata ed innovativa quale l’Operatore Diagnostico, capace quest’ultimo di interrogare con le nuove tecnologie, le varie centraline dei veicoli e quindi acquisendo la capacità di intervento mirato e specifico sulle autovetture.  Questa nuova figura cosi come la interpretiamo, potrebbe essere ben vista da tanti giovani che oggi vorrebbero imparare un mestiere che si combina in perfetta sintonia con l’antico mestiere artigiano e il più tecnologico Diagnostico.

4 commenti:

  1. Mettiamo il nostro sapere al servizio del fare"

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  2. Si dice sempre che il problema italiano sia quello del nanismo delle aziende, della loro microdimensione. E questo inciderebbe pure sulla formazione universitaria, perché come dimostrano i dati, gli universitari fanno molto fatica a trovare lavoro, dato che le pmi non sono, in genere, interessate ad assumere un laureato; preferiscono prendere un ragazzo a bottega.

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  3. In Italia mancano panettieri, falegnami, e tante altre figure artigianali. Questo stride con le notizie sulla disoccupazione. E intanto molti dei posti di lavoro creati in questi anni di crisi sono andati, nella maggior parte dei casi, a lavoratori immigrati, perché gli italiani quei posti di lavoro non li vogliono. Gli immigrati, ha scritto Luca Ricolfi, hanno la voglia di lavorare che avevamo noi negli anni'50. Noi figli della civilità dell'abbondanza ci siamo seduti sull’ozio di qualche laurea….... e intanto ragazzi tedeschi, francesi e inglesi vengono qui in Italia e imparano i dialetti per poter andare a bottega dai nostri artigiani.

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  4. Negli Stati Uniti, intanto, prende forza il movimento dei Makers, cioè di coloro che si fanno da soli le cose. E in Italia si riscopre l’importanza del manifatturiero, uno dei pochi settori della nostra economia che non solo resiste alla crisi, ma fa gola agli investitori stranieri: ne è una prova l’acquisto di Ducati da parte di Audi-Volkswagen, per 860 milioni di euro.

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